La città di Caserta, e non solo, è sotto choc per la tragedia che si è consumata ieri nello studio dell’avvocato civilista Roberto Picariello, proprio mentre il Consiglio dell’Ordine degli avvocati – a Santa Maria Capua Vetere – quasi nelle stesse ore, celebrava il riconoscimento a tanti suoi colleghi con l’attestazione di “Senatore”. Quella che doveva essere una giornata di leggerezza ed entusiasmo, un momento di festa per la premiazione di tanti professionisti, si è trasformata più tardi in un evento segnato dal dolore, gettando sconforto sull’intera avvocatura.

L’avvocato Picariello, 71 anni, originario di Teano, figura stimata e ben inserita nella vita sociale cittadina, è stato trovato senza vita nel suo studio legale di via De Gasperi: accanto a lui, una pistola legalmente detenuta, usata per mettere fine alla sua vita. Separato, lascia due figli Iole e Renzo. Era titolare con la figlia dello studio legale avviato poco prima degli anni Ottanta ed era specializzato in varie branchie del diritto. Iscritto all’Ordine dal 1979 era diventato Cassazionista nel 1995. Un dramma che si è abbattuto su un contesto di professionalità e successi, lasciando attoniti quanti lo conoscevano. Solo due anni fa, anche lui aveva ricevuto l’attestazione di Senatore dell’Ordine, un riconoscimento al suo lungo e prestigioso percorso professionale. A dare l’allarme sarebbe stato un familiare, sconvolto dalla scoperta avvenuta intorno all’ora di pranzo.

Il legale era imparentato con noti professionisti e imprenditori della città, come le famiglie Cuccaro, Giunta e Manganiello. Appartenente a una famiglia stimata e benvoluta della Caserta-bene il padre ha guidato il comando dei Carabinieri del capoluogo – Picariello era una persona attiva nella socialità, frequentatore di circoli e associazioni di come i Lions, sempre presente nei contesti culturali e di impegno civile. Eppure, dietro il rispetto e l’ammirazione che lo circondavano, qualcosa si era incrinato. Un momento di buio, un dolore silenzioso che lo avrebbe portato a compiere un gesto estremo, impensabile per chi lo ricordava come una persona affabile, di grande spessore umano e professionale. Il gesto estremo è quello immediatamente accreditato dagli inquirenti come plausibile. Sul posto sono intervenuti gli agenti della Polizia di Stato della Questura di Caserta e della Scientifica, che hanno effettuato i rilievi per ricostruire la dinamica dell’accaduto.

L’ipotesi prevalente, riscontrata anche dal magistrato della Procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere, è stata quella del gesto volontario, reso ancora più doloroso dal fatto che l’uomo deteneva regolarmente diverse armi, tra cui quella con cui avrebbe deciso di porre fine alla sua esistenza. La scena, apparsa da subito chiara agli inquirenti, non ha lasciato spazio a dubbi sulla dinamica del suicidio. Per questo, il pm di turno ha disposto la liberazione della salma dopo poche ore, affidandola ai familiari per l’ultimo saluto.

IL DOLORE

La comunità forense e l’intera città restano incredule di fronte a questa perdita. Un uomo che aveva dato tanto alla professione e alla società, che aveva intrecciato rapporti con colleghi e amici, si è trovato a fronteggiare una sofferenza interiore che nessuno, forse, aveva potuto cogliere fino in fondo. In queste ore, il dolore e le domande si mescolano al rispetto e al ricordo di chi, nel tempo, aveva imparato ad apprezzarne la sensibilità, l’intelligenza e la passione per il diritto. I funerali, si dovrebbero tenere nella giornata di domani

Premio senatori e senatori emeriti: solo tre donne avvocati nel giorno del 8 marzo a ricevere la pergamena

A distanza di dieci anni dall’ultima cerimonia tenutasi nel Teatro Garibaldi, il Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Santa Maria Capua Vetere – presieduto da Angela Del Vecchio – è tornato a premiare i “senatori emeriti” che hanno maturato 50 anni di attività forense, i “senatori” che hanno tagliato il traguardo dei 40 anni e i giovani avvocati, in concomitanza con la celebrazione dei 150 anni dall’istituzione degli Ordini forensi. L’evento si è svolto ieri presso la sede della “Fondazione Elio Sticco”, la prima scuola forense fondata in Italia nel 1976 dall’allora Consiglio presieduto proprio dal pluri-presidente Sticco.

