Campania
De Luca, altra scure. Sul 3° mandato c’è pure il ricorso al Tar
Oltre la Consulta – Mossa dei consiglieri
5 Gennaio 2025
Il ricorso al Tar contro la legge regionale che offre la possibilità di un terzo mandato a Vincenzo De Luca è del 30 dicembre. Antecedente alle indiscrezioni sulle intenzioni del governo Meloni di impugnare alla Consulta la legge regionale scritta per i desiderata del governatore Pd della Campania. È firmato dall’intero centrodestra di opposizione in Consiglio regionale, insieme a una indipendente ex grillina. Tredici consiglieri campani provano a stoppare il De Luca-ter attraverso la giustizia amministrativa. E lo rendono noto pochi giorni prima della seduta del Consiglio dei ministri che dovrebbe ufficializzare il ricorso del governo, fissata martedì 7 gennaio.
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Nel risiko di mosse e contromosse anti-De Luca, che non intende farsi da parte nonostante il niet di Elly Schlein, quella studiata dai consiglieri regionali di minoranza aggiunge sale e pepe nel piatto delle tensioni in cottura tra Roma e Napoli, e nelle segreterie dei partiti. Spariglia le motivazioni e forse anche gli schieramenti. Si poggia su quello che secondo i ricorrenti campani sarebbe un clamoroso vizio di forma nell’approvazione della legge regionale: il regolamento dei lavori vieta infatti la trattazione di altri argomenti nei giorni di sessione di bilancio, salvo ragioni di indifferibilità e urgenza. Il pomeriggio del 5 novembre, il consiglio approvò il Defr (il documento di economia e finanza regionale). Poche ore dopo l’ok mattutino alla legge regionale che ha riscritto le regole elettorali e aperto la finestra al terzo mandato, senza che la convocazione fosse accompagnata da una formulazione di quali fossero le ragioni di indifferibilità e urgenza per discutere questo provvedimento. “Con la (ovvia) precisazione che alla urgenza ed indifferibilità va data una connotazione oggettiva – vale a dire connessa a circostanze e condizioni ‘esterne’, non controllabili dall’Amministrazione – ‘sganciata’, quindi, da valutazioni di ordine politico”, scrivono i ricorrenti al Tar. Tradotto: l’indifferibilità e urgenza non poteva certo essere dettata dal muro contro muro di parte del Pd campano contro le indicazioni di Schlein.LEGGI – Sottosegretari e consulenze d’oro. Le Regioni ricominciano col botto
“Ponemmo la questione pregiudiziale, di illegittimità, sin dalla conferenza dei capogruppo – ricorda al Fatto il presidente del gruppo Lega Severino Nappi – ma non fummo ascoltati, a dimostrazione dell’indifferenza e dell’allergia alle regole del governatore De Luca, che le viola anche quando non è necessario”. Di qui il ricorso al Tar, i cui tempi di trattazione dovrebbero essere più rapidi di quelli della Corte costituzionale. La decisione quindi potrebbe arrivare prima delle elezioni campane, che dovrebbero svolgersi tra dicembre 2025 e primavera 2026: De Luca ha dichiarato che non intende dimettersi in anticipo, dopo aver fatto approvare una finanziaria talmente piena di mancette da aver fatto ipotizzare il contrario.
La strada del ricorso amministrativo per vizio di forma mette al riparo Nappi e gli altri tre consiglieri leghisti, Antonella Piccerillo, Carmela Rescigno e Aurelio Tommasetti, da eventuali strali di partito. A differenza di FdI e FI, infatti, la Lega è contraria al ricorso del governo contro il terzo mandato, perché sotto sotto spera di prolungare l’esperienza di Luca Zaia in Veneto. Zaia sembra comunque destinato al passo indietro, ma ancora non è detta l’ultima parola: “Se ci sarà la possibilità mi ricandiderò – ha detto più volte – perché me lo chiedono i veneti”. Quel passo indietro che invece nemmeno sfiora la mente di De Luca.
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