VENERDì 12 FEBBRAIO 2021
Le maggioranze linguistiche di Supermario
di Antonio Padellaro | 12 FEBBRAIO 2021
L’impressionante collage “dadaista” sul giornalismo in ginocchio davanti a Mario Draghi (e ai suoi cari) raccolto l’altroieri su queste pagine da Daniela Ranieri (“Coraggioso. Umile. Asciutto…”) suscita un interrogativo lancinante: perché? Un paio le risposte possibili ma non esaustive. La prima spiegazione, forse sommaria ma inevitabile, è la cupidigia di servilismo. Ovvero, l’impulso incontenibile alla sottomissione e senza che lo abbia ordinato nessuno. Dubitiamo infatti che il premier incaricato abbia necessità di uniformare l’informazione ai suoi voleri poiché già da tempo le redazioni unificate, nell’attesa dell’Avvento si erano posizionate, e del tutto spontaneamente, a 90 gradi. Un fenomeno davvero straordinario che ripropone la domanda di cui sopra: perché mai? Causa il breve spazio di questa nota, rimandiamo a una celebre citazione del sociologo Alain Accardo sulla patologia del riconoscimento sociale dei giornalisti (e sul rapporto ambiguo dominanti/dominati) definita sindrome di Madame Bovary. In parole molto povere, il nome Draghi richiama oggi il mito della eccellenza nella competenza cui noi disgraziati scrivani, abituati a lavorare sull’urgenza e l’approssimazione, deferenti ci inchiniamo.
Può esserci poi una spiegazione più terra terra che chiameremo del Marziano a Roma. Nel racconto di Ennio Flaiano, quando l’alieno Kunt atterra nei pressi di Villa Borghese, la sua presenza desta grande scalpore tra i cittadini e i media e di lui si parla come di un prodigio a cui affidare i destini della nazione, e forse anche dell’umanità. Purtroppo svanito l’effetto novità, i romani inizieranno a ignorarlo finché il marziano deluso tornerà sul suo pianeta. Sotto certi aspetti è lo stesso destino a cui andò incontro il senatore Mario Monti quando nel novembre 2011, succeduto a Silvio Berlusconi, fece i conti “con la salivazione a mille della stampa indipendente che da quando ha ricevuto l’incarico non fa che leccarlo dalla testa ai piedi” (Marco Travaglio). L’entusiasmo per la “sobrietà” del nuovo premier fu declinata in tutte le forme possibili finché immaginammo che anche il cane di Monti si comportasse con sobrietà canina, addestrato a recapitare ogni mattina al padrone una copia croccante del Financial Times e come lui provvisto di un cappottino invernale verde loden. Purtroppo, in seguito e del tutto immeritatamente, il destino del professor Monti ricordò quello del marziano Kunt, ragion per cui oggi trepidiamo per la sorte del professor Draghi. A cui raccomandiamo di continuare a occultare il bracco ungherese, ma anche le sue personali riflessioni sui media. E per meglio difendersi dalle maggioranze linguistiche (che oggi lo vogliono santo subito ma domani chissà) per favore non tolga mai la provvidenziale mascherina.
Vogliamo i competenti
di Marco Travaglio | 12 FEBBRAIO 2021
Se prima bastava leggere i giornaloni per sapere che mai i poteri marci avrebbero consentito al governo Conte, il più “sociale” e lontano dalle lobby mai visto in Italia, di gestire i 209 miliardi del Recovery Fund, ora basta leggere i giornaloni e vedere i talk show per sapere che cosa ci aspetta nei prossimi mesi. Non sono trascorsi 10 giorni dalla crisi di governo e tutti già fingono di dimenticare chi l’ha scatenata. Cianciano di “crisi di sistema”, come se un bulletto col 2% facesse capoluogo. Sproloquiano di “fallimento della legislatura populista” e “vittoria dei competenti sugli incompetenti”, come se prima del 2018 l’Italia fosse stata governata da competenti, come se dal 2018 a oggi fosse stata governata da incompetenti e come se ora l’indubbia competenza di Draghi (in fatto di economia e finanza, non di altro) si estendesse automaticamente a tutti i rami dello scibile umano e, per contagio, a tutti i suoi futuri ministri. Di cui nessuno sa ancora nulla, ma a cui tutti (salvo FdI), hanno già garantito la fiducia. Al buio. Uscendo dalle consultazioni con le mani alzate e le braghe calate. Ora che anche 6 iscritti su 10 dei 5Stelle si son bevuti la supercazzola di Grillo sul Superministero della Transizione Ecologica e hanno dato il via libera al suicidio del M5S, oggi sposo di B. dei 2 Matteo, sapremo finalmente tutto del governo che “salverà l’Italia”. Poi magari scopriremo da chi e da cosa, visto che abbiamo i contagi meno peggiori dei grandi Paesi Ue, la campagna vaccinale più efficiente d’Europa e un Recovery Plan depositato in Parlamento in attesa che chi l’ha sequestrato per cacciare Conte, incassato il riscatto, lo rilasci e vi aggiunga gli ultimi dettagli.
