Caso paragon

Cronisti spiati, governo si rifiuta di rispondere

ieri al Copasir – Valensise (Aisi): “Mai usato per i giornalisti”

Di Alessandro Mantovani e Valeria Pacelli
19 Febbraio 2025

Esplode alla Camera il caso dello spionaggio perché il governo, in imbarazzo o incapace di gestire la situazione, nega formalmente una risposta alle interrogazioni delle opposizioni. Lorenzo Fontana, presidente dell’Assemblea di Montecitorio, ha scritto agli interroganti che il governo di Giorgia Meloni ritiene di aver già “fornito le uniche informazioni pubblicamente divulgabili” e che “ogni altro aspetto delle vicende di cui trattasi – ha scritto ancora Fontana riferendo di una lettera del sottosegretario delegato ai Servizi, Alfredo Mantovano – deve intendersi classificato e, ai sensi dell’articolo 131, comma 1 del regolamento della Camera, anche se richiamato in futuri atti non potrà formare oggetto di informativa da parte del governo se non nella sede del Copasir”.
Il precedente è pericoloso, i capigruppo di Pd, M5S, Avs, Iv, Azione e Più Europa denunciano il “grave vulnus al principio di trasparenza e alla funzione di controllo del Parlamento”. Anche perché le interrogazioni non riguardano attività riservate. Peraltro l’intelligence sta già rispondendo al Copasir. Ieri Bruno Valensise, direttore dell’Aisi (Servizi interni), ha spiegato in audizione che l’agenzia, come l’Aise (esteri), utilizza Graphite, lo spyware dell’israeliana Paragon Solutions. L’ha fatto in pochi casi e per periodi limitati soprattutto per valutare l’efficacia della tecnologia “zero click”, lo spyware che infetta i telefoni senza che i proprietari clicchino alcunché. Valensise ha spiegato che il software è stato usato secondo la legge, ma mai nei confronti dei giornalisti. Tra i sette italiani informati da Meta (Whatsapp) c’è infatti Francesco Cancellato, direttore di Fanpage.it che tra le altre cose ha fatto un’inchiesta sulle fascisterie tra i giovani di FdI, ma anche diversi attivisti della Ong Mediterranea, compreso l’ex leader no global, Luca Casarini. Il direttore dell’Aise Giovanni Caravelli aveva già escluso attività nei confronti di tutti e sette.Il governo è dunque in difficoltà. Nei giorni scorsi è stato costretto ad ammettere la sospensione del contratto con Paragon. In precedenza il quotidiano israeliano Haaretz aveva scritto che Paragon aveva interrotto la collaborazione con l’Italia per l’apparente uso improprio, contro giornalisti, del suo software. Il governo prima aveva negato, poi ha fatto trapelare la conferma della sospensione concordata in attesa di verifiche. Sempre Haaretz ha scritto che Paragon aveva fornito Graphite a un’agenzia di intelligence e a una forza di polizia nel nostro Paese. Le agenzie (Aisi e Aise) ci sono entrambe, la forza di polizia ancora no. Sono quattro: contattate dal Fatto polizia, carabinieri e finanza hanno negato di usarlo. E non dispone del software – secondo quanto risulta al Fatto da una fonte non ufficiale di via Arenula – neanche la polizia penitenziaria, chiamata in causa da Matteo Renzi. Le opposizioni vogliono sapere con certezza chi utilizzi questo spyware. Se le intercettazioni non sono state condotte secondo la legge sono un reato, ci sono già diverse denunce. E tra poco ne arriverà anche una della Fnsi, il sindacato dei giornalisti.

Bonifici da berlusconi

Processo Dell’Utri, chiesto di spostare processo a Milano

Di fq
19 Febbraio 2025

È stata aggiornata al 25 marzo prossimo l’udienza preliminare a Firenze per Marcello Dell’Utri, imputato di violazione della normativa antimafia e di trasferimento fraudolento di valori. Insieme all’ex senatore è imputata nello stesso procedimento la moglie Miranda Ratti, accusata di trasferimento fraudolento di beni. L’udienza proseguirà a marzo perché gli avvocati difensori Centonze e Dinacci hanno sollevato un’eccezione di incompetenza territoriale sulla quale il gip si è riservato di decidere. La procura fiorentina ha chiesto il processo per l’ex senatore di Forza Italia poiché non avrebbe rispettato la legge Rognoni-La Torre, che impone ai condannati in via definitiva per fatti di mafia di dichiarare incrementi o diminuzioni del patrimonio personale. Secondo l’accusa, l’ex senatore e sua moglie non avrebbero dichiarato 42.679.200 euro come variazione del reddito. La somma non dichiarata sarebbe pari ai bonifici bancari che B. avrebbe versato a Dell’Utri una volta condannato con decisione passata in giudicato.

