HomeAttualitàAntonio Delli Paoli, 75 anni, bloccato a Strasburgo /Condannato all’ergastolo, era latitante...
Antonio Delli Paoli, 75 anni, bloccato a Strasburgo /Condannato all’ergastolo, era latitante dopo il mancato rientro nel carcere di Carinola da un permesso premio il 30 dicembre scorso.
33
E’ stato estradato ieri dalla Francia in Italia lo storico esponente del clan dei Casalesi Antonio Delli Paoli, 75 anni, bloccato a Strasburgo lo scorso 15 gennaio scorso durante una manifestazione di protesta all’esterno del Parlamento europeo, legata a un ricorso giudiziario pendente relativo al suo stato detentivo. Condannato all’ergastolo, era latitante dopo il mancato rientro nel carcere di Carinola da un permesso premio il 30 dicembre scorso. Delli Paoli è giunto all’aeroporto di Fiumicino, dove il personale della Polizia di Stato – Squadra Mobile di Caserta, della Compagnia dei Carabinieri di Marcianise e dell’Ufficio Polizia di Frontiera Aerea dello scalo romano ha dato esecuzione al ripristino della detenzione. L’uomo – detenuto dal febbraio 1994 dopo la condanna definitiva al carcere a vita per omicidio aggravato dal metodo mafioso – è stato poi condotto nella Casa Circondariale di Viterbo. L’estradizione è avvenuta in esecuzione del mandato di arresto europeo emesso dalla Procura Generale presso la Corte di Appello di Napoli.
Delli Paoli era in carcere dal 12 febbraio 1994, condannato all’ergastolo per l’omicidio aggravato dal metodo mafioso Salvatore Ruocchio avvenuto ad Ardea (Roma) il 27 giugno 1990. Vicino al gruppo dei Piccolo detti «Quaqquaroni» di Marcianise, dove per circa un ventennio, dal 1986 al 2007, si è assistito ad una vera e propria guerra tra due opposte fazioni criminali per il predominio sul territorio, Delli Paoli era stato destinatario di 8 permessi premio – dal 2022 allo scorso Natale – sulla base di una procedura di verifica molto approfondita che ha accertato perfino i carichi pendenti dei suoi più stretti familiari e l’assenza di collegamenti con il crimine organizzato locale. Diversi uffici di Sorveglianza d’Italia, competenti sulle carceri di Bellizzi Irpino e Parma, dove era stato detenuto gli hanno concesso i permessi legati anche una particolare situazione familiare. Nel 1985 fu vittima di un agguato organizzato dai rivali della fazione Belforte, ma riuscì a salvarsi, nonostante una fucilata al collo. Quell’agguato fece scoppiare la guerra tra i Belforte, che erano cutoliani, e i Piccolo, vicini a Bardellino e, quindi, ai Casalesi. Uno scontro che provocò numerosi morti. Il 27 maggio 1993 Delli Paoli è stato condannato all’ergastolo dalla Corte di Assise di Appello capitolina per l’omicidio di Salvatore Ruocchio, avvenuto il 27 giugno 1990 ad Ardea. Non è chiaro come «Pullastriello» (questo il suo soprannome) abbia raggiunto Strasburgo (la Dda sta verificando anche eventuali favoreggiamenti), ma è chiaro che volesse attuare un gesto simbolico e potente, frutto di continue istanze e appelli alle istituzioni europee, nel tentativo di spezzare le catene di una condanna che, dice, non gli appartiene. Aveva utilizzato il suo ottavo permesso, cosiddetto «premio», rilasciatogli nel periodo natalizio, per gridare la sua innocenza davanti all’Europa dopo una serie di istanze rimaste lettera morta scritte di suo pugno ed inviate al Parlamento Europeo di Strasburgo. Entrò in carcere oltre 31 anni fa, nel 1994, dopo un’assoluzione in primo grado poi ribaltata in Appello e poi confermata dalla Cassazione sulla base di un riconoscimento. Lui, con un condotta esemplare in carcere e con la determinazione di chi non si arrende, ha però sempre confidato in una revisione del processo e nelle istanze presentate alle autorità giudiziarie per far ascoltare la sua voce. Dopo l’individuazione, per Delli Paoli, scattò subito il mandato di arresto europeo, propedeutico alla procedura di estradizione conclusasi ieri.