Governo al capolinea
Con 331 voti favorevoli su 574, l’Assemblea nazionale francese ha approvato la mozione di censura al primo ministro Michel Barnier, decretando la fine del governo francese più breve dal 1958 e il primo fatto cadere dal Parlamento dal 1962 (Politico). La mozione di sfiducia, presentata dalla coalizione del Nuovo fronte popolare, ha raggiunto e superato lo sbarramento grazie a un’inedita convergenza tra i partiti di sinistra e il Rassemblement national di Marine Le Pen (Le Monde).
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Parigi affronta lo spettro di un budget in bilico e di una crisi economica all’orizzonte (Nyt).
Prossimi passi Barnier presenterà stamattina le dimissioni ufficiali al presidente Emmanuel Macron, che stasera parlerà ai cittadini francesi per comunicare le future mosse dell’Eliseo per la risoluzione della crisi politica e le tempistiche per la nomina di un nuovo premier (Euronews).
• Nel bolognese un uomo di 71 anni ha ucciso la moglie malata e poi si è suicidato. Hanno lasciato un biglietto di addio firmato da entrambi
• Una donna è ricoverata in condizioni gravi dopo che una piastra metallica le è precipitata in testa cadendo dal secondo piano di un palazzo di Napoli
• È iniziata la procedura di fallimento per l’azienda Bioera, della quale la ministra Santanchè è stata presidente fino al 2021
• L’Ocse ha abbassato le stime di crescita dell’Italia per il 2024 allo 0,5 per cento
• Da ieri sull’app Io è disponibile l’It Wallet, dove è possibile caricare alcuni documenti per averli a disposizione in formato digitale
La richiesta di impeachment per il presidente sudcoreano
Il parlamento della Corea del Sud ha presentato una mozione per l’impeachment del presidente Yoon Suk Yeol, dopo quella che Paolo Salom definisce: «La notte più assurda degli ultimi 40 anni». («Il presidente Yoon Suk-yeol che dichiarava la legge marziale, i soldati che provavano a prendere d’assalto il palazzo dell’Assemblea nazionale, il corpo a corpo tra i cittadini – più scandalizzati che furiosi – e gli uomini in divisa. Poi la marcia indietro del capo dello Stato»).
Il Partito del Potere del popolo di Yoon Suk Yeol (cha ha 108 seggi in parlamento) ha dichiarato che si opporrà alla richiesta di impeachment che dovrebbe essere votata domani. Per approvarla servono i due terzi dei 300 parlamentari sudcoreani, che l’opposizione da sola non ha. Ma Han Dong Hoon, leader di Potere del popolo, ha chiesto al capo dello Stato e al premier Han Duck Soo di lasciare il partito. Ieri intanto si è dimesso anche il ministro della Difesa Kim Yong Hyun, legato a Yoon (e secondo alcuni colui che gli avrebbe suggerito di proclamare la legge marziale).
Se la richiesta di impeachment verrà approvata, dovrà essere confermata dalla Corte costituzionale (un processo che potrebbe richiedere fino a 180 giorni). Yoon sarebbe subito sospeso dall’esercizio del potere e il primo ministro Han Duck-soo assumerebbe il ruolo di leader. Se invece si dovesse dimettere o dovesse lasciare, si terrebbero nuove elezioni entro 60 giorni. Alle ultime, ad aprile, il partito al governo del presidente Yoon era stato sconfitto dall’opposizione, che ha conquistato poco meno di due terzi dei seggi in parlamento.
Yoon, un procuratore di carriera, ha ottenuto una vittoria di misura alle elezioni presidenziali del 2022, cavalcando un’ondata di malcontento per la politica economica, gli scandali e la polarizzazione senza precedenti tra uomini e donne nel Paese (Yoon, oltre a essere un sovranista con tendenze autoritarie, è un feroce antifemminista). Ma il suo indice di gradimento è rimasto molto basso (intorno al 20%) e la sua popolarità è scesa ancora il mese scorso dopo che la moglie Kim Keon Hee è stata accusata di corruzione per aver accettato il dono di una borsa di Dior da parte di Abraham Choi Jae-young, un pastore protestante («un po’ politico e un po’ faccendiere», spiega Guido Santevecchi) che predica la riconciliazione con la Corea del Nord.
