Mineralità

 Le parole del vino

mi-ne-ra-li-tà

Significato Caratteristica di ciò che ha natura di minerale o contiene minerali

Etimologia da minerale, dal latino medievale mineralis, derivato di minera ‘miniera’, derivato dalla voce celtica ricostruita come meina ‘minerale grezzo’.

  • «È un sorso dalla spiccata mineralità.»

Il riferimento al mondo minerale riserva qualche sorpresa. Infatti la qualità del minerale, oltre a orientarsi concretamente su questo regno, ha dei risvolti che lambiscono con significati figurati il modo di essere dei minerali, e fisicamente il modo in cui li percepiamo coi sensi. Sono usi di grande . Ma prima cerchiamo di inquadrare da dove parte questo concetto.

Al minerale si arriva dalla miniera — e questa storia inizia nel bacino della lingua celtica. Il latino medievale mineralis, da cui viene preso in prestito il nostro ‘minerale’, nasce dal latino minera ‘miniera’, che ha  proprio dalla voce celtica ricostruita come meina, col significato di ‘minerale grezzo’. Di qui origina anche tutta la vena delle mine, intese come cunicoli (scavati e da far saltare per fini bellici) e come esplosivi, del minare e dei minatori.

Quindi abbiamo un minerale, sostantivo e aggettivo, che ci parla di ciò che si tira fuori dalla terra, ciò che si estrae, che ha natura di minerale o lo contiene. Quindi, a parte la collezione di minerali che abbiamo nella teca, e i vagoni colmi di minerale che viaggiano dal sito di estrazione a quello di lavorazione, parliamo anche di acqua minerale, che ha origine in un giacimento sotterraneo, in una falda; non si tira fuori con picconi e trivelle, ma tecnicamente resta minerale — col duplice rilievo che pure contiene minerali. Già questo ci si presenta come un uso interessante, perché qui la mineralità significa altro. Significa purezza originaria, significa salute, significa ; tanto che, rispetto a una mera bottiglia d’acqua, una bottiglia d’acqua minerale ci appare di maggior pregio (mica viene da un pozzo qualunque o da un fiume…). Ma non è l’unica bevanda su cui incida la mineralità.

Orecchie accorte avranno captato come anche certi vini siano descritti come minerali; ma non si tratta di vini cavati sotto al monte, qui la mineralità è una caratteristica organolettica.
Non è una caratteristica delle più pacifiche e comprese — ad esempio spesso si parla di mineralità da un punto di vista olfattivo, ad esempio quando col naso nel  sentiamo un richiamo di mare (detto così pare strano ma col naso nel bicchiere sono aromi evidenti). Ecco, in realtà la mineralità nel vino è un sapore — al naso le componenti minerali risultano neutre. Classicamente, corrisponde a una certa ; si trova in vitigni come il lugana, il riesling, e si fa sentire in certi areali particolari come quello dell’Etna, o dei Campi Flegrei — ma ecco, non è una caratteristica troppo rara, specie nei vini bianchi. È un termine che supera il rilievo immediato della lingua — salato — e si spinge a raccogliere l’impressione di ciò che resta disciolto nella complessità del bicchiere.

Ma non è tutto: il minerale spicca anche per il suo essere — rispetto agli altri regni — del tutto fermo, almeno in . Qui la mineralità riesce a fare un magnifico salto figurato.
Privo di slancio e d’energia, fermo e duro, ignaro delle corse e delle primavere, ciò che è minerale sta. Così posso parlare di come la notizia lo abbia lasciato in un’immobilità minerale, posso parlare del gesto minerale  in una statua, della mineralità del cielo sopra le nostre teste, di un inverno minerale che stenta a passare. Un’immagine forte, che sfrutta con grazia una percezione immedia