*Adelante, Europa!! Con giudizio e coraggio* di Vincenzo D’Anna*
Non c’è alcun dubbio ormai. Il vecchio ordine mondiale sorto a Yalta nel febbraio del 1945, con l’obiettivo di creare una stabilità internazionale dopo la fine della seconda guerra mondiale, è diventato un vecchio arnese della storia. Ciò che rimane (per le mutate condizioni economiche e geo-politiche) dei Paesi che parteciparono a quella storica conferenza si è messo alla ricerca di nuovi equilibri in grado di garantire ricadute benefiche alle rispettive economie nazionali. In fondo le nuove tecnologie civili e militari, i sistemi telematici (e la loro sicurezza) e la micro elettronica hanno sempre più bisogno di particolari materie prime e speciali risorse che hanno soppiantato le antiche necessità. In soldoni: non servono più “solo” petrolio, gas, carbone, silicio, alluminio e rame quanto e soprattutto quegli elementi che i chimici hanno battezzato “lantanidi” ed “attinidi” reperibili nelle cosiddette “terre rare”. Con questi materiali si realizzano micro processori e computer sempre più veloci e potenti e questi ultimi entrano a far parte di più complessi aggregati tecnici. Il rapido ingresso della Cina in Afghanistan, dopo la fuga degli Americani, ha proprio lo scopo di sfruttare quelle risorse. Idem per la bizzarra idea di Donald Trump di appropriarsi della Groenlandia e di aggregare il Canada agli Stati Uniti. Da quella medesima esigenza, secondo qualcuno, sarebbe partita finanche l’annessione del Donbass ucraino da parte dei Russi. Insomma la politica e gli eserciti sono ormai tesi a questa tipologia di conquiste. Lo stesso dicasi per la Vecchia Europa che pure avrebbe un bisogno estremo di tenersi all’avanguardia nel campo della produzione e dei mercati. Peccato che dall’altra sponda dell’Oceano ci sia chi come il presidente Usa, indossando le (false) vesti dello sprovveduto, nell’impossibilità di ricostruire – per mano militare – i vecchi equilibri internazionali, tenda a rovinare i rapporti con gli storici alleati Ue per porre un argine alle manie di grandezza di Mosca.
Il tycoon newyorchese non mostra rispetto per le istituzioni internazionali che pure furono un’emanazione di quell’ordine sorto dalle ceneri dell’ultima guerra. Il leader repubblicano prova semplicemente disprezzo per organismi come Onu, Oms e Tribunale dell’Aia; considera “carta straccia” i vari trattati siglati sull’ambiente e sui commerci. Risultato: minaccia i partner della Nato annunciando libelli di spesa per gli armamenti addirittura al 5% del loro prodotto lordo, quando invece gli States stessi spendono si e no il 3% (anche se di più consistente entità). In poche parole: l’inquilino della Casa Bianca non intende più sborsare un dollaro per il Vecchio Continente. A dir poco elementare il suo ragionamento: l’antagonista, il vero competitore degli Usa oggi è la Cina e non più la Russia? Allora il cuscinetto europeo non serve più, essendo peraltro scomparsa la “cortina di ferro” che un tempo separava le nazioni liberali occidentali da quelle poste sotto il tallone sovietico. Eppure Trump, per quanto grossolano possa essere sul piano culturale, è un miliardario e come tale anche un astuto e navigato imprenditore, che, seppur sgarbatamente punto a realizzare i propri interessi, non può ignorare che un esercito europeo, ben armato, con uomini impegnati sul campo, fungerebbero da “cane da guardia” al servizio di Washington sullo scenario orientale. Vero è che a Yalta prese avvio un sistema politico e giuridico che avrebbe dovuto fare da guardiano della stabilità internazionale, prevenendo le aggressioni e le dispute fra gli Stati. Ma oggi quello strumento (ed i suoi corollari), privato di concretezza funzionale, semplicemente non esiste più!! Il resto lo ha fatto la debolezza lampante dell’Onu, che pure venne a sostiture la Società delle Nazioni sorta alla fine del primo conflitto mondiale (il più clamoroso esempio della fine degli strumenti posti a presidio della pace e della stabilità). Paralizzato dai veti incrociati il dibattito al palazzo di vetro si è spostato, per anni, sui diritti umani e sugli aiuti ai paesi sottosviluppati, mai incidendo sul piano politico e diplomatico internazionale. “Meglio le chiacchiere che la guerra”, diceva Churchill. Vero. Però i tempi sono cambiati. Gli Usa non hanno più uomini politicamente illuminati e lungimiranti alla Casa Bianca ma “solo” scaltri imprenditori e l’Europa si è ritrovata improvvisamente “mollata”. Eccola dunque posta innanzi ad un bivio che può nascondere sia una difficoltà che un’opportunità storica. Per scelta o per necessità, Bruxelles deve imparare a camminare sulle proprie gambe. Adelante Europa!! Con coraggio e con giudizio.
(*) Già Parlamentare