FT: “Gli Houthi inviano yemeniti in aiuto a Putin”
Mercenari – Reclutati dai miliziani filo-Teheran contro Kiev
Di Fq
25 Novembre 2024
Dopo i nordcoreani, gli yemeniti. Secondo quanto scriveva ieri il Financial Times, le forze armate russe hanno reclutato centinaia di uomini dallo Yemen per combattere in Ucraina tramite un’operazione che mette in luce i crescenti legami tra Mosca e il gruppo ribelle degli Houthi, alleati dell’Iran. A parlare con il Ft sono state proprio alcune reclute che hanno raccontato come sia stato loro promesso un impiego ben retribuito e persino la cittadinanza russa. Peccato che poi una volta in suolo russo, tramite una misteriosa società legata ai miliziani, siano stati forzatamente arruolati nell’esercito di Putin e mandate in prima linea. Oltre a mostrare quanto il conflitto in Ucraina si stia sempre più estendendo a mercenari stranieri, la notizia sottolinea anche il cortocircuito tra le due più grandi guerre in corso – quella ucraina e quella mediorientale –. A lanciare l’allarme nei giorni scorsi era stato da Londra l’ex capo di Stato maggiore di Kiev, Valerij Zalužnyj, ora ambasciatore nel Regno Unito, secondo cui il “conflitto è diventato globale” data la presenza sia di stranieri che di armi di diversa provenienza, tra cui quelle iraniane sul suolo ucraino.
In più c’è la difficoltà del Cremlino: mentre aumentano le vittime sul campo, per evitare una mobilitazione completa, Putin ha promesso la cancellazione dei debiti agli uomini di russi che vanno al fronte. Mentre dal Nepal e dall’India arrivano altri mercenari e circa 12 mila dell’esercito regolare nordcoreano sono ormai nelle colonne che lottano nella provincia russa di Kursk. “Lo sforzo di reclutamento yemenita sottolinea anche come la Russia, spinta dal suo confronto con l’Occidente, si stia avvicinando sempre di più all’Iran e ai gruppi militanti alleati in Medio Oriente”, scrive il Ft. Secondo il giornale britannico, “per i diplomatici statunitensi l’intesa tra il Cremlino e gli Houthi, inimmaginabile prima della guerra in Ucraina, è un segno di quanto la Russia sia disposta a spingersi per estendere il conflitto in nuovi teatri, tra cui il Medio Oriente”.
L’inviato speciale degli Usa per lo Yemen, Tim Lenderking, ha confermato che la Russia sta attivamente cercando contatti con gli Houthi e sta discutendo di trasferimenti di armi, sebbene abbia rifiutato di essere più specifico. “Sappiamo che c’è personale russo a Sana’a che aiuta ad approfondire questo dialogo”, ha detto. “Il tipo di armi di cui si discute è molto allarmanti e consentirebbe agli Houthi di colpire meglio le navi nel Mar Rosso e forse anche oltre”. Maged Almadhaji, il capo del Sana’a Center for Strategic Studies, un think-tank, ha detto che anche la Russia sta mostrando interesse “in qualsiasi gruppo nel Mar Rosso, o in Medio Oriente, che sia ostile agli Stati Uniti”. I miliziani yemeniti con il loro portavoce non hanno voluto commentare la notizia, ma Mohammed al Bukhaiti, membro del politburo, ha detto al sito di notizie russo Meduza all’inizio di questo mese che erano in “contatto costante” con la leadership russa “per sviluppare queste relazioni in tutti i settori, tra cui economia, politica e esercito”. “Una cosa di cui la Russia ha bisogno sono i soldati, ed è chiaro che gli Houthi stanno reclutando”, ha spiegato al Ft Farea al Muslimi, esperto del Golfo presso Chatham House. “Lo Yemen è un posto abbastanza facile da reclutare. È un paese molto povero”. Il reclutamento sembra essere iniziato già a luglio.
A COSA SERVE NETFLIX – I FRATELLI LYLE E ERIK MENENDEZ, CHE STANNO SCONTANDO L’ERGASTOLO PER L’OMICIDIO DEI LORO GENITORI NEL 1989, COMPARIRANNO IN TRIBUNALE NELLE PROSSIME ORE PER UN’UDIENZA CHE POTREBBE ESSERE IL PRIMO PASSO VERSO LA LIBERTÀ. LA PROCURA DI LOS ANGELES HA CHIESTO A UN GIUDICE DI APRIRE ALLA LIBERTÀ VIGILATA ALLA LUCE DI CIRCOSTANZE ATTENUANTI SUGLI ABUSI SESSUALI INFLITTI DAL PADRE AI DUE RAGAZZI CUI FIN DA QUANDO ERANO PICCOLI – LA LORO STORIA E’ STATA AL CENTRO DELLA POPOLARE MINISERIE DI NETFLIX “MONSTERS”
(ANSA) – WASHINGTON, 24 NOV – I fratelli Lyle e Erik Menendez, che stanno scontando l’ergastolo per l’omicidio dei loro genitori nel 1989, compariranno in tribunale nelle prossime ore per un’udienza che potrebbe essere il primo passo verso la libertà. La procura di Los Angeles ha chiesto a un giudice di aprire alla libertà vigilata alla luce di circostanze attenuanti sugli abusi sessuali inflitti dal padre ai due ragazzi cui fin da quando erano piccoli.
Al centro di una popolare miniserie di Netflix ‘Monsters’ con Javier Bardem, Chloë Sevigny, Cooper Koch e Nicholas Alexander Chavez, i Menendez hanno già scontato 35 anni di carcere. L’ufficio del procuratore George Gascón ha raccomandato che i due uomini – oggi 54 e 56 anni – ricevano una nuova condanna a 50 anni con sconti di pena ma potrebbero essere scarcerati subito grazie a una legge della California per aver commesso i delitti quando avevano meno di 26 anni.
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La strada verso la libertà non sarà comunque breve né semplice: se il giudice oggi convaliderà la richiesta di Gascón, Lyle e Erik dovranno comparire davanti ala commissione per la libertà vigilata, dove li aspetta il ‘no’ dello zio Milton Andersen (il fratello oggi 90enne della madre). Se il board darà comunque luce verde, l’ultima parola spetterà al governatore della California Gavin Newsom, che avrà 150 giorni per esprimersi.
I fratelli avevano 21 e 18 anni quando uccisero a fucilate i genitori nella villa di Elm Drive, a Beverly Hills. Il primo processo si concluse nel 1994 con un nulla di fatto e solo nel 1996, al termine di un secondo procedimento a porte chiuse, i ragazzi furono condannati all’ergastolo senza sconti di pena dopo esser stati descritti come assassini senza cuore che avevano ucciso per mettere le mani sui beni di famiglia.
La revisione della condanna era stata avviata l’anno scorso dagli avvocati dei fratelli sulla scorta di nuove prove e della buona condotta dei carcerati. Era venuta alla luce la dichiarazione di un ex membro della boy band portoricana Menudo, Roy Rosselló, secondo cui il padre dei due ragazzi (dirigente dell’etichetta musicale Rca) lo avrebbe violentato negli anni ’80, e una lettera del dicembre 1988 in cui Erik aveva scritto a un cugino alludendo alle violenze.
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