Alle pendici del Vesuvio, precisamente Somma Vesuviana, si trova il ristorante Contaminazioni. Qui l’autentica tradizione giapponese si fonde con l’innovazione e il rispetto per le eccellenze locali. Giuseppe Molaro, chef Campano con una carriera internazionale, ha creato un’esperienza culinaria identificativa che racconta storie di viaggio, scoperte e contaminazioni, attraverso piatti che esprimono un equilibrio perfetto tra ingredienti e tecniche.
La passione di Molaro per la cucina giapponese nasce sin da giovane, a soli 19 anni lascia l’Italia per trasferirsi in Irlanda, per poi proseguire a Barcellona, dove affina la sua tecnica. La sua carriera lo porta poi alla Pergola di Roma, un ristorante stellato dove inizia a lavorare con chef di fama mondiale. Ma è il suo incontro con il Giappone a cambiare il corso della sua vita. Molaro vive e lavora per cinque anni a Tokyo, dove scopre le radici della cucina giapponese e si ispira alla sua cultura, prima di tornare in Italia con un bagaglio di esperienze che ha influenzato profondamente la sua cucina.
In Giappone non solo apprende le tecniche culinarie, ma trova anche l’amore: sua moglie Yughi, che diventa una delle sue maggiori fonti di ispirazione. La fusione tra le culture, la creatività e l’autenticità sono alla base di ogni piatto che Molaro propone oggi al Contaminazioni.
Il ristorante stesso è un riflesso delle contaminazioni che Molaro esplora in cucina. L’ambiente è un perfetto mix di design minimalista e raffinato, dove ogni dettaglio richiama la filosofia della cucina giapponese. Salendo le scale, il visitatore intraprende un viaggio simbolico che rappresenta la storia dello chef: un percorso che attraversa i luoghi che lo hanno formato e ispirato, dai ristoranti stellati a Tokyo, alle esperienze nei quartieri più tradizionali.
In carta, tre percorsi degustazione: Kaze “Il Vento” (9 portate), Nami “L’ onda” (11 portate) e Omakase “Mi fido di te”.
Noi abbiamo scelto il menù degustazione composto da nove portate, un piccolo ma intenso itinerario sensoriale che passa per le tradizioni culinarie giapponesi, arricchite con i sapori e gli ingredienti tipici della Campania. Ogni piatto è un atto di creatività, un’espressione di fusione tra la cucina nipponica e l’eccellenza del territorio locale.
Tra gli antipasti, troviamo un cocktail di benvenuto con salvia, aceto di salvia, pepe sancho, kombucha e tequila, che prepara il palato a una successione di piatti altrettanto sorprendenti.
Un piatto molto tecnico ma al contempo gustoso è rappresentato dalla cipolla ossidata, preparata utilizzando una macchina coreana OCOO, che cuoce la cipolla a bassa temperatura con un’ alta pressione, conservandone tutte le proprietà nutritive.
Segue il risotto mantecato con brodo di pesce e burro acido affumicato, il tutto bilanciato dalle note dolci e affumicate della zucca che donano intensità e sapore al piatto.
Un altro piatto iconico è la spigola in due step, che combina una frittura croccante della pelle con una cottura al barbecue, marinata con un miso di fave invecchiato due anni e mezzo. Un piatto che rappresenta perfettamente la fusione tra Giappone e Italia, grazie anche alla presenza di aceto di alghe e un jus di pesce che arricchiscono la preparazione.
Il menù si conclude con una mela caramellata, un magnifico dessert altamente complesso sia di gusto che per forma. Un sorbetto alla mela, babà essiccati e inzuppati nel liquore di mela, nocciole fermentate e scaglie di cioccolato fondente. Un incontro di consistenze che lascia un ricordo indelebile.
Il ristorante Contaminazioni non è solo una meta per gli amanti della buona cucina, ma un luogo dove la gastronomia diventa una lingua universale che racconta storie, emozioni e tradizioni. La cucina di Giuseppe Molaro è una testimonianza di come la cultura giapponese possa essere reinterpretata con grande rispetto e autenticità, mantenendo la sua identità, ma allo stesso tempo evolvendola, senza mai tradirla.
di Vincenzo Carbone