La legge marziale è stata dichiarata più di una dozzina di volte da quando la Corea del Sud è stata fondata come repubblica nel 1948. Nel 1980, i militari costrinsero l’allora presidente Choi Kyu-hah a proclamare la legge marziale per reprimere le richieste di ripristino di un governo democratico.
Racconta ancora Salom da Seul:
Con la chiusura di fabbriche e uffici, ieri, le strade di Seul si sono riempite di una folla variegata, giovani, impiegati, operai, disabili in carrozzella, madri di famiglia. Tutti con cartelli che sembravano essersi moltiplicati per miracolo: ognuno il proprio ben esposto. “Yoon dimettiti” ripetono con caratteri rossi o neri davanti alle telecamere e alle fiaccolate. Un corteo di migliaia di persone ha sfilato quindi ordinatamente dal centro verso il Parlamento e la residenza presidenziale. Il traffico non si è bloccato: le auto passavano lentamente ma senza essere ostacolate al fianco dei manifestanti. Il messaggio non poteva essere più chiaro. Mentre i deputati presentano un disegno di legge per l’impeachment di Yoon (sarà discusso a partire da oggi in aula, dovrà ottenere una maggioranza dei due terzi), perché “la libertà va protetta”, come dice il parlamentare democratico Kim Yong-min, la società civile sudcoreana ha già chiarito senza ombra di dubbio di non essere minimamente attratta dalla suggestione delle “maniere forti”: non si torna indietro, la stagione dei governi semi-dittatoriali, chiusa negli anni Ottanta del secolo scorso, appartiene a un passato che non affascina più nessuno.
«Fra tre mesi potremmo avere nuove elezioni. Probabilmente vincerà un esponente dell’attuale opposizione del partito democratico, più propensa a migliorare i rapporti con la Cina e a tentare una normalizzazione col regime della Corea del Nord. Non mi stupirebbe se il primo viaggio del futuro presidente fosse a Pechino» dice il politologo Ian Bremmer di Eurasia a Massimo Gaggi. «Il principale successo diplomatico della presidenza Biden, assieme al rafforzamento della Nato, è stato il patto di Camp David tra Stati Uniti, Giappone e Corea. Importante quanto i patti di Abramo in Medio Oriente tra Israele e Paesi arabi. Il superamento delle divisioni storiche tra Tokyo e Seul. La creazione di un’alleanza politica, militare, di servizi segreti importante quanto quella denominata Quad (la quadrilaterale tra Usa, Australia, India e Giappone, ndr): anche se senza sigle, è un accordo ancor più rilevante. Ha creato ben 15 canali di comunicazione e collaborazione diretta fra i tre Paesi. Yoon, il leader coreano più aperto al Giappone, era il cuore di questa intesa. Non so cosa ne rimarrà dopo un cambio di governo a Seul».
Ucciso a colpi di pistola a New York l’amministratore delegato della United Healtcare Brian Thompson
Omicidio a Manhattan, nel cuore di New York, dove il ceo del colosso assicurativo sanitario UnitedHealthcare, il 50enne Brian Thompson, è stato colpito a morte al petto mentre si dirigeva a piedi all’hotel Hilton Midtown, sulla Sixth Avenue, per partecipare a una conferenza della società. L’uccisione è un “attacco premeditato, pianificato e mirato”, ha fatto sapere la polizia di New York durante una conferenza stampa, riferendo che il killer ha atteso la vittima, l’ha avvicinata da dietro e ha sparato diversi colpi, almeno uno alla schiena e uno al polpaccio destro.
Gli investigatori hanno riferito alla Cnn che l’assassino stava aspettando da molto tempo l’arrivo di Thompson, che è stato portato al Mount Sinai Hospital, dove i medici hanno constatato il decesso. L’assassino, che aveva il volto coperto, è fuggito in un vicolo a West 55th Street ed è ancora ricercato. Secondo le descrizioni, indossava un giubbotto color crema, una maschera nera sul volto e uno zainetto grigio.
Thompson, secondo quanto riporta il New York, è stato nominato amministratore delegato della compagnia, una delle più importanti del paese, nell’aprile 2021. La compagnia, quotata in Borsa, vale 560 miliardi dollari e oggi sarebbero stati presentati i dati agli investitori. Una delle ipotesi è che il top manager fosse atteso dal killer che conosceva l’ingresso dal quale stava per entrare il ceo. L’assassino ha sparato più volte a pochi metri di distanza. L’uomo armato, hanno riferito alcuni testimoni, è fuggito in bicicletta.
