anteprima24.it, 4 agosto 2024

“Le condizioni dei detenuti sono disumane”. Questo la denuncia all’uscita dal carcere di Poggioreale del tesoriere di Radicali Italiani, Filippo Blengino, recatosi in visita nel penitenziario napoletano assieme a Bruno Gambardella, vicepresidente dell’assemblea di +Europa, Alfonso Maria Gallo e Rosario Marinello della direzione di +Europa, e Domenico Spena del comitato nazionale di Radicali Italiani. “Abbiamo visto nove detenuti nella stessa cella – spiega – con i servizi igienici accanto alla cucina, e muffa alle pareti.

Molti detenuti ci hanno segnalato che non sono ammessi strumenti sanitari. C’è una preoccupante carenza di organico che non riesca a far fronte a una situazione drammatica. Detenuti con evidenti ferite sono abbandonati, aiutati solo da altri detenuti, e persone sono costrette a togliersi i denti da sole per eliminare il dolore. Anche qui il sovraffollamento è preoccupante: 2.060 detenuti per una capienza di 1.600. Abbiamo da poco denunciato il ministro Nordio per il reato di tortura. Dopo questa visita saremo, purtroppo, costretti a denunciarlo nuovamente. Non è ammissibile che i detenuti siano costretti a vivere in queste condizioni. È una tortura continua, indegna per uno Stato civile.

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4 agosto 2024

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di Stefano Barricelli
agi.it, 4 agosto 2024 Il picco record del 231,15% a Milano San Vittore. Al 31 luglio scorso già 58 detenuti si sono tolti la vita, 18 in più rispetto allo stesso periodo del 2022 e 2023. Sono 61.140 i detenuti presenti nelle carceri italiane: i posti disponibili ammontano a 46.982, rispetto alla capienza regolamentare di 51.269, per un indice di sovraffollamento del 130,06% a livello nazionale. Sono alcuni dei dati – aggiornati al 31 luglio – resi noti da Felice Maurizio D’Ettore, Garante nazionale dei diritti delle persone private della libertà personale. Sono 150 (pari al 79%) gli istituti con un indice di affollamento superiore al consentito che in 50 casi risulta superiore al 150%, con il picco record del 231,15% per Milano San Vittore. La quasi totalità delle regioni (17) registra un indice di affollamento superiore agli standard e solo tre si collocano al di sotto della soglia regolamentare.

di Davide Ferrario
Corriere di Torino, 4 agosto 2024 Ho fatto il volontario prima a San Vittore e poi al Lorusso e Cutugno dal 1999 al 2012. Anni alla fine dei quali l’allora direttore del carcere di Torino, Pietro Buffa, mi disse: “Lei vive gli ultimi momenti di un’epoca che sta finendo”. Si riferiva a un decennio in cui, grazie a dirigenti come lui e a una cultura della pena considerata non come puro castigo, i penitenziari erano diventati luoghi più umani. Considerai quelle parole come una battuta, ma ora ci penso ogni volta che leggo cosa sono diventate le carceri nazionali, in particolare il Lorusso e Cutugno e il suo omologo torinese per minorenni, il Ferrante Aporti. Le cronache riportano i dettagli di una vera e propria rivolta concertata tra i due istituti. Erano quarant’anni che non si vedeva una cosa simile.

di Sarah Brizzolara
L’Unità, 4 agosto 2024 Quello che sta succedendo nelle carceri italiane inizia forse a colpire al cuore anche persone che fino ad oggi del carcere non si erano occupate. Quando ho iniziato, da consigliera comunale, a visitare il carcere della mia Città, a Monza, sono rimasta colpita dalla differenza tra quanto, pur di negativo e drammatico potevo immaginare, e quel che davvero ho visto con i miei occhi. È solo grazie alla non conoscenza del carcere che è possibile mantenere in una società come la nostra un luogo di abbandono e di sofferenza come questo. Nella mia città, come in molte altre, la maggior parte delle persone nemmeno sa che c’è un carcere o dove si trova, nascosto come è in un angolo invisibile di territorio. Un non luogo. Dove i “cattivi” vengono puniti. Ma chi si mette a cercarlo, chi varca la soglia trova tanti disperati, persone abbandonate che non hanno avuto opportunità dalla vita, avvolte in un circolo di negatività e di sofferenza, persone con problemi psicologici, psichiatrici e tossicodipendenze, clandestini abbandonati al loro destino.