Strage Ustica, il Tg1 riabilita la teoria della bomba a bordo nella rubrica libri

19 Febbraio 2025

Un servizio del Tg1 riapre la polemica sulla strage di Ustica. Domenica 16 febbraio, al tg delle ore 13 va in onda un servizio sul libro “definitivo” sull’aereo Dc-9 Itavia precipitato durante il volo Bologna-Palermo il 27 giugno 1980: titolo Uscire dal labirinto, un volume di oltre 400 pagine, 24 autori, a cura di Gregory Alegi. Intervistato suggestivamente nella cabina di pilotaggio di un aereo, Alegi spiega che l’aereo sarebbe esploso in volo a causa di una bomba a bordo, collocata in una toilette.
Insorge subito Daria Bonfietti, presidente dell’Associazione dei famigliari delle vittime della strage di Ustica, che si dice “scandalizzata che sulla tv pubblica si sia dato spazio a un volume che continua a sostenere la tesi della bomba a bordo come causa della tragedia di Ustica. Scandalizzata che si continui a riproporre come verità indiscutibile una perizia che è già stata bocciata dalla magistratura. Scandalizzata per una operazione che, più che informazione, si dimostra propaganda”.
Alegi è uno dei fondatori di Avdau, l’associazione vicina ai generali dell’Aeronautica militare che avversa la ricostruzione del disastro come effetto di una battaglia aerea avvenuta quella notte nei cieli di Ustica, sostenendo invece la tesi della bomba a bordo, che solleva i militari italiani da ogni eventuale responsabilità a proposito di depistaggi, sparizione di tracciati radar, omissioni di controllo del traffico aereo nei cieli italiani. Alegi replica che il volume da lui curato “dà conto di tutte le posizioni, compreso il missile caro a Daria Bonfietti e la quasi collisione sposata dal giudice Rosario Priore quando del missile non trovò traccia”.
Recentemente, la Presidenza del Consiglio ha chiesto ad Avdau di non utilizzare la dizione “associazione riconosciuta dalla Presidenza del Consiglio dei ministri”.

FONTE:
discarica abusiva rifiuti bacoli napoli

“A “TERRA DEI FUOCHI” NEL GIARDINO DI CASA – UNA DISCARICA ABUSIVA, CONTENENTE OLTRE 15 TONNELLATE DI RIFIUTI SPECIALI, È STATA SCOPERTA E SEQUESTRATA DALLA FINANZA A BACOLI, IN PROVINCIA DI NAPOLI – UNA PERSONA È STATA DENUNCIATA PER VIOLAZIONI AMBIENTALI: NEL SUO GIARDINO SONO STATI TROVATI PEZZI DI AMIANTO, TRASFORMATORI E CONDENSATORI DI FRIGORIFERI E CLIMATIZZATORI, RIFIUTI DA APPARECCHIATURE…

FONTE:

DAILY MAGAZINE

 

Accoltella il rivale in amore nella paninoteca: 18enne in cella per tentato omicidio

TORRE DEL GRECO – Aggredisce il rivale in amore accoltellandolo per quattro volte. E’ accaduto a Torre del Greco, dove una lite tra due ragazzi di 18 e 20 anni per una ragazza contesa poteva finire in tragedia.

La ragazza aveva lasciato il 18enne per fidanzarsi con il ventenne. Una scelta non accettata, da qui la richiesta al ragazzo più grande di vedersi. Il 20enne accetta di incontrarsi ed inizia la discussione. Il litigio si trasforma in pochi minuti in zuffa e infine termina in aggressione. Il 18enne, scrive l’Ansa, impugna un’arma e sferra quattro colpi al ragazzo, uno dei quali raggiunge il polmone. Interviene il proprietario della paninoteca che ha visto i tafferugli da lontano. Il commerciante carica in macchina il 20enne e corre all’ospedale Maresca.
Partono intanto le ricerche del 18enne. Si va prima a casa del giovane e i suoi genitori – preoccupati per le sorti del proprio figlio – non sanno dove sia né cosa sia accaduto. I carabinieri raggiungono anche l’abitazione della minorenne fidanzatina contesa ma del 18enne nessuna traccia. Le gazzelle percorrono le strade di Torre del Greco fino a quando i genitori avvisano i carabinieri dicendo che il ragazzo è con loro. Gli smartphone e le conversazioni social saranno sequestrate e i testimoni sentiti. Il 18enne è stato sottoposto a fermo per tentato omicidio. La vittima è tuttora ricoverata in ospedale. L’arma non è stata rinvenuta.