Una prammatica di Ferdinando di Borbone del 6 dicembre 1780 e la costituzione dell’Associazione degli avvocati civili e penali di Santa Maria Capua Vetere nel 1866, presieduta da Raffaele Zincone, precorsero la regolamentazione delle professioni di avvocato e di procuratore, disciplinate con la legge del 1874 istitutiva degli Ordini presso ogni Corte d’Appello e ogni Tribunale civile e correzionale. Lo ha ricordato Alberto Zaza d’Aulisio in occasione dell’investitura dei nuovi senatori emeriti: con lui i colleghi con almeno 50 anni di iscrizione Alberto Basilicata, Amedeo Bassi, Carlo de Lellis, Umberto Elia, Nicola Franzese, Carlo Grillo, Antonio Monarca, Francesco Petrella e Onorio Taglialatela. Pergamena anche a 44 senatori dell’Ordine (con 40 anni di attività) e le 9 giovani leve dell’avvocatura, tra i primi che hanno superato la prova d’esame e iscritti. La Fanfara della Brigata Bersaglieri di Caserta con l’intonazione dell’inno nazionale ha aperto la cerimonia. Con il sindaco della città, Antonio Mirra, la presidente del Tribunale, Gabriella Maria Casella, e il presidente dell’Ordine dei Notai, Alessandro de Donato, hanno gremito la sala numerosi avvocati e familiari dei festeggiati.

La presidente dell’Ordine ha, tra l’altro, sottolineato la valenza della funzione civile e morale dell’avvocato nel contesto della moderna società pluralistica. A inizio cerimonia sono stati ricordati gli avvocati scomparsi di recente, anche giovani, come Gennaro Romano e Tullio Vellucci, mentre proprio tre giorni fa è venuto a mancare l’avvocato Angelo Insero, per lungo tempo consigliere-segretario dell’Ordine.

I senatori premiati sono: Vincenzo Alesci, Bruno Ambrisi, Gabriele Amodio, Alberto Barbieri, Luigi Battaglino, Osvaldo Bellocchio, Carmine Lino Brosco Duilio, Francesco Buco, Antonio Caldarelli, Federico Caporaso, Giuseppe Carfora, Angelo Ceraldi, Gennaro Cicala, Antonio Conte, Alberto Coppo, Domenico De Vivo, Giorgio Di Majo, Salvatore Di Stasio, Alfonso Di Vico, Gaetano D’Orsi, Pasquale Fiorillo, Cesare Formato, Ciro Gallozzi, Nicola Gentile, Annamaria Matronola, Amalia Metitieri, Giorgio Montefusco, Giovanni Nacca, Bruno Nuzzo, Nicola Pagano, Ottavio Pannone, Armando Danilo Pecoraro, Fernando Perretta, Enea Pigrini, Nicola Purgato, Maurizio Ricigliano, Lucio Modesto Maria Rossi, Walter Russo, Beniamino Salerno, Antonio Sciaudone, Domenico Stanga, Filomena Stellato, Giacomo Tartaglione e Carlo Zannini. Le 9 Toghe d’Onore premiate sono: Giovanni Buonpane, Giuseppina Catone, Alfonso Corso, Antonio De Filippo, Annateresa Di Domenico, Brunella Gallo, Alessandra Mozzi, Alberto Provitera e Ludovica Russo.

«La nostra avvocatura – ha affermato la presidente Del Vecchio, attorniata dai consiglieri – ha ancora bisogno di chi ha dedicato al Foro gran parte della propria esistenza. Allo stesso tempo dico alle nuove leve che se doniamo loro una toga è perché essa non è un semplice abito, ma un simbolo di buon senso, umiltà, equilibrio, rispetto, professionalità, ricerca di verità e giustizia, da indossare sempre con grande orgoglio».

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