Noi, incompetenti come siamo, non abbiamo alcun titolo per suggerire alcunché. Ma, interpretando il desiderio dei tanti “colleghi” che si riempiono le boccucce a cul di gallina di “crisi di sistema”, “discontinuità”, “ritorno della competenza” e “nuova èra”, auspichiamo che Super Mario si sbarazzi al più presto di tutti i lasciti del Triennio dell’Incompetenza. E colmi il vuoto con i migliori scampoli di competenza del tempo che fu. Cestini il Recovery Plan di Conte e Gualtieri e lo rifaccia da capo, aggiungendovi – si capisce – il mitico Mes. Cancelli brutture tipo Spazzacorrotti, Bloccaprescrizione, manette agli evasori, Reddito, dl Dignità ecc. Ripristini il Jobs Act e la Buona scuola, rimpiazzando le incompetenti Catalfo e Azzolina con Fornero e Fedeli (falsa laureata, ma tecnica a prescindere). Riporti i parlamentari da 600 a 945 e restituisca loro i vitalizi. Licenzi Arcuri e Speranza col loro fallimentare piano vaccini, sostituendoli con Bertolaso e Nicole Minetti. Che è igienista dentale: più tecnica di così si muore.
Ehilà, Beppe!
La sola idea di Beppe Grillo azionista di un governo di Mario Draghi mi induce a rivedere il mio agnosticismo, a incontrare un Dio per ringraziarlo di vivere un’epoca meravigliosa. Capite? Beppe Grillo al governo col nume tutelare dell’euro, col banchiere dei banchieri, con l’elitario delle élite, quello che lui chiamava criminale e voleva trascinare in ceppi: grazie Dio! Soltanto un essere celeste eterno onnipresente onnisciente poteva immaginare un’architettura della nemesi così perfettamente surreale, e poi – Dio mio! – i modi. Per farla digerire agli squinternati che votano su Rousseau s’è inventato un quesito non proprio asettico, una roba tipo «volete voi o no un governo con quel santo di Draghi, che è anche un po’ un bell’uomo, per imporgli il programma più figo della plurimillenaria storia dell’umanità?».
E il programma l’ha persino messo sul blog. Me lo sono letto con un flûte di champagne in mano. Salute circolare (praticamente, prevenire invece di curare), scuola 2.0, acqua pubblica, autostrade pubbliche, banca pubblica degli investimenti, tetto agli stipendi di chiunque, anche di Cristiano Ronaldo, reddito universale, riforma fiscale ecologica, voto ai sedicenni, legge sul conflitto d’interessi, patrimoniale, cioè tutto quanto il suo Giuseppe Conte non ha mai fatto. Ma lo farà Draghi, perdiana! Sennò ci sente! E il sublime è che gli hanno creduto, di nuovo. Gli hanno detto vai Beppe, distruggi le banche e le élite insieme con Draghi. E io oggi sono felice che questo formidabile turlupinatore abbia raggirato il suo popolo una volta di più. Sarei però felicissimo se fosse l’ultima.
Clamoroso
Nel 2020, al numero ascolto e consulenza 19696 di Telefono azzurro, le chiamate per tentativi di suicidio sono state il 121% in più del 2019 [Longo, Sta].
In prima pagina
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Su Rousseau hanno vinto i sì a Draghi con il 59,3%. Di Battista lascia il M5s: «Non posso accettare un governo con questi partiti»
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Lo spread cala ancora e arriva a 91 punti. Il rendimento del Btp tocca il minimo storico allo 0,45%
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Berlusconi è caduto mentre era nella sua villa romana sull’Appia Antica. Ricoverato, è già stato dimesso (2,08%)
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Ieri i morti per Covid sono stati 391, sono scesi i ricoveri ordinari (-340) e quelli in terapia intensiva (-2). Il tasso di positività è salito al 5,1%. Le persone vaccinate con due dosi sono 1.248.904 (2,08 % della popolazione)
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Da domenica la Toscana passa in fascia arancione, l’Umbria verso la zona rossa
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All’Asl di La Spezia, in un modulo per vaccinarsi, tra i comportamenti a rischio c’è anche l’omosessualità. Era stato copiato da un testo del ministero della Salute
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La Germania chiude i confini con Tirolo e Repubblica Ceca
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Secondo il Wall Street Journal l’Iran ha prodotto uranio violando gli accordi sul nucleare del 2015
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Per la Corte Costituzione il cognome del padre ai figli «è un retaggio patriarcale»
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Lo scrittore Valerio Massimo Manfredi e una donna sono stati trovati esanimi in casa a Roma, forse per un’intossicazione da monossido di carbonio. Sono ricoverati in gravi condizioni
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È morto a 78 anni Larry Flynt, re del porno
