martedì, 1 Aprile 2025
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LA RASSEGNA STAMPA DI OGGI DA “Il Fatto”, “Dagospia”, “Notix” e “Cronachedi” e le prime pagine dei giornali di oggi a cura della redazione dell’Agenzia Cronache / Direttore Ferdinando Terlizzi

Da Calenda il Partito delle Armi: “Campo largo? Cancellare i 5S”

Il congresso di Azione. Il leader contro Conte: “Pusillanime”. In platea applausi dalla premier, Crosetto e riformisti Pd

Il liberale che è stato già quasi tutto si agita sul palco della sala troppo piccola, ideale per creare l’effetto affollamento. Davanti alla platea dove l’azzurro e le grisaglie hanno abolito il rosso, attacca il nemico più comodo: “Perché non stiamo nel campo largo? Perché l’unico modo per avere a che fare con il M5S è cancellarlo”. Pensieri e smorfie di Carlo Calenda, applausi e sorrisi della prestigiosa prima fila, tutta atlantismo e riarmo. Così Giorgia Meloni ammicca al fidato e divertitissimo Giovanni Donzelli, Mario Monti si sporge dalla sedia per sorridere largo a Paolo Gentiloni, e figurarsi Pina Picierno. Benvenuti al 2° congresso di Azione a Roma, in un hotel situato a metà tra via Nazionale e Viminale. Slogan ufficiale “Il futuro è partito”, a troneggiare dallo schermo sopra una platea dopo in seconda fila ci sono Mario Segni, Arturo Parisi e Piero Fassino, uno di seguito all’altro. Sulle tribune le bandiere di Ucraina, Georgia e Unione europea. Obiettivo: condannare il bipolarismo “che ha rotto le balle”, fa la faccia feroce Calenda. Ma soprattutto spianare a parole la piazza anti-armi dei 5 Stelle, prevista proprio a Roma, sabato prossimo. “Chi sostiene che la pace esiste senza la forza o è un ignorante che non conosce la storia o è un pusillanime che vuole lucrare sul voto delle persone” scandisce il già eurodeputato dem.

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Ovviamente ce l’ha con Conte. E il ministro della Difesa Guido Crosetto, appena arrivato, si alza in piedi spellandosi le mani. Ma il capo di Azione punge anche Elly Schlein, senza citarla: “Amici del Pd, ponetevi voi il problema del perché siete nel campo largo”. E quanto avrebbe voglia di annuire, il Gentiloni che alla segretaria ha rimproverato anche in pubblico il no al piano di riarmo Ue, ma che in sala resta una statua di sale. E quanto si diverte Meloni. D’altronde ha il senso dell’ospitalità, Calenda, che appena salito sul palco aveva messo le mani avanti: “Voi giornalisti… fuori mi avete chiesto tutti dell’apertura a destra, solo perché ho invitato la premier”. Ma la sua presenza è un colpaccio. E lui è tanto riconoscente: “Sono contento di averla perché difendere l’Ucraina e mandare aiuti a Kiev stando al governo non è una cosa né popolare né facile”. Ovazione. Tanto il nemico di tutti è il Conte che si è opposto al piano Von der Leyen. È lui, assicura Calenda, il capofila “delle anime morte che propagandano ciò che dice Putin”. È sempre lui il primo nemico di Picierno, che apre l’evento quasi da madrina, e geme: “Non nego dispiaceri, anche profondi. Un certo dibattito che ci ha appiccicato addosso l’etichetta dei guerrafondai mi ha colpita”. Ma tra i centristi lei si sente a casa. Comoda, come il Crosetto che dovrebbe partecipare a una tavola rotonda. Invece va quasi di soliloquio, prendendosela con “l’avvocato di sesta fila diventato premier” (Conte, certo). Poi se ne va. E la dem ed ex ministra Roberta Pinotti lo segue a ruota.

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Il suo predecessore Lorenzo Guerini, altro dem turbo-atlantista, è collegato. E non gradisce: “Ero venuto per partecipare a una tavola rotonda e per dire anche cose critiche, interloquendo”. Però precisa: “Il discrimine per costruire un’alternativa di governo è la politica estera, quindi la difesa”. Più tardi Gentiloni la butta lì: “Forse il campo largo neanche esiste”. Ma la scena se la prende un apocalittico Monti: “Caro Carlo, siamo sicuri che l’Europa che vogliamo sia ottenibile senza spargimento di sangue?”.

Nel pomeriggio, il capogruppo dem in Senato, Francesco Boccia, che a Calenda risponde così: “Non si costruisce l’alternativa cancellando altri partiti, ma mettendo insieme i punti che ci uniscono”. Poi, inevitabile, il post di Conte, che bolla Calenda come “liberale a giorni alterni” e teorizza: “Mal di stomaco alle stelle per il partito trasversale delle armi, ma gli insulti contro di me sono medaglie: non sopportano un M5S che cresce”. Riferimento al sondaggio di ieri sul Corriere della Sera, che dava i 5Stelle in aumento. Messaggi e rancori, dal fu centrosinistra.