Giuseppe Conte: “I 5 Stelle si aprono all’esterno. Questa Ue dev’essere criticata”
“Dai dem segnale importante, ma ora tutti devono capirlo: armarsi non porta benessere”

Tutta quella gente in corteo a Roma a invocare pace per Giuseppe Conte ha innanzitutto un significato, ossia che questo è un Movimento diverso: “Tutte le precedenti manifestazioni del M5S erano solo con gente nostra, del Movimento. Questa volta no, si sono attivate rete e associazioni, e sono venuti tanti cittadini autonomi che non rispondono a nessuno, attirati da una piattaforma incentrata sul no al riarmo”.
I Cinque Stelle hanno avvicinato un pezzo di sinistra a cui il Pd fatica a parlare: corretto?
Per noi del Movimento questa manifestazione è una tappa fondamentale, perché abbiamo portato in piazza tanta società civile, aprendo ad altre forze sociali e politiche. E questo è stato possibile grazie alla Costituente dell’anno scorso, in cui ci siamo dati una collocazione politica stabile e chiara nel campo progressista, da indipendenti, con una piattaforma di valori ben precisi.
Vi siete spostati a sinistra.
Il Movimento adesso ha un’identità chiara: siamo forti nel confronto, e questo scaccia via eventuali tentazioni di settarismo.
E per il campo progressista, cosa cambia questa piazza?
Il grande riscontro da parte dei cittadini ci dice che non si può prescindere dalla pace e dal no al riarmo come pilastri per un’alternativa a questo governo di destra. In tanti sono venuti per opporsi alla riconversione dell’economia europea in economia di guerra, che segnerebbe la morte dell’Italia e dell’Europa.
Un bel pezzo di Pd la pensa diversamente. Forse è per questo che Elly Schlein non era al corteo, no?
C’era una delegazione del suo partito, e lo considero un segnale importante, che ci fa ben sperare sul fatto che in tutte le forze progressiste prevalga la consapevolezza che consentire ai singoli Paesi di armarsi non porterà sicurezza e benessere, ma distruggerà definitivamente l’Europa.
Se si hanno i depositi semi-vuoti dopo aver inviato armamenti all’Ucraina, dovranno pur essere rimpinguati, non crede? Non ci si difende con le parole.
Noi non pensiamo che ci si difenda con i fiori. L’efficientamento del nostro apparato militare è scontato, ma quello che serve è un serio progetto di difesa comune europea: si mettano assieme gli attuali investimenti e si realizzeranno economie di scala che risponderanno a questa logica. Ma questo non ha nulla a che vedere con lo spettro dello sperpero di 800 miliardi per consentire alla Germania di diventare una super-potenza militare.
Non siete andati alla piazza per l’Europa a Roma, sostenendo che fosse ambigua e pro-riarmo. A Bologna è andata in scena una manifestazione analoga.
Noi non siamo andati perché manifestare genericamente per l’Europa non ha alcun senso, quando a Bruxelles hanno deliberato il riarmo e ci portano verso una riconversione bellica. Noi vogliamo un’altra Europa, quella che nel preambolo alla Carta dei diritti fondamentali della Ue scrive: “I popoli europei hanno deciso di condividere un futuro di pace fondato su valori comuni”.
Le piazze per la Ue non vi piacciono proprio.
Noi non siamo per il fideismo verso questa Europa, ma per un europeismo critico. Anche per questo bisogna immaginare come estendere questa battaglia contro il RearmEu anche a livello europeo.
Lei parla di primo mattone per l’alternativa. Ma come lo costruisci con distanze così sulla politica estera, e con chi esattamente?
Con chi ci sta su un programma di governo con obiettivi chiari e precisi, senza nessuna ambiguità. Partendo dal no a questo piano Von der Leyen e continuando con un salario minimo legale e un piano per la sanità pubblica.
A giudicare da ciò che ha detto sulla costruzione dell’alternativa, sembra che il M5S voglia guidare politicamente quest’area e lei voglia esserne il federatore.
Il nostro obiettivo non è conquistare il potere ma cambiare questo Paese, puntando a una maggiore giustizia sociale e tutelando le nostre imprese radicate sul territorio.
Tradotto, sì.
Non lavoriamo per un’ambizione personale.
Maria Elena Boschi ha dichiarato: “Meglio un Conte ter che un Meloni uno”.
È un ripensamento tardivo.
In piazza molti 5Stelle avrebbero voluto anche Alessandro Di Battista. Il corteo potrebbe favorire un riavvicinamento?
Se Alessandro ci fosse stato lo avrei salutato molto volentieri.
Non è successo. Da qui in avanti?
Le ho già risposto.
Salvini ha fatto notare che al congresso della Lega è intervenuto Musk, mentre al vostro corteo c’era la tik-toker De Crescenzo.
Lui è solo un paggetto dei poteri forti: ha sempre votato con Meloni i provvedimenti bellicisti e ha firmato con lei la condanna del Paese con il patto di stabilità europeo.
Ma anche lui è contro il piano di riarmo.
Lo aspettiamo al varco della nostra mozione contro il riarmo alla Camera.
Se è per questo, dovrete aspettare anche il Pd…
Con il corteo abbiamo dimostrato la forza delle nostre idee. Non lavoriamo per mettere in difficoltà strumentalmente altri partiti.
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