Scoperto gruppo neonazista, 12 arresti tra i componenti della “Werwolf Division”. Parlavano di attentare alla premier
Associazione con finalità di terrorismo, propaganda e istigazione a delinquere per motivi di discriminazione razziale, etnica e religiosa e detenzione illegale di arma da fuoco. Sono gravissimi i reati contestati dalla Direzione Nazionale Antimafia e Antiterrorismo e dalla procura di Bologna agli indagati nell’ambito dell’inchiesta su un gruppo neonazista e suprematista “Werwolf Division”. L’operazione della polizia su tutto il territorio nazionale ha portato gli investigatori a eseguire 12 misure cautelari in carcere, emesse dal giudice per le indagini preliminari di Bologna, su richiesta della procura Sono in corso altre 13 perquisizioni domiciliari. L’operazione è condotta dalla Direzione Centrale della Polizia di Prevenzione.
La ‘Werewolf Division’ (il nome viene dai ‘lupi mannari’ nazisti guidati da Heinrich Himmler per contrastare l’avanzata delle forze alleate e sovietiche in Germania alla fine della Seconda guerra mondiale) era già finita nel mirino di un’inchiesta della Procura di Napoli nel maggio 2023 con otto indagati. In quell’occasione era emersa una rete Telegram gestita da Bologna che sarebbe servita per organizzare “atti eversivi violenti”, inneggiando alla Shoah.
“Azioni violente” – Per gli inquirenti gli arrestati rappresentano una “vera e propria ‘cellula organizzata’, già in fase operativa e in grado di realizzare attentati anche con le tecniche usate dai cosiddetti ‘lone wolves’ (lupi solitari, ndr) sia suprematisti che jihadisti”. Secondo la procura gli indagati miravano al sovvertimento dell’attuale ordinamento per “l’instaurazione di uno Stato etico e autoritario incentrato sulla ‘razza ariana’”, anche con il progetto di azioni violente nei confronti di alte cariche delle istituzioni.
L’inchiesta nasce dagli accertati contatti tra alcuni dei vertici dell’organizzazione con i leader di un’altra associazione sovversiva di stampo negazionista e suprematista denominata “Ordine di Hagal”, attiva sul territorio nazionale e disarticolata a fine 2022 dalla Digos di Napoli. Il gruppo neonazista svolgeva la propria attività di propaganda e reclutamento di “nuovi uomini e donne pronti alla rivoluzione” sia attraverso gruppi Telegram denominati “Werwolf Division Discussioni” e “Movimento Nuova Alba” (quest’ultimo ancora più ristretto e nato in un secondo momento con la finalità di occultare le progettualità più violente e strumentale anche alla formazione di “guerrieri”) sia con incontri dal vivo e volantinaggi svolti nel Bolognese.
Il volantino e le minacce – Il gruppo si definiva “segreto, composto da pochi camerati validi e fedeli, pronti ad agire”. Nel 2022 è stato trovato dalla Digos un volantino, diffuso sul territorio emiliano, definito dai militanti “esplosivo”, raffigurante l’immagine di un uomo con la cosiddetta “skullmask” e armato con accanto il simbolo nazista del sole nero e la citazione dell’estremista di destra francese Dominique Venner: “Nulla sarà compiuto finché i germi del regime [liberale] non saranno sradicati fino all’ultima radice. Per questo bisogna distruggere la sua organizzazione politica, abbattere i suoi idoli e i suoi dogmi, eliminare i suoi padroni noti e quelli occulti, mostrare al popolo come è stato tradito, sfruttato e insozzato. Infine, “ricostruire”, il tutto a firma Werwolf Division, con il link al canale. Tra le contestazioni alla cellula neonazista c’è anche la “preparazione di gravi attentati”, anche nei confronti della presidente del Consiglio Giorgia Meloni e di un economista del World Economic Forum“. Inoltre sono accusati di attività di propaganda, proselitismo e predisposizione di azioni violente, come l’epurazione dei traditori del movimento.
