«Testa o croce»
«Quando Fratoianni, leader di Sinistra Italiana, e sua moglie, la deputata Piccolotti, annunciano con orgoglio di voler vendere la loro Tesla per prendere le distanze da Elon Musk, pensano in buona fede che sia quella la notizia. E in effetti lo sarebbe, se si chiamassero Meloni, Salvini, forse anche Calenda o Gentiloni. Ma se chi guida la Tesla guida anche il più importante partito anticapitalista del Paese, la notizia non è che ha deciso di vendere un’auto da «borghesi», ma che in precedenza aveva deciso di comprarla. Piccolotti non migliora le cose quando dice «l’abbiamo pagata anche poco, 47 mila euro», perché le parole «poco» e «47 mila euro» possono stare insieme in una frase della Santanchè, non in quella di chi chiede i voti a persone che certe cifre non le vedono in anni di lavoro. Si tratta di un passaggio che sfugge agli esponenti della sinistra più ideologica, i quali si scagliano contro i beni di lusso, a meno che siano ecosostenibili e che chi li produce sostenga, oltre all’ecologia, pure la sinistra.
Ma un Berlinguer (che era abbastanza ricco di famiglia da potersene permettere cento, di Tesla) non avrebbe mai commesso l’ingenuità di acquistare l’auto «fighetta» del momento. Non ne avrebbe proprio sentito il bisogno. È il «fighettismo» la vera croce di una certa sinistra italiana. Ho sempre pensato che i suoi rappresentanti non fossero mai stati a casa dei loro potenziali elettori. Ma adesso ho il sospetto che non siano mai entrati neanche in garage».