di Massimo Massenzio
Corriere Torino, 4 agosto 2024 “L’ufficio del comandante, l’ufficio del comandante”. Lo ripete trionfante un ragazzo nel filmato che documenta la rivolta nel carcere minorile Ferrante Aporti di Torino. Ha compiuto da poco 18 anni, la scorsa settimana ha vinto il torneo di calciobalilla. Lo stesso che giovedì sera è stato lanciato contro le vetrate del penitenziario. “Abbiamo le chiavi del carcere”, esultano altri giovani detenuti ripresi con uno smartphone che in realtà non potrebbero avere. E poi insulti e grida di vittoria. Nessuno si copre il volto e il video lo pubblicano su Tiktok, per dimostrare la loro forza e l’azione di cui sono stati capaci.

di Massimo Massenzio
Corriere Torino, 4 agosto 2024 “Inostri laboratori si sono salvati, ma è solo una magrissima consolazione. Non so come e quando riapriremo”. Ha la voce bassa Pasquale Ippolito, responsabile delle attività formative del Ferrante Apporti gestite da Inforcoop Ecipa Piemonte e presidente dell’associazione di volontariato “Aporti Aperte”. Da oltre 20 anni cerca di offrire un futuro ai giovani detenuti, ha vissuto situazioni difficili, ma non ha mai assistito a un simile disastro.

di Eleonora Camilli
La Stampa, 4 agosto 2024 “Se si investe solo in sicurezza e poco o niente in educazione, sport e socialità non stupiamoci se il carcere esplode”. Mario Tagliani, docente in pensione, al Ferrante Aporti ci ha passato gran parte della sua vita, raccontando l’esperienza anche in un libro. Per trent’anni è stato il “maestro dentro” insegnando ai ragazzi reclusi non solo la grammatica ma anche come ricostruirsi una vita. “Educare non basta bisogna accompagnare la crescita. Ma oggi si installano solo telecamere mentre gli insegnanti non sono più visti di buon occhio”.

di Marina Lomunno
La Voce e il Tempo, 4 agosto 2024 All’indomani della sommossa all’Istituto penale minorile di corso Unione Sovietica, il francescano Giuseppe Giunti, volontario con i collaboratori di giustizia, riflette sulle motivazioni del malessere che serpeggia nelle carceri italiane e che coinvolge anche i giovani reclusi. Proprio mentre il Governo ha approvato il nuovo Decreto legge sulle carceri, non si placano le proteste dei detenuti nei penitenziari della Penisola, segno di un malessere che da settimane sfocia in sommosse nelle carceri, da Torino alla Sicilia. Due sere fa disordini anche l’Istituto penale minorile (Ipm) torinese “Ferrante Aporti”, dove i ristretti hanno incendiato celle e uffici amministrativi, manomesso i sistemi di sorveglianza, aggredito gli agenti.

di Federica Fant
Il Gazzettino, 4 agosto 2024 È stata una protesta, sfociata nelle fiamme appiccate a suppellettili e altro ad innescare l’allarme giovedì sera nella casa circondariale di Baldenich. In pochi minuti erano arrivate sul posto 4 pattuglie dalla Polizia di Stato, i vigili del fuoco e l’ambulanza. Un’emergenza che poteva avere conseguenze gravissime, per far fronte alla quale è stato necessario anche richiamare anche personale della polizia penitenziaria non in servizio. L’incendio è stato subito bloccato sul nascere, anche grazie ai letti ignifughi: il detenuto che ha respirato i fumi è finito all’ospedale e la cella è inagibile. Ma è un bilancio molto più lieve di quanto sarebbe potuto accadere.

di Antonio Giordano
livesicilia.it, 4 agosto 2024 Incendi, tensioni, aggressioni al personale. All’estate nera delle carceri italiane, in cui continuano gli allarmi per le condizioni di vita, si unisce anche l’Istituto penale minorile di Catania Bicocca, in cui da giorni i sindacati di Polizia penitenziaria denunciano aggressioni e un clima di tensione crescente. Se però proprio i sindacati di Polizia penitenziaria come il Sappe chiedono che siano garantiti ordine e disciplina nell’Ipm Bicocca, sostenendo che senza di essi “i tanto decantati progetti rieducativi sono fallimentari”, per il presidente dell’associazione Antigone Sicilia il problema delle tensioni nel carcere minorile si risolve “ragionando sul processo generale del recupero e non sulla detenzione”.

