“PMI, il motore ignorato: serve meno carta, più coraggio”. “Semplificare non è un favore alle imprese: è una strategia nazionale di sopravvivenza.” Intervista al Dott. Carlos A. Sorrentino, Segretario Generale della Confederazione Imprese Italia “Serve una vera alleanza per liberare le imprese dalla burocrazia e rimettere in moto il Paese”
In un momento in cui l’economia italiana lancia segnali altalenanti e le piccole e medie imprese (PMI) si trovano schiacciate tra rincari, incertezze e una burocrazia spesso impenetrabile, la voce della Confederazione Imprese Italia si fa sentire con chiarezza.
Ne parliamo con il Dott. Carlos A. Sorrentino, Segretario Generale della Confederazione, che da anni è in prima linea per ridare slancio a un sistema produttivo che, nonostante tutto, continua a dimostrare resilienza e spirito di iniziativa.
Dott. Sorrentino, qual è oggi la fotografia delle PMI italiane?
Le PMI rappresentano il 95% del tessuto produttivo nazionale: sono la spina dorsale dell’economia reale. Eppure, sono le più penalizzate da un sistema che spesso sembra disegnato per complicare, più che per supportare.
Ogni giorno sentiamo imprenditori scoraggiati da adempimenti duplicati, controlli sovrapposti, procedure lente e disorganiche. In alcuni casi, ci raccontano di investimenti messi in pausa solo per ritardi burocratici. E questo non possiamo più permettercelo.
Avete proposte concrete per uscire da questa impasse?
Assolutamente sì. Come Confederazione, abbiamo messo a punto un piano in cinque punti per una “semplificazione intelligente”, che parte da un principio semplice: non chiedere più del necessario alle imprese.
Ecco le nostre proposte:
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Una piattaforma unica digitale per tutti gli adempimenti fiscali, previdenziali e amministrativi delle micro e piccole imprese.
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Il principio del “once only”: ogni dato fornito una sola volta alla Pubblica Amministrazione, e poi condiviso internamente.
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Un tutor per la semplificazione, un vero punto di riferimento per aiutare gli imprenditori a orientarsi.
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Una revisione dei controlli ispettivi, con un approccio preventivo e costruttivo, non punitivo.
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Maggiore autonomia ai Comuni nelle pratiche SUAP e edilizie, spesso bloccate da sovrapposizioni normative.
Semplificare può davvero aiutare anche l’occupazione?
Non solo può: è essenziale. Ogni ora liberata dalla burocrazia è un’ora che un’impresa può dedicare alla crescita: formare un giovane, assumere una nuova risorsa, investire in tecnologie.
Oggi molte imprese sono costrette a restare “piccole non per scelta, ma per necessità”. Cambiare questo paradigma significa dare ossigeno all’intero Paese.
Cosa chiedete concretamente al Governo e al Parlamento?
Serve una visione chiara: la riforma della Pubblica Amministrazione e quella fiscale devono partire dalle esigenze delle imprese.
Chiediamo una legge-quadro che obblighi ogni nuova norma a passare un test d’impatto sulle PMI.
E chiediamo un ascolto attivo e costante delle associazioni di rappresentanza: siamo noi, ogni giorno, a raccogliere le istanze vere degli imprenditori.
Non siete soli. La Confederazione è con voi: nei tavoli istituzionali, nelle vertenze locali, ma soprattutto nel costruire una nuova cultura dell’impresa.
Una cultura fatta di fiducia, dialogo, collaborazione tra territori, pubblica amministrazione e mondo produttivo. Semplificare non è uno slogan: è l’unico modo per non lasciare indietro nessuno.