giovedì, 30 Gennaio 2025
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LA RASSEGNA STAMPA DI OGGI – “Il Fatto”, “Dagospia”, “Notix” e “Cronachedi” a cura di Ferdinando Terlizzi

“Accessi abusivi”

Striano-Laudati, l’inchiesta ritorna a Roma. Il giudice: “Quadro probatorio sussistente”

Di Fq
28 Gennaio 2025

C’è la conferma del Riesame di Perugia alla decisione del Gip: l’inchiesta sulle centinaia di migliaia di accessi abusivi alle banche dati della Direzione nazionale Antimafia torna a Roma, da dove tutto era partito. E i due principali indagati, l’ex magistrato Antonio Laudati e il tenente della Finanza Pasquale Striano, restano a piede libero, perché – si legge nelle dieci pagine di motivazioni firmate dal presidente estensore Alberto Avenoso – il pensionamento nell’aprile 2024 di Laudati, la circostanza che Striano da tempo non è in servizio attivo per problemi di salute, e “l’assenza di condotte (anche) astrattamente inquinanti successive a quelle stigmatizzate nella richiesta cautelare del maggio 2024” sostanziano “un significativo, prolungato, “tempo silente”. Dunque secondo i giudici del Riesame manca il pericolo di inquinamento probatorio e, nel caso di Striano, non c’è nemmeno il contestato pericolo di reiterazione dei reati.

Al Riesame il procuratore Raffaele Cantone, nel risollecitare per Laudati e Striano gli arresti domiciliari respinti dal Gip, aveva depositato un’attività integrativa d’indagine secondo la quale sono oltre 200 mila gli atti scaricati da Striano tra il 2019 e il 2022. Che si aggiungono alle migliaia di accessi abusivi già contestati alla banca dati, acquisendo così informazioni su decine e decine tra esponenti delle Istituzioni, del mondo economico, politici, protagonisti dello spettacolo e dello sport. Sentito dalla Commissione parlamentare Antimafia Cantone aveva parlato di un’indagine di portata “mostruosa ed “inquietante”, una sorta di “verminaio”.

L’indagine, che non è ancora conclusa e i cui tempi inevitabilmente si allungheranno, torna a Roma in base a una recente pronuncia della Cassazione, la 3866/2024: ha stabilito che la competenza nazionale della Dna “sottrae i magistrati a essa addetti” dall’applicazione dell’articolo 11 del codice di procedura penale. La Procura di Perugia non impugnerà la decisione del Riesame e la prossima settimana invierà il fascicolo. Soddisfatti i legali di Laudati e Striano, Andrea Castaldo, Maria Elena Castaldo e Massimo Clemente (“un’ulteriore riprova della piena legittimità dell’operato del consigliere”, secondo il professore Castaldo), ma è soddisfatto anche il procuratore Cantone: “il quadro probatorio” è stato “ritenuto sussistente” anche da parte del Riesame.

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CHE FA LORENZETTO DI NOTTE? LE PULCI AI GIORNALI – CHI DISSE PER LA PRIMA VOLTA “CAZZO” IN RADIO? SECONDO CORRADO AUGIAS, FU UNGARETTI. IN REALTÀ FU LO SCRITTORE CESARE ZAVATTINI, IL 25 OTTOBRE 1976, NEL CORSO DI “VOI ED IO, PUNTO A CAPO”, IN RAI: “VOGLIO PRONUNCIARE UNA PAROLA CHE ALLA RADIO NON SI DICE MAI”. LUNGA PAUSA: “CAZZO” – “IL  MESSAGGERO” CHIAMA IL VICEPRESIDENTE DEGLI STATI UNITI “’D.J.’ VANCE”. ABBIAMO FINALMENTE L’EREDE DI ALBERTINO E DI DJ FRANCESCO…

DAILY MAGAZINE

 

Regione, nel Pd trovata la quadra: il candidato è Raffaele Cantone, De Luca senior torna a fare il sindaco di Salerno, il figlio Piero entra nella segreteria del partito

L’EDITORIALE DI ANTONIO ARRICALE

 – C’è un De Luca pubblico, in questi giorni, che mostra i muscoli, stringe la mascella e batte i pugni sul tavolo, minacciando di fare sfracassi al fine di essere nuovamente candidato – per la terza volta – alla presidenza della Regione.

E c’è un De Luca privato, che ragiona, morde la lingua, si confronta con i fedelissimi, e soprattutto si preoccupa per la carriera del figlio Piero, deputato Pd, il quale è venuto a trovarsi – suo malgrado – in una posizione a dir poco sgradevole. Stretto tra due fuochi: i capricci e la bolumia di potere del padre e le ragioni politiche del partito.

Ed è al De Luca privato che bisogna guardare, in questi giorni, per capire in quel che resta – nonostante tutto – il suo partito (il Pd, appunto) se si riuscirà a trovare la quadra. Perché, una cosa è certa, il centro-sinistra non può pensare nemmeno minimamente di conservare la Regione Campania presentandosi agli elettori con un fronte diviso.

Né – checché lui ne dica, prima ancora che ragionevolmente pensi – lo Sceriffo può davvero immaginare di correre e vincere da solo, unicamente con l’appoggio dei suoi consiglieri uscenti – tra i quali, i più attrezzati politicamente ed elettoralmente, sembrano anche azzoppati da pesanti inchieste e vicende giudiziarie – e che in fondo devono solo a lui la fortuna politica di cui godono.

Certo, a questo punto – come i più avveduti analisti vanno spiegando da tempo – per provare a ritrovare l’equilibrio, la quadratura del cerchio, bisogna rimescolare necessariamente le carte, rivedere gli accordi, rimangiarsi le promesse. Insomma, ricominciare daccapo.