di Pietro Mecarozzi
La Nazione, 4 agosto 2024 Il Dipartimento ha avviato un procedimento disciplinare per le condizioni del penitenziario. Contestato anche “il contegno scorretto verso i superiori, i colleghi, i dipendenti e il pubblico”. Dopo le sanzioni e l’apertura di un fascicolo in procura, per la direttrice di Sollicciano, Antonella Tuoni, arriva anche un procedimento disciplinare. Nel documento firmato dal direttore generale del personale e delle risorse del Dap (Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria), Massimo Parisi, viene contestato a Tuoni la “grave negligenza in servizio” e il “contegno scorretto verso i superiori, i colleghi, i dipendenti e il pubblico”.

anteprima24.it, 4 agosto 2024 “Le condizioni dei detenuti sono disumane”. Questo la denuncia all’uscita dal carcere di Poggioreale del tesoriere di Radicali Italiani, Filippo Blengino, recatosi in visita nel penitenziario napoletano assieme a Bruno Gambardella, vicepresidente dell’assemblea di +Europa, Alfonso Maria Gallo e Rosario Marinello della direzione di +Europa, e Domenico Spena del comitato nazionale di Radicali Italiani. “Abbiamo visto nove detenuti nella stessa cella – spiega – con i servizi igienici accanto alla cucina, e muffa alle pareti.

di don Emanuele Tramacere 
portalecce.it, 4 agosto 2024 Lo scorso 25 luglio nel carcere di Borgo San Nicola a Lecce un incendio si è sviluppato nei laboratori sartoriali dove si producono i manufatti artigianali del marchio Made in carcere. Tanta paura e fortunatamente nessun ferito per il rogo, divampato nel deposito probabilmente a causa di un corto circuito, che però ha seriamente danneggiato la merce realizzata dalle detenute e compromesso alcuni macchinari. A distanza di alcuni giorni dal triste evento fa giungere la sua voce Luciana Delle Donne fondatrice nel 2007 di “Officina creativa”, una cooperativa sociale non a scopo di lucro, con i brand sociali: ‘Made in carcere. 2nd chance’ e ‘Sartorie sociali di periferia’.

di Claudia Benassai
Gazzetta del Sud, 4 agosto 2024 26 anni, è finito sulla cattiva strada e dopo una condanna ha un obiettivo. “Mi piacerebbe diventare un educatore in un istituto penitenziario minorile e poter combattere per le pari opportunità. Quelle che ragazzi come me non hanno avuto”. Siamo al Cep nella periferia di Messina, una zona tristemente nota per la sua elevata criminalità e per il riscatto che grida spesso silenziosamente il quartiere. Qui è cresciuto il ventiseienne Mimì, nome di fantasia, un giovane che sta voltando pagina.

di Glauco Giostra
Avvenire, 4 agosto 2024 Una parodia – ma non troppo – dell’attuale dibattito politico-giudiziario. Quando arrivo trovo una calca incredibile di persone sgomitanti che cercano di entrare in una porticina posteriore del grande palazzo. Chi urla, chi spinge, chi inveisce, chi strattona, chi si arrampica. Un passante chiede cosa stia succedendo. Grida per farsi sentire. Nessuno lo ascolta. Finalmente uno gli strilla che quella porticina dà direttamente sul palcoscenico del Teatro del Consenso. In più parti, nel frattempo, la ressa sta degenerando in rissa. Accasciato a terra, dopo una perdente colluttazione con l’Indicativo sta il Condizionale; poco più in là l’Interrogativo viene medicato, esangue, per i tagli inferti dall’acuminato Esclamativo. Le Maiuscole si fanno largo in modo stentoreo e intimidatorio; le Minuscole restano in disparte, intimorite e mute. Sul marciapiede giace il Discorso, frantumato in tanti tweet.

di Alessandro Bergonzoni
La Repubblica, 4 agosto 2024 Chi si ricorderà dei tanti, troppi morti nelle nostre carceri? In Stato di abbandono? Parchi quartieri case monumenti? É tanto il patrimonio che tra il Fai e l’Unesco si proverà a salvare con l’aiuto delle Regioni e della ragione, tra i beni culturali e la salvaguardia che enti e privati cittadini metteranno in pratica nel Bel Paese, con finanziamenti che vanno dalle due Torri di Bologna fino a borghi sperduti che diventeranno patrimonio dell’umanità (ma quale? Non borgo, ma umanità?).

