Runa

rù-na

Significato Ciascuno dei segni che costituivano l’antico alfabeto germanico, diffuso fra il II e il XII secolo

Etimologia dal latino tardo runa o dal tedesco Rune, a partire da una voce proto-germanica ricostruita come runa, col significato di ‘segreto’.

  • «Che segni sono? Sembrano rune.»

L’alfabeto runico conserva un carisma particolare, fra i sistemi di segni. Sarebbe appropriato dire che ha un certo fascino  e ; e in effetti appartiene indissolubilmente all’immaginario del mondo magico e fantastico d’impronta norrena — ma siamo davanti a un sistema di segni come gli altri, che emerge a partire dalle  germaniche del II secolo, mutuato dall’ greco o, secondo certe fonti, più precisamente da quello etrusco. Se vogliamo chiamarlo con un nome più esatto, è detto ‘fuþark’, dai fonemi delle sue prime sei rune (la lettera ‘þ’ è un ‘th’ sordo, come nell’inglese think) — un po’ come l’alfabeto è ‘alfabeto’ perché inizia con alfa e beta.

epa10401422 The iron mine of Swedish state-owned mining company LKAB in Kiruna, Sweden, 12 January 2023. LKAB announced on 12 January 2023 that Europe’s largest deposit of rare earth metals is located in the Kiruna area. EPA/JONAS EKSTROMER SWEDEN OUT

La sua estetica (pur se condivisa da certi altri alfabeti perfino più antichi, ma diciamo che tocca una certa vetta di precisione) è molto riconoscibile: i tratti dei suoi segni sono sempre dritti, mai curvi, e nemmeno mai orizzontali. Una caratteristica che ci dice qualcosa di interessante sul suo uso: sono segni che dovevano essere facili da tagliare, da incidere — e l’assenza di tratti orizzontali può  come fossero volentieri tracciati sul legno, dovendo evitare confusione e debolezze delle venature. Sono segni da , più che da libro.

Ad ogni modo, ciò che è forse più interessante delle rune è il loro stesso nome.
A noi il termine arriva tardissimo, diciamo pure in  wagneriana, fine Ottocento. Alcune fonti lo presentano come termine  dal latino tardo runa, ma altre lo danno per acquisito dal tedesco Rune. In gotico e in alto tedesco antico, runa valeva ‘segreto’, a partire da un’analoga radice proto-germanica irradiata nelle lingue della famiglia. Quello della runa è un segreto magico e sacro, tanto che, se ci piace l’ di fare un ulteriore passo nell’antico, questa radice è condivisa fra lingue germaniche e celtiche — in una nuvola che va dal  all’incanto, dal segreto al desiderio. Per dare un’altra bella testimonianza, il tedesco raunen significa ‘bisbigliare, sussurrare’.

Oggi che la nostra cultura è scafata e scettica, e che il  con la parola scritta è affare di prosa, è difficile continuare a percepire nei segni il valore sacrale e  — ma è stato fortissimo, tanto che nel caso delle rune dà il nome al segno stesso. Il segno che, tracciato sulle sorti, manifesta la divinazione, il segno che, tracciato su un bene, dice di chi è, il segno che dichiara, che sancisce, che lega, che fa: dopotutto, le rune nel mito nordico sono la sapienza e il potere che Wotan, Odino, ottiene dal suo autosacrificio, appeso alle fronde dell’albero Yggdrasil.

Oggi possiamo parlare di come il simbolo del  derivi dall’unione delle rune iniziali del sovrano danese Harald Blåtand, del testo runico che ci accoglie su una stele all’aeroporto scandinavo, delle rune da decifrare nell’ di un gioco di ruolo.
Una testimonianza meravigliosa degli intrecci di storia e , di informazione e .