Le condanne a Napoli – Intanto si è concluso con quattro condanne – e con l’assoluzione da qualche capo d’accusa – il processo in cui a Napoli sono imputate quattro persone ritenute legate all’ associazione sovversiva, di stampo neonazista, negazionista e suprematista Ordine di Hagal, e che ha visto come parte offesa, lo Stato italiano. Da una costola di questa inchiesta è nata quella che ha portato agli arresti disposti oggi dal gip di Bologna.
La Corte di Assise ha inflitto 5 anni e 6 mesi a Maurizio Ammendola, di 45 anni; stessa pena per Michele Rinaldi (49 anni); 3 anni e 6 mesi per Gianpiero Testa (27) e tre anni di reclusione per Massimiliano Mariano (48). Per quest’ultimo imputato la Corte di Assise ha ritenuto non sussistente il ruolo di promotore. Gli imputati vennero arrestati il 15 novembre 2022 dalla Digos di Napoli e dalla Direzione centrale della Polizia di Prevenzione-Ucigos con il Servizio Postale e delle Comunicazioni al termine di indagini coordinate dalla Procura di Napoli (pm Claudio Orazio Onorati e Antonello Ardituro, successivamente passato alla DNA). Gli inquirenti contestarono, tra l’altro, il reato di associazione con finalità di terrorismo o di eversione dell’ordine democratico.
Ammendola, secondo gli investigatori, era il presidente dell’Ordine di Hagal: oltre a dirigere il gruppo sovversivo svolgeva attività di proselitismo e indottrinamento anche via web (su Fb, Telegram e su Youtube); Rinaldi viene indicato invece come il vice presidente e assisteva Ammendola; anche Mariano era un collaboratore del presidente (diffondeva test e valutava l’ingresso nell’ordine dei nuovi adepti; Testa invece organizzava, tra l’altro, escursioni e riunioni per mantenere i legali tra i proseliti anche via web con associazioni estremiste e neonaziste ucraine e di altri stati. Testa si occupava anche dell’addestramento all’uso di armi bianche e da fuoco e all’uso degli esplosivi. Dell’organizzazione facevano parte anche Anton Rodomskyy (latitante, che contribuiva all’addestramento militare) e Antonio Sallemi (anche lui dedito, tra l’altro, al proselitismo e all’indottrinamento). Il gruppo (che secondo l’accusa aveva a disposizione armi) promuoveva l’odio razziale ed etnico, minimizzava la Shoah espletando anche il ruolo di istigatore.
IL PIANO PER UCCIDERE GIORGIA MELONI DEI NEONAZI DI WERWOLF: “TRADITRICE, ERA FASCISTA FINCHÉ NON HA PRESO IL POTERE” – TRA I DODICI ARRESTATI C’ERA CHI PROGETTAVA UN ATTENTATO A PIAZZA MONTE CITORIO ALLA PREMIER DEFINITA “CONCUBINA DI SION”: “LE SPARO UN COLPO IN TESTA. VOGLIAMO UNIRCI A FORZA NUOVA E AGLI ALTRI PER ANDARE GIÙ A ROMA A FARE UN COLPO DI STATO AL PARLAMENTO” – IN MANETTE SONO FINITI UN EX CONCORRENTE DELLA “CORRIDA” E UN TENORE CON TRASCORSI ANARCHICI. I CONTATTI CON JIHADISTI E I DUE ESERCITI DA FORMARE PER LA GUERRA CIVILE IN ITALIA – L’ODIO PER LE PERSONE DI COLORE: “UN UOMO BIANCO VALE TRE NEGRI”- TRA GLI INDAGATI ANCHE FABIO TUIACH, IL PUGILE NO VAX
AVVISATE I METEOROLOGI: L’INTELLIGENZA ARTIFICIALE LI SOSTITUIRA’ – “GENCAST” È IL PRIMO MODELLO DI IA IN GRADO DI AIUTARE I METEOROLOGI NELLE PREVISIONI AFFIDABILI A MEDIO TERMINE (NELL’ORDINE DI 15 GIORNI) – LO STRUMENTO SARÀ UTILE ANCHE PER PREVEDERE EVENTI ESTREMI, AVVISARE LA POPOLAZIONE E SALVARE DELLE VITE – IL 97% DELLE VOLTE “GENCAST” È RISULTATO PIÙ AFFIDABILE DELLE PREVISIONI DEGLI UOMINI…