di Gianni Santamaria
Avvenire, 4 agosto 2024 In carcere con Boezio, per riscoprire la propria esistenza. Il riscatto passa anche per l’aula di filosofia. O meglio è la filosofia a uscire dall’accademia e ad andare nei luoghi di fragilità e sofferenza. Come gli istituti di pena, sovraffollati e dove il suicidio non è quello degli stoici antichi, ma il frutto di condizioni disperanti. “La filosofia è stata importante per la mia vita. Quindi a un certo punto mi sono chiesto, se ha aiutato me perché non può aiutare altre persone?”. José Barrientos Rastrojo, professore all’Università di Siviglia ha messo in pratica questa intuizione e oggi dirige il progetto Boecio, piattaforma di filosofia applicata per persone a rischio di esclusione sociale. Studi di infermeria alle spalle, ha poi intrapreso gli studi filosofici che lo hanno portato a scrivere numerosi articoli e libri.

di Roberta Barbi
vaticannews.va, 4 agosto 2024 L’esperienza di Alfonso Di Nicola, volontario del Movimento dei Focolari e fondatore del progetto “Sempre persona”, per anni in carcere e con le famiglie dei reclusi, raccontata nel libro “La vita è oggi – 2”, edito da Città Nuova, secondo volume di una sorta di diario della fraternità. Fare proprie le parole di Gesù nel Vangelo e metterle in pratica nella vita attraverso la carità: è questa la missione e lo stile di Alfonso Di Nicola, da anni accanto ai più fragili come sono, appunto, i detenuti, ma anche le loro famiglie: “Accompagniamo materialmente e spiritualmente anche i parenti che restano fuori senza chiedere nulla in cambio – racconta a Radio Vaticana Vatican News – cerchiamo di instaurare con loro una relazione di fraternità e di portare amore perché quando alle persone porti amore, porti Dio”.

di Diletta Bellotti
L’Espresso, 4 agosto 2024 Viene meno la narrazione di un’Europa pacifica e ci si avvia verso una sorta di conflitto permanente. Perché il tardo-capitalismo si regge sull’emergenzialità e sulla tensione. “Siamo in una guerra globale permanente”, mi dice uno degli attivisti della rete “Tende contro le guerre” (Tecleg). “Usiamo la parola guerra, ma di fatto stiamo parlando di conflitti asimmetrici”. La scintilla di Tecleg nasce lo scorso marzo dopo un viaggio a Rafah con lo slogan “perché le guerre non diventino il nostro pane quotidiano”. Non dà vita a niente di nuovo: resuscita e riallinea vecchie alleanze e complicità intorno alla volontà di esplicitare le maglie dell’economia bellica e di arrestarne le macchine. “Parliamo di guerre al plurale per tenere l’attenzione su tutti i contesti bellici e la loro matrice comune”.

di Simone Matteis
Il Domani, 4 agosto 2024 Tensione ai confini tra Polonia e Bielorussia sui flussi migratori. Il parlamento di Varsavia approva una legge che consente alle guardie di frontiera di aprire il fuoco contro chi arriva illegalmente. “Mi hanno chiesto “Da dove vieni?”, ho risposto che ero afghano. Mi hanno colpito alla gamba, già rotta, e ho lanciato un urlo tremendo per il dolore, ma questo li ha fatti arrabbiare ancora di più e mi hanno preso a bastonate”. Il racconto di Farid, un giovane rifugiato, arriva direttamente dalla “death zone”, la “zona della morte”. La chiamano così la frontiera tra Polonia e Bielorussia all’altezza di Hajnowka, nella foresta di Bialowieza, linea di confine che divide l’Europa da ciò che invece, semplicemente, Europa non è.

di Paolo Lambruschi
Avvenire, 4 agosto 2024 A Tripoli i rastrellamenti di massa da parte dei miliziani per estorcere con violenze e torture i riscatti alle famiglie. L’altra faccia del blocco delle partenze e dei respingimenti in mare. I profughi eritrei braccati nei quartieri ghetto di Tripoli dalle milizie, come nel terribile 2017. Costretti a vivere in trappola, senza sbocchi verso il Mediterraneo o la Tunisia, chiusi in casa per evitare l’arresto nei rastrellamenti di massa e torturati nei centri di detenzione per estorcere riscatti alle famiglie. Il silenzio calato sulla capitale libica negli ultimi mesi e il calo delle partenze che da questa sponda del Mediterraneo è reputato un successo celano una realtà dimenticata di sofferenze e disumanità destinata a peggiorare, come confermano le testimonianze raccolte in Italia dal gruppo di oppositori del regime Eritrea democratica.

