Il viaggio a Marcianise – La lettera anonima che accusava la suora per la sua qualifica di infermiera, gli inquirenti addirittura sospettarono di lei come l’esecutrice materiale del delitto cioè che avesse praticata lei la puntura letale alla moglie del suo amante
di Ferdinando Terlizzi (*)
La morte della giovane sollevò un’ondata di commozione negli ambienti palermitani, ma anche una bufera di pettegolezzi. Cominciarono a insinuarsi una serie di atroci dubbi sul decesso di Sofia e sullo strano comportamento del marito. Il sospetto che l’errore fosse voluto e che Girolamo avesse ucciso la moglie per un’altra donna, prese vita nell’animo di molte persone, specie dopo che saltò fuori il nome di Filomena Salzillo. La suocera, Aurelia Alberini, un’insegnante diffidente e piena di livore, giurò a se stessa che se i fatti avessero confermato i sospetti, avrebbe spedito in galera Girolamo Lo Verso e buttato la chiave. Non aveva mai provato simpatia per l’uomo e si era opposta al matrimonio. Sul letto di morte, Sofia disse alla madre: “Avevi ragione tu, non è l’uomo che sembra… Aiuta queste creature come puoi sulla via del bene”. Per la suocera la conferma che aspettava. Il medico, una settimana dopo la morte di Sofia, si allontanò da Palermo per recarsi a Marcianise dove abitava Filomena Salzillo, vi rimase otto giorni. Il ritorno a Palermo scatenò una serie di congetture, ma il medico fece finta di nulla e continuò la sua vita. Di più, accolse in casa la Salzillo e la tenne come infermiera, come segretaria e come amante. La suocera, però, Aurelia Alberini non era però rimasta con le mani in mano. Il comportamento del genero l’aveva disgustata al punto da giurare vendetta. Una lettera anonima indirizzata alla Procura del re aveva insinuato che il medico avesse avvelenato la moglie per stare con un’altra donna. Il magistrato dispose la riesumazione della salma di Sofia Malatto e l’autopsia.
La perizia rivelò tracce di sublimato corrosivo e il medico fu arrestato e incriminato di uxoricidio aggravato. Interrogato a più riprese dal procuratore, Girolamo Lo Verso sostenne di avere iniettato una sola volta, per errore, il sublimato alla moglie, e asserì che la dose mercuriale non avrebbe mai potuto causarne la morte. La gente ha sempre continuato a pensare che Girolamo Lo Verso, spinto dalla fosca passione per la suora dell’Ordine delle Figlie della Carità, uccise la giovane moglie Sofia Malatto.
2 – (*) Continua – La prima puntata è stata pubblicata domenica scorsa – Ferdinando Terlizzi – Delitti in bianco & nero a Caserta – Edizioni Italia – 2017 –