Il Palazzo di Giustizia di Santa Maria Capua Vetere citato dal ministro Carlo Nordio tra quelli virtuosi nel distretto della Corte di Appello di Napoli, «per aver raggiunto un obiettivo significativo sull’abbattimento dell’arretrato». Le parole di riconoscimento per la conduzione degli uffici giudiziari – guidati dalla presidente Gabriella Casella – sono state pronunciate ieri dal Guardasigilli alla tradizionale cerimonia dedicata all’inaugurazione dell’anno giudiziario tenutasi nella sede del vecchio tribunale di Napoli, a Castel Capuano, nello storico salone dei Busti. «Un risultato significativo è stato proprio quello del Tribunale sammaritano – ha detto il ministro Nordio – che partendo da un arretrato, al 2019, di 15.233 (meno 94,7 per cento) di procedimenti pendenti, è giunto a soli 809 procedimenti pendenti ad oggi. L’anno giudiziario – il cui periodo in esame va da luglio del 2023 a giugno del 2024 – segna dunque una fase di transizione per il sistema giudiziario italiano, con il Tribunale di Santa Maria Capua Vetere come banco di prova per la riforma Cartabia e l’introduzione dell’udienza predibattimentale». I dati, evidenziano risultati incoraggianti ma anche criticità che richiedono interventi strutturali.

IL SETTORE PENALE

Le pendenze al dibattimento iniziali sono calate del 3,60%, passando da 374 a 361 procedimenti. Le sopravvenienze sono diminuite del 7,56%, mentre le definizioni hanno subito una contrazione significativa del 23%, riducendo l’indice di smaltimento al 37,97%. Il settore monocratico ha registrato una riduzione delle pendenze iniziali del 10,57%, passando da 9.799 a 8.862 procedimenti. Le sopravvenienze sono rimaste stabili (-0,32%), ma le definizioni sono diminuite del 10,77%, con un indice di ricambio che si attesta al 120,31%, confermando una gestione ancora efficiente dei carichi di lavoro. I procedimenti pendenti presso la Corte di Assise sono rimasti stabili con 10 casi. Le definizioni sono aumentate del 40%, portando l’indice di ricambio al 100%, a dimostrazione di un equilibrio tra nuovi procedimenti e casi chiusi. Nel settore monocratico, l’impatto della riforma è stato significativo. Si registra un aumento delle definizioni, con 5.596 procedimenti chiusi e un indice di ricambio del 120%, a fronte di 8.897 procedimenti pendenti. Nonostante la gestione ancora complessa dell’arretrato, l’udienza predibattimentale ha contribuito a ridurre la durata media dei procedimenti, ora pari a 833 giorni, rispetto ai 946 dell’anno precedente. Con 4.648 nuovi procedimenti registrati, il flusso degli affari penali resta sostenuto, ma il settore sembra beneficiare delle nuove disposizioni che favoriscono l’efficienza, soprattutto grazie alla verifica preliminare di eventuali vizi o ipotesi di non procedibilità. I risultati nel settore collegiale mostrano un quadro più complesso.

I procedimenti definiti sono 221, con un indice di smaltimento del 37,97%, e le sopravvenienze sono diminuite a 208 nuovi procedimenti, secondo un trend nazionale. Tuttavia, le pendenze restano elevate (361 procedimenti, di cui 47 istruiti dalla Dda) e il settore soffre di carenze d’organico: su tre collegi previsti, ne operano due nella seconda Sezione Penale e uno è privo di presidente nella Terza Sezione. Introdotta a settembre 2023, l’udienza predibattimentale rappresenta la principale innovazione della riforma Cartabia. Nonostante il periodo di applicazione limitato, sono stati emessi 147 provvedimenti, 128 sentenze e 19 sentenze per prescrizione. Tuttavia, l’effetto deflattivo è ancora limitato, con una media di 1,55 procedimenti definiti per udienza, pari all’11,09% del totale trattato.

IL SETTORE CIVILE

Nel contenzioso civile, i procedimenti pendenti sono diminuiti da 19.612 a 17.523 (-11,92%). Le sopravvenienze sono calate del 14,18%, mentre le definizioni hanno registrato un calo del 13,29% rispetto all’anno precedente. L’indice di ricambio si è attestato al 123,72%, indicando un numero di definizioni superiore ai nuovi procedimenti. Nel 2023-2024, la giustizia civile ha mostrato buone performance nella riduzione delle pendenze nei settori principali, ad eccezione delle procedure concorsuali e della volontaria giurisdizione, che evidenziano criticità legate a un aumento delle sopravvenienze o a un calo delle definizioni. Da sottolineare un carico di lavoro per le controversie in materia di famiglia (1266) dove emergono casi di violenza familiare ma con maggiore speditezza dei provvedimenti di tutela delle parti deboli. Poco successo invece hanno riscontrato le mediazioni o conciliazioni limitate a mero passaggio pre-processuale. Drammatica la situazione per il sottodimensionamento del personale amministrativo, anche presso il Giudice di Pace, che ha una scopertura del 37 per cento.

LA SEDE DI AVERSA

Nel palazzo di Giustizia di Napoli Nord nell’ex castello aragonese da un milione di utenti guidato dal presidente Pierluigi Picardi il settore dibattimentale collegiale ha registrato una riduzione delle sopravvenienze, passate da 412 a 346, e un aumento delle definizioni, da 398 a 410. Questo ha consentito una diminuzione delle pendenze, che da 842 sono scese a 778. Per la prima volta, dopo un quinquennio di crescita costante delle pendenze (passate da 280 a 842), che il trend negativo viene invertito. In due anni sono aumentate le definizioni complessive passate da 320 a 410. Nel dibattimento monocratico pende un arretrato di diecimila processi per l’aumento di sopravvenienze anche se è stato definito un buon numero di processi. Nota dolente, le carenze strutturali per la mancanza di aule adeguati e il personale amministrativo e di altri magistrati.

I DATI

L’analisi dei reati commessi tra il 2023 e il 2024 mostra un panorama complesso e articolato, con aumenti significativi in alcune categorie e cali in altre. Gli omicidi volontari consumati (nessuno di camorra) sono aumentati di 7 casi rispetto al 2023. Tra i reati in crescita spiccano gli attentati, (da 1 a 3), danneggiamenti e i reati legati agli stupefacenti, (+17 casi). Aumento dei tentati omicidi (+2), e quelli commessi durante percosse o minacce mostrano tendenze crescenti. Lesioni dolose (+5,55%) e percosse (+13,63%) riflettono un incremento di violenze interpersonali. I furti in abitazione (+38%) e i furti con strappo (+34,65%) sono in crescita. Anche le estorsioni registrano un aumento significativo (+23,52%), mentre diminuiscono le rapine e le ricettazioni.

            Servizio esclusivo per Il Mattino di Biagio Salvati 

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