di Gad Lerner
Il Fatto Quotidiano, 4 agosto 2024 Il doppio funerale con cui è stato onorato Ismail Haniyeh, capo politico di Hamas, giovedì a Teheran, capitale dell’Iran, e l’indomani a Doha, capitale del Qatar, rappresenta un inedito assoluto nella millenaria storia dell’Islam; e dovrebbero farci riflettere sugli scenari futuri di una nuova guerra mediorientale che tutti considerano imminente, ma di cui nessuna potenza mondiale è in grado di controllare gli sviluppi. Haniyeh era un esponente della Fratellanza musulmana sunnita che ha importato nella realtà palestinese, senza remore teologiche, la dottrina politica controrivoluzionaria elaborata dagli ayatollah sciiti dopo la caduta dello scià di Persia.

di Eshkol Nevo
Corriere della Sera, 4 agosto 2024 Lo scrittore: credevo che la tregua sarebbe arrivata. E invece ora tutto brucia. Aspettavo il cessate il fuoco. Credevo che sarebbe arrivato. Volevo scrivere di cuori traboccanti di speranza, di persone che tornavano a sorridere. Di case ricostruite ai due lati del confine. Ma il cessate il fuoco non è arrivato, anzi: tutto brucia. Le fiamme si stanno diffondendo su altri fronti. Al supermercato ci sono lunghe code. La gente compra pacchi di acqua e powerbank per i cellulari, per essere pronta a permanenze prolungate nei rifugi.

di Giovanna Branca
Il Manifesto, 4 agosto 2024 La Difesa Usa: no all’accordo che cancella la pena di morte per gli “architetti” dell’attentato. Un memorandum di poche righe che “con effetto immediato”, nell’”esercizio della mia autorità” annulla i patteggiamenti di tre dei presunti organizzatori dell’attentato dell’11 settembre – tra i quali il loro cosiddetto “architetto” – Khalid Shaikh Mohammed – con l’accusa. Lo firma il segretario della a Difesa Usa, Lloyd Austin, ribaltando l’accordo che avrebbe potuto mettere la parola fine a una vicenda legale infinita in cui nessuno ha avuto giustizia.

di Gennaro Grimolizzi
Il Dubbio, 4 agosto 2024 Parla Denis Shedov, componente del direttivo di Memorial, organizzazione russa impegnato nella tutela dei diritti umani: “Stiamo facendo tutto il possibile per ottenere giustizia e il rilascio anticipato di Alexei Gorinov”. “È un giorno importante e spero che ci possano essere buone notizie anche per altri dissidenti e oppositori politici ancora in carcere”. Sono queste le prime le parole che pronuncia l’avvocato Denis Shedov, componente del direttivo di Memorial (organizzazione russa impegnato nella tutela dei diritti umani e insignita del premio Nobel per la Pace nel 2022), all’indomani dello scambio di alcuni detenuti tra Stati Uniti, Russia e Germania.

DOCUMENTI

Ministero Giustizia: statistiche su detenuti presenti, capienza delle carceri e area penale esterna, al 31 luglio 2024
Comunicato Osservatorio Carcere Unione delle Camere Penali Italiane: “Ristretti in agosto”
Testo del DL “Carcere sicuro” comprendente le modificazioni apportate dalla Commissione (approvato dal Senato)
APPUNTAMENTI
La Newsletter di Liberi dentro – Eduradio & Tv. Programmazione dal 5 all’11 agosto 2024
“Giovani, controllo sociale e giustizia penale”. Summer School di Antigone e del Dipartimento di Giurisprudenza dell’Università di Torino (Torino, dal 16 al 20 settembre 2024)
Evento formativo di Fondazione per l’Architettura: “L’architettura per il carcere della Costituzione” (Torino, 26 settembre 2024)
Convegno regionale volontariato carcerario: “Giustizia riparativa, annuncio profetico” (Pompei-NA, 28 settembre 2024)
Convention del Movimento No Prison: “Le carceri incostituzionali” (Assisi-PG, 17 e 18 ottobre 2024)
Corso di formazione. “So-stare nel confitto. La Mediazione Umanistica, un altro sguardo sul futuro” (Brescia, 19 e 20 ottobre 2024)
Garante detenuti Emilia Romagna: “Conoscere il carcere per progettare il volontariato”. Visite formative nelle carceri di Bologna, Rimini e Ferrara (ottobre-dicembre 2024)
CORSI E MASTER
Università Milano Bicocca. Master di I livello: “Devianza, sistema della giustizia e servizi sociali” (Dal 26 ottobre 2024 al 31 ottobre 2025)
Master universitario congiunto di I Livello in “Mediatore penale esperto in programmi di giustizia riparativa” (Dal novembre 2024 a febbraio 2025)
CONCORSI
Premio letterario “Maurizio Battistutta”. Riservato alle persone detenute nelle carceri di tutto il territorio nazionale (scadenza 31 dicembre 2024)