Caso Almasri, la Camera boccia la sfiducia a Nordio. Il ministro: “Opposizione come l’inquisizione”

Montecitorio respinge con 215 voti la mozione contro il guardasigilli per il caso del generale libico liberato nonostante il mandato d’arresto della Corte penale internazionale. Azione si sfila dalle opposizioni e non partecipa

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La Camera boccia la mozione contro Nordio

 

L’Aula Camera ha respinto la mozione di sfiducia presentata, dopo il caso Almasri, dall’opposizione contro il ministro alla Giustizia Carlo Nordio. I voti contrari alla sfiducia sono stati 215, quelli a favore 119. Il gruppo di Azione non ha seguito il resto delle opposizioni, scegliendo di non partecipare al voto.

 

mario draghi ursula von der leyen giorgia meloni

DAGOREPORT – AVVISO AI NAVIGANTI: IL DISCORSO DI MARIO DRAGHI A HONG KONG ERA UNA TIRATA D’ORECCHIE A BRUXELLES E ALLA DUCETTA DELLE “DUE STAFFE” – PER “MARIOPIO”, SE TRUMP COSTRUISCE UN MURO TARIFFARIO INVALICABILE, È PREFERIBILE PER L’EUROPA TROVARE ALTRI SBOCCHI COMMERCIALI (CINA E INDIA), ANZICHE’ TIRAR SU UN ALTRO MURO – SUL RIARMO TEDESCO, ANCHE GLI ALTRI PAESI DELL’UNIONE FAREBBERE BENE A SEGUIRE LA POLITICA DI AUMENTO DELLE SPESE DELLA DIFESA – IL CONSIGLIO A MELONI: SERVE MENO IDEOLOGIA E PIÙ REAL POLITIK  (CON INVITO A FAR DI NUOVO PARTE DELL’ASSE FRANCO-TEDESCO), ALTRIMENTI L’ITALIA RISCHIA DI FINIRE ISOLATA E GABBATA DA TRUMP CHE SE NE FOTTE DEI “PARASSITI” DEL VECCHIO CONTINENTE…

DAILY MAGAZINE

 

Centrodestra, se non applica l’etica e non fa liste pulite, parte con il piede sbagliato

L’EDITORIALE di Antonio Arricale

 – Nella corsa alle elezioni regionali qualcuno sta perdendo la bussola. Se non la testa. Di sicuro lo scorno.

Infatti, la Riconquista – come direbbero gli spagnoli – di Palazzo Santa Lucia, la smania cioè di tornare ad occupare, dopo due lustri, la stanza dei bottoni del maggiore ente politico territoriale della Campania, sta facendo perdere di vista uno degli aspetti fondamentali della politica: l’etica.

D’accordo: “la politica è sangue e merda”, come disse una volta l’ex ministro socialista Rino Formica – nel senso, cioè, che alla passione politica si accompagnano, spesso, colpi bassi al limite del lecito, inferti agli avversari o dagli stessi subiti, manovre oscure e sgambetti borderline e, più in generale, ricerca del consenso e del compromesso che non tutti sono disposti a comprendere – ma qui si sta travalicando ogni limite della decenza.

Sull’etica no, sulla necessità oltre che di essere, apparire seri e responsabili, e onesti agli occhi dell’opinione pubblica, no, non si può né si deve transigere.

I fatti di cronaca di questi giorni, ma più in generale, dell’ultimo anno, un po’ ovunque in Campania, ci stanno proponendo una classe politica regionale non sempre all’altezza del compito che è chiamata a svolgere, ma addirittura non degna di partecipare al consorzio umano, prima ancora che al campo della politica.

E questo – dispiace dirlo – sta avvenendo soprattutto nel centro destra, che pure della probità, dell’onestà, della serietà da sempre va menando vanto.

Ora, le voci che circolano nei retrobottega di questi partiti – tutti, Forza Italia, Fratelli d’Italia e Lega, nessuno escluso – parlano di giri di valzer di personaggi politici improbabili, discussi e discutibili. Si vocifera, infatti, di una campagna acquisti che non disdegna di imbarcare, ciascuno nel proprio partito, inquisiti, consiglieri regionali indagati oltre che proveniente dal campo opposto, esponenti vicino agli ambienti della camorra e, forse, essi stessi lambiti dal sospetto di appartenere a cosche o famiglie camorriste.

Voci ed indiscrezioni che fanno rabbrividire, oltre che ribollire il sangue nelle vene. Se questo è il centro destra, se questa è la “nouvelle vague” della politica in Campania, si parte davvero con il piede sbagliato.

