ansa.it, 22 febbraio 2025

“Durante la riunione abbiamo evidenziato come la scelta di chiudere l’Icam di Lauro, l’unico Istituto a custodia attenuata per madri detenute del Mezzogiorno aperto nel 2016, tra l’altro, con un grosso finanziamento di circa un milione di euro realizzato per ristrutturare quello che in precedenza era l’Icatt (istituto a custodia attenuta per il trattamento delle tossicodipendenze) appare assolutamente dannosa. Il rischio è, che d’ora in poi, da Roma in giù alle detenute madri sarà precluso il rispetto del principio della territorialità della pena, non potendo godere del loro diritto alla difesa, al reinserimento nel territorio, nonché il diritto a conservare relazioni dirette con i propri familiari.

I tre bambini oggi presenti in Istituto interromperanno il loro percorso scolastico in corso. Ma allora perché non aprire una sezione loro dedicata nella Casa circondariale di Avellino, anziché destinarle negli Istituti di Milano e Venezia? Oppure, perché non chiudere uno dei tre piccoli Istituti per detenuti madri presenti nel nord Italia?”

Lo dice il garante dei diritti dei detenuti della Campania, Samuele Ciambriello, che con il garante comunale di Napoli Don Tonino Palmese, il garante provinciale di Avellino Carlo Mele e la garante provinciale di Benevento Patrizia Sannino, la garante comunale di Benevento Giovanna Pagliarulo, ha avuto un incontro con la Provveditrice dell’Amministrazione penitenziaria campana Lucia Castellano riguardo ad alcune criticità degli istituti penitenziari campani, e per sollevare, si legge in una nota, “perplessità sulla chiusura dell’Icam di Lauro”.

Le detenute madri in Italia attualmente sono 10 di cui 3 ancora a Lauro, 3 in Veneto, 1 in Piemonte e 2 in Lombardia. Durante la riunione, sono state evidenziate altre criticità dai garanti: “Allarmante è il tema della salute mentale nelle carceri campane per l’aumento considerevole di detenuti con sofferenza psichica, malati psicotici. In tal senso, abbiamo richiesto soluzioni rispetto alla chiusura delle articolazioni psichiatriche di Benevento e Sant’Angelo dei Lombardi, ormai chiuse da tempo e non riutilizzate.

Ancora, abbiamo segnalato, con riferimento alle restrizioni che da un anno ci sono in carcere per l’ingresso di indumenti e generi alimentari, lo scandalo dei prezzi eccessivi per il sopravvitto nelle carceri”. “Abbiamo fatto riferimento al sovraffollamento in Campania, ad un migliaio di detenuti campani che devono scontare meno di un anno di carcere di cui non si hanno notizie o relazioni dagli Istituti. Spesso – conclude Ciambriello – la carenza di personale preposto al nucleo di traduzione non garantisce i ricoveri e le visite mediche specializzate negli ospedali. L’insufficienza degli agenti di polizia penitenziaria non garantisce il diritto allo studio e l’utilizzo dei campi sportivi in alcuni Istituti”.