Lavori di allacciamento delle fogne ai Regi Lagni: dodici sotto inchiesta

Accusati di aver eseguito gli interventi senza archeologo e autorizzazione paesaggistica

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VILLA LITERNO – Collegare il collettore fognario che parte da Santa Maria La Fossa, e attraversa Grazzanise e Cancello Arnone, con l’impianto di depurazione noto come ‘Foce Regi Lagni’ situato nel territorio liternese: è questo il tema dell’intervento, avviato circa cinque anni fa, dal valore di oltre 11 milioni di euro. Un’opera finanziata con il Fondo per lo sviluppo e la coesione 2007-2013 che aveva e ha come obiettivo quello di “accrescere la capacità di offerta, la qualità e l’efficienza del servizio idrico, e rafforzare la difesa del suolo e la prevenzione dei rischi naturali” .Parte della procedura seguita per dare il via ai lavori, secondo la Procura di Napoli Nord, non è stata eseguita correttamente e per tale ragione ha messo sotto indagine i componenti delle giunte di Villa Literno attive nel 2020 e 2021, oltre a tecnici e al titolare dell’impresa che ha eseguito l’opera. Le ipotizzate criticità riscontrate non riguardano, però, l’iter di assegnazione dei lavori.
In cosa consisterebbero? Poiché l’area di intervento (consistente in scavi, con altezza massima di 2 metri e 50, fino alla quota del collettore esistente, con successiva stratificazione con materiale di riporto) è sottoposta a vincolo paesaggistico e ritenuta di notevole interesse pubblico, trattandosi di zona ad alta probabilità di rinvenimento di emergenze archeologiche, per procedere bisognava nominare proprio un archeologo che seguisse l’operazione. Altro aspetto, secondo l’accusa, violato: non ci sarebbe stata l’autorizzazione paesaggistica. Per queste ipotizzate mancanze, gli inquirenti hanno indagato l’ex sindaco Nicola Tamburrino, l’allora suo vice (adesso primo cittadino – dal 2021) Valerio Di Fraia e chi all’epoca sedeva con loro al tavolo della giunta, ovvero Raffaela Ucciero, Arturo Caiazzo, Giovanni Musto, Iovine Tammaro, Carloantonio Falcone, Diana Tammaro, Franca Mercurio, l’ex dirigente dei Lavori pubblici, l’ingegnere Felice Zippo, Rocco Galgano direttore del cantiere, e Salvatore Maisto, patron dell’impresa che ha eseguito gli interventi.
L’attività investigativa è stata condotta dai carabinieri del Nucleo tutela patrimonio culturale: inizialmente l’ipotesi contestate era quella di abuso d’ufficio. Nelle scorse ore, la Procura ha notificato agli inquisiti l’avviso di conclusione dell’indagine preliminare, step che ora porterà il pubblico ministero a valutare se avanzare o men la richiesta di rinvio a giudizio.
Gli indagati sono da ritenere innocenti fino a un’eventuale sentenza di condanna irrevocabile. Il collettore da allacciare ai Regi Lagni, nel 2021, venne sottoposto a sequestro su ordine del gip del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere, su richiesta della Procura, a seguito del suo collassamento in più tratti, circostanza che comportava, secondo l’accusa, il deterioramento delle acque, del suolo e del sottosuolo causato dalla dispersione dei reflui urbani.
Questa vicenda non c’entra con la storia giudiziaria che ha toccato, ora, gli amministratori liternesi, ma tenerla presente serve a tracciare il complicato contesto in cui si è svolto il collegamento dell’infrastruttura ai Regi Lagni.
Questi lavori, necessari, ma che non accennavano a iniziare, su sollecitazione per rimediare anche ai problemi riscontrati che portarono al sequestro, finalmente presero il via circa quattro anni fa. A quanto pare, il cantiere iniziò a operare in un’area che non era sottoposta a vincolo e nel 2022 giunse una nota della Soprintendenza che dava lo stop ai lavori in attesa di nominare l’archeologo che mancava. Nomina che venne fatta poco dopo.
Quindi l’ipotizzata irregolarità risulterebbe ascrvibile al periodo 2020-2021. La seconda violazione contestata, come detto, riguarda invece l’assenza di autorizzazione paesaggistica.
L’eventuale processo servirà a chiarire le responsabilità dei tecnici in queste ipotizzate mancanze e il ruolo avuto dalla parte politica.
L’attuale sindaco Valerio Di Fraia si è detto fiducioso nell’operato della magistratura e ha dichiarato che sfrutterà tutte le occasioni che gli saranno concesse per chiarire la propria posizione.