Il Caffè di Massimo Gramellini «Elio sì, Elio no»

«”La musica di oggi non è peggiore di quella di prima: la musica di oggi non esiste”. Così parlò Elio delle Storie Tese, e nel leggere la sua intervista al Giorno mi sono sentito finalmente compreso (o vendicato?) da uno che di musica ne capisce molto più di me. Perché coi vecchi amici con cui ho bazzicato stadi e palazzetti al seguito dei vari Genesis, Bowie, Ramones, Dalla-De Gregori e Police si finisce spesso per manifestare sgomento di fronte ai testi impoetici e alle sonorità mollicce del Ventunesimo secolo. E per chiedersi, proprio come fa Elio, quale curiosa mutazione abbia prodotto una gioventù (vincitore di Sanremo compreso) che ai ruggiti lirici del rock preferisce i miagolii deprimenti dell’autotune.
Poi mi è venuto in mente che un analogo discorso di decadenza avrebbe potuto riguardare la letteratura, la pittura, il cinema, il calcio, il giornalismo… Per non sprofondare nella disperazione e trasformarmi in un autotune vivente, mi sono persuaso che, in fondo, ogni epoca ha l’arte che si merita e che più le corrisponde. Se oggi i cantanti non vogliono più spaccare il mondo è perché nessuno crede più di poterlo spaccare (forse perché è già spaccato di suo). L’unica certezza è che tra trent’anni Olly rilascerà un’intervista per lamentarsi di quanto sarà caduta in basso la musica rispetto a quand’era giovane lui, e i suoi coetanei gli daranno amaramente ragione. Penseranno di averla inventata loro, la “balorda nostalgia”, mentre i primi a soffrirne sono stati Adamo ed Eva».