Anche perché, si badi bene, la difficoltà non sta tanto nell’impossessarsi del potere, quanto di gestirlo e conservarlo per un periodo congruo, tale da imprimere una svolta più o meno positiva, dal proprio punto di vista, nella prassi politica.

Un obiettivo, questo, che sarà difficilmente raggiungibile se ci si contorna di indagati, avventurieri, mercenari disposti a continui cambi di casacca, affaristi e – diciamola tutta – gentaglia di varia risma.

Dunque, ai politici del centro destra verrebbe oggettivamente da suggerire: rinsavite, prima che sia troppo tardi. Prima, cioè, che essere bocciate dal voto popolare le vostre liste possano essere ricusate dall’indignazione della gente perbene.

NOMI E FOTO. Pestato per un debito di droga, 2 arresti a Marcianise

Antonio Amoriello, Alessandro Del Prete e Filomena Anziano

 

 

MARCIANISE – Una partita di droga non pagata: a riceverla un artigiano 44enne, figlio di una commerciante. E chi gliel’aveva venduta, stanco di aspettare il denaro, diede il via a una vera e propria caccia all’uomo: voleva individuarlo, minacciarlo, convincerlo a pagare. E se non avesse recuperato subito i quattrini, pestarlo. Cosa che, hanno ricostruito i militari dell’Arma, accadde lo scorso ottobre in via Della Pace.

Il presunto protagonista di questa azione violenta, secondo la Dda di Napoli, è Antonio Amoriello, 36enne di Marcianise (nipote di Giovanni Anziano, detto Giannaniello, storico esponente del clan Belforte). E ad affiancarlo nella spedizione ci sarebbe stato Alessandro Del Prete, 25enne, anche lui marcianisano. I due, accusati dell’aggressione mafiosa al 44enne, ieri sono stati arrestati dai carabinieri del Nucleo investigativo di Caserta, supportati dai militari della Compagnia di Marcianise, su ordine del gip Nicoletta Campanaro del Tribunale di Napoli: per Amoriello è scattata nuova ordinanza in carcere (dopo quella di novembre), domiciliari, invece, per il 25enne.

L’indagine, coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia di Napoli, ha fatto emergere che la vittima, per non aver saldato il debito di droga, venne colpita più volte con una mazza da baseball, rimediando fratture alle costole e un vistoso taglio al braccio.
Secondo gli inquirenti, coinvolti nella pianificazione dell’aggressione anche altre quattro persone, di cui due donne, tutte indagate a piede libero. Di chi si tratta? Filomena Anziano, 48enne, sorella del già citato Giovanni, Maria Amoriello, 33enne, entrambe di Marcianise, Francesco Bianco, 19enne, e Francesco Saverio Chiorri, 38enne di Capodrise.

Ai quattro l’Antimafia contesta, in concorso con i destinatari del provvedimento cautelare, il reato di tentata estorsione con l’aggravante del metodo mafioso e lesioni. Il solo Amoriello, invece, risponde di detenzione ai fini di spaccio di narcotici (la condotta riguarda il quantitativo che avrebbe venduto al 44enne pestato). E sempre il nipote di Giannaniello, in concorso con Del Prete, è accusato dall’Antimafia anche di violenza privata.

L’azione violenta, secondo la Procura di Napoli, è stata promossa da soggetti orbitanti intorno al clan Belforte e “rientra tipicamente nella strategia di affermazione e controllo del territorio posta in essere dai gruppi criminali e finalizzata a suscitare il generale clima di timore”.
Il brutale episodio andato in scena a ottobre in via Della Pace dimostra come il business dei narcotici sia diventato centrale nelle logiche mafiose: è il principale business delle cosche attive nel casertano. E gli investigatori, con le loro indagini, fanno il possibile per arginarlo, per renderlo meno fluido.

I provvedimenti eseguiti ieri sono misure disposti in sede di indagini preliminari, avverso le quali sono ammessi mezzi di impugnazione e i destinatari delle stesse sono da considerare presunti innocenti fino a sentenza definitiva.
Amoriello, assistito dai legali Angelo Raucci e Massimo Trigari, era stato raggiunto da una precedente ordinanza restrittiva lo scorso novembre che lo teneva già in carcere con l’accusa di aver concorso nell’estorsione ai danni di un imprenditore di Capodrise insieme allo zio, Giovanni Anziano. Quest’ultimo, ritengono gli investigatori, mentre era ai domiciliari, con alle spalle già una condanna per mafia, si era rituffato nel business criminale in nome del clan Belforte trovando supporto nel nipote.