La chiave di volta del Pd di Elly Schlein – come si è capito in questi mesi – accantonate le sirene di temi e slogan vuoti difficili da far digerire alla pancia della gente, è tornata ad essere la bandiera della legalità. Tema, peraltro, coerente anche con il rispetto del limite al terzo mandato, previsto da una legge dello Stato del 2004 e dunque non è un capriccio di oggi, peggio, una mera posizione anti-deluchiana. Rispetto del limite, peraltro, che riaprirebbe sempre al Pd, sul fronte della sinistra, anche una qualche possibilità in Veneto, declinata definitivamente la possibilità del quarto mandato anche a Zaia.

E, dunque, è su questo terreno che si potrebbe trovare la quadra. E forse la si è trovata. E siccome i princìpi camminano sulle gambe degli uomini, è sul nome dell’uomo che bisogna puntare per sgombrare il campo da tutte le possibili resistenze. E il nome per la presidenza della Campania ora c’è, dicono i bene informati. Invero, girava sotto traccia da tempo, ma ora sembrerebbe ufficiale. E’ quello di Raffaele Cantone, magistrato, Procuratore capo a Perugia, già presidente dell’Autorità nazionale anticorruzione. Insomma, un nome autorevole, altro che Fitto (con il dovuto rispetto, s’intende). Nome, rispetto al quale, anche De Luca padre non troverebbe disonorevole fare un passo indietro. Tanto più che per questo suo sacrificio – come usa dire in questi casi – ci sarebbe una doppia e lauta ricompensa. Lo Sceriffo tornerebbe, infatti, alle origini, da dove è partito: a fare il sindaco di Salerno. E per il figlio Piero ci sarebbe, intanto, un ruolo nazionale nel partito e, dunque, la garanzia di essere rieletto alla Camera nel 2027.

Nelle foto, da sinistra: Raffaele Cantone, Vincenzo De Luca, Elly Schlein e Giuseppe Conte

 

Tragedia a Malta. 36enne di Santa Maria Capua Vetere muore in un incidente. LA FOTO

Danilo De Dominicis

 

 

SANTA MARIA CAPUA VETERE – Un grave lutto colpisce la città di Santa Maria Capua Vetere. Ieri sera Danilo De Dominicis, sammaritano di 36 anni, ha perso la vita nell’incidente che si è verificato attorno alle 20:15 di ieri sera a Msida, sull’isola di Malta. Secondo quanto riferito dalla Polizia, l’uomo che, da diversi anni è residente a Birkirkara dove lavora in ambito finanziario, stava attraversando i tunnel lungo Triq Mikiel Anton Vassalli quando, per ragioni al vaglio degli inquirenti, ha perso il controllo della sua motocicletta Honda finendo per schiantarsi contro un muro per poi cadere rovinosamente sull’asfalto. Sul posto è intervenuta l’ambulanza che ha soccorso e trasportato d’urgenza la vittima all’ospedale Mater Dei, dove purtroppo ne è stato dichiarato il decesso di lì a poco.

Laureato alla facoltà di Economia dell’Università della Campania “Luigi Vanvitelli”, accolse con gioia l’opportunità di lavorare a Malta, dove si era trasferito da tempo. Danilo è fratello di Paolo De Dominicis, stimato avvocato che opera presso il rinomato studio Stellato. L’Inter è sempre stata tra le sue grandi passioni, che condivideva insieme al fratello presso l’Inter Club “Peppino Prisco” di Santa Maria Capua Vetere. La notizia ha sconvolto tutta la comunità sammaritana che piange una giovane mente trasferitasi all’estero per fare successo nel lavoro che ha sempre svolto con brillantezza.

S. Maria C.V., cittadini cacciati dall’ufficio Protocollo: dipendente nei guai

Rosida Baia e Raffaele Aveta

SANTA MARIA CAPUA VETERE – L’amministrazione comunale ha avviato il procedimento disciplinare nei confronti di un dipendente in servizio all’ufficio Protocollo. Alla base della determina firmata dalla dirigente del settore Affari istituzionali a Giacomina Giustino c’è un “episodio increscioso” verificatosi il 16 gennaio scorso, secondo quanto si legge nell’atto. In mancanza di altri elementi, tocca rivolgersi ai dipendenti per saperne di più. Stando a quanto si può ricostruire, quel giorno alcuni cittadini si sono presentati in ufficio e il dipendente li avrebbe invitati (sembra con modi bruschi) a uscire, per evitare assembramenti.

Secondo le voci filtrate da Palazzo Lucarelli, i cittadini sarebbero stati accompagnati in ufficio dall’assessore Rosida Baia, che però, contattata da “Cronache”, smentisce la sua presenza sul posto e dichiara di non sapere niente dell’accaduto. Sulla vicenda interviene il consigliere di opposizione Raffaele Aveta, annunciando che chiederà chiarimenti in Consiglio al sindaco Antonio Mirra. “Capita che assessori e consiglieri accompagnino cittadini negli uffici ed è una pratica da abbandonare: in questo modo atti dovuti diventano favori. Va quindi appurato come siano andate esattamente le cose”.

Nell’atto di apertura del procedimento disciplinare, la dirigente richiama il regolamento del Comune, notando che il dipendente durante l’orario di lavoro deve “mantenere nei rapporti interpersonali e con gli utenti condotta uniformata a principi di correttezza ed astenersi da comportamenti lesivi della dignità della persona”. Adesso l’impiegato rischia la sanzione disciplinare dal minimo del rimprovero verbale o scritto al massimo della multa di importo pari a 4 ore di retribuzione. Resta da vedere quali saranno gli sviluppi della situazione.