Erumna

e-rùm-na

Significato Fatica, tribolazione; sciagura

Etimologia voce dotta recuperata dal latino aerùmna ‘afflizione, sofferenza, calamità’, ma propriamente ‘peso, carico’.

  • «È un’erumna che ha coinvolto tutta la comunità, e se ne parla ancora oggi.»

Anche la lingua ha le sue cantine, in cui possiamo ritrovare cose dimenticate, o del tutto ignote, d’aspetto . Cose che devono aver avuto un certo valore, anche se adesso sono , che hanno una lunga storia e un’ davvero inusuale.

‘Erumna’ (o ‘erunna’, se vogliamo lisciare ancora un po’ latinismo in una forma più ) è una parola con significati molto seri. Il latino aerumna infatti indicava l’impresa, la fatica, che si tingeva conseguentemente di afflizione, e sofferenza, per arrivare alla sciagura, alla  — ma il primo senso era quello del carico fisico, del peso da sopportare, che poi acquista una dimensione morale. Ad esempio un modo molto ricorrente con cui venivano chiamate le famose fatiche di Ercole è aerumnae Herculi, un uso che ci unisce bene missione e .

Ora, è una parola di provenienza sconosciuta; tentativi di ricondurla a un prestito greco sembrano , e l’ipotesi di un prestito etrusco è, come quasi sempre, indimostrabile, per quanto suggestiva. Ebbe un largo uso, anche nel latino più celebre del periodo più marmoreo, con derivati come aerumnàbilis ed aerumnosus; anzi, si riporta in modo ricorrente che le fosse collegata una divinità, figlia di Nox, la Notte, chiamata proprio Aerumna — divinità patrona dell’ o contro l’inquietudine (ma francamente le fonti sono poco convincenti).
Ad ogni modo, è una parola che a dispetto di quello antico non ha avuto grande successo posteriore: ‘erumna’ è stata recuperata sì in italiano, nel XIV secolo, quando usava dare in pasto a questa giovane lingua le parole che le mancavano prendendole a piene mani dalla dispensa del latino — ma il suo uso è stato relativamente . Quindi, che cosa abbiamo in mano?

Un gran . Una parola molto ricercata, dall’aria antica ed enigmatica, che al volo è quasi indecifrabile, e che  solo alcuni dizionari dell’uso riportano. Però interviene su un campo di significati — quello del  che si allarga al respiro della sciagura — tanto quotidiano quanto difficile: da un lato le parole di questa zona si possono prestare all’eccesso e al patetico (afflizioni, , tormenti, ), dall’altro possono risultare comuni,  spicciole (, fatica, pena, ). L’erumna è un’alternativa molto forte, fuori dai discorsi soliti, e dà subito una prospettiva profonda, antica, su questo  umano. Inoltre offre un bel manico su come la fatica sia anche un’impresa. Merita una menzione anche l’erumnoso, che è afflitto.

Il nonno ci racconta delle erumne passate quando venne via dal suo paesello, parliamo dell’erumna di un’opera  e inutile che ha ferito un territorio, dell’erumna accettata e  dall’amica, tremendamente determinata a raggiungere il suo obiettivo. Ha il profilo di un voto, il profilo di un fato. Non è una parola facile da spendere (nemmeno da imparare), ma le parole poco amichevoli hanno un  tremendo.