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Non ci sarà nessun film italiano in concorso alla Berlinale 2021, che si terrà solo online dal 1° marzo
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Ai Mondiali di Cortina Paris solo quinto nel superG maschile
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Michela Moioli ha conquistato l’argento nel boardercross nei Mondiali di snowboard in corso in Svezia
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Agli Australian Open Fognini ha battuto Caruso dopo un match di quattro ore terminato con una lite tra i due. Va avanti anche Berrettini, fuori Sonego
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Nessuna sanzione dal giudice sportivo per gli insulti tra Antonio Conte e Andrea Agnelli. La procura Figc apre un’inchiesta
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Lo statunitense Robert Platek è il nuovo proprietario dello Spezia Calcio
Titoli
Corriere della Sera: Draghi alla stretta finale
la Repubblica: Il sì a Draghi spacca i 5S
La Stampa: Rousseau vota Draghi, Dibba se ne va
Il Sole 24 Ore: La Ue vede la ripresa ma l’Italia arranca
Avvenire: Ultimo sì sciogli-riserva
Il Messaggero: Nasce il governo Draghi
Qn: Sì a Draghi, 5 Stelle verso la scissione
Il Fatto: Insalata Rousseau
Libero: Ue e Pd attaccano Zaia / perché compra vaccini
La Verità: Grillo di nuovo sotto schiaffo dei pm
Il Mattino: Governo Draghi, pochi politici
il Quotidiano del Sud: È finito il tempo delle chiacchiere
il manifesto: Abbiamo un banchiere
Domani: I Cinque Stelle dicono sì / ma su Draghi si consuma / la spaccatura definitiv
i 5 Stelle hanno detto sì a Mario Draghi e Alessandro Di Battista lascia il M5s. È questo l’epilogo della giornata di voto sulla piattaforma Rousseau che accorda il sostegno del Movimento al governo “tecnico-politico”. Per il sì si era speso il garante e fondatore Beppe Grillo, poi Luigi Di Maio, il presidente della Camera Roberto Fico, il presidente del Consiglio uscente Giuseppe Conte, praticamente tutti gli ex ministri. Per il no solo Di Battista e una trentina di parlamentari. Alla fine: 59 per cento sì e 41 no, un totale di 74.500 votanti sui 119.500 iscritti aventi diritto. Di Battista, poco più di un’ora dopo il responso, getta la spugna con una diretta sulla propria pagina Facebook: “La mia coscienza politica non mi permette di andare avanti”. E ora cosa succederà? Quanti seguiranno “Dibba” che dice conclusa “una bellissima storia d’amore”? E per fare cosa? Nei prossimi giorni i dissidenti decideranno il da farsi, tenendo presente che se voteranno no alla fiducia verranno espulsi dal Movimento. Il commento sulla mutazione finale del movimento è di Sebastiano Messina.
Adesso non resta che la lista ufficiale dei ministri a dividere Mario Draghi da Palazzo Chigi. Il silenzio che avvolge la formazione dell’esecutivo, in queste ore, è rotto soltanto dalle battaglie sotterranee nei partiti. I contatti tra le segreterie e il presidente del Consiglio incaricato sono mediati dagli ambasciatori del Colle. Nel frattempo, i leader inviano le rose di aspiranti ministri, ben sapendo che sarà l’ex banchiere centrale a chiudere la partita assieme a Sergio Mattarella. Michele Ainis sottolinea che in questa crisi di governo si assiste alla rivincita della Costituzione formale, scritta, sulle prassi politiche.
Draghi non salirà al Colle per sciogliere la riserva prima di stasera. Tra i designati si parla di alcuni tecnici che il premier incaricato vorrebbe in squadra, da Marta Cartabia alla Giustizia alla rettrice della Sapienza Antonella Polimeni all’Università, fino a Enrico Giovannini alla Transizione ecologica. Quanto all’Economia, i nomi sono quelli di Daniele Franco o, in alternativa, del direttore dell’Agenzia delle Entrate Ernesto Maria Ruffini, utile nel caso in cui si decidesse di puntare sulla lotta al sommerso. Draghi lavora con grande discrezione e, come ha scoperto Claudio Tito, svolge i suoi incontri segreti al riparo da occhi indiscreti presso la foresteria del comando generale dell’Arma ai Parioli.
Intanto al premier arriva il sostegno da parte del commissario Paolo Gentiloni. “Esperienza, idee e capacità del premier incaricato contribuiranno ad un governo efficiente ed europeista”. Mentre presenta le previsioni economiche di Bruxelles, il commissario europeo all’Economia, Paolo Gentiloni, dedica più di un passaggio alla nascita dell’esecutivo Draghi. Dopo l’incoraggiamento su riforme e Recovery giunto sabato scorso dal governatore di Bankitalia Ignazio Visco, ora tocca al responsabile Ue aprire la strada al lavoro del futuro capo del governo. Un dialogo a distanza tra personalità che parlano lo stesso linguaggio, quello europeo, e comprendono il compito gravoso che attende il presidente del Consiglio incaricato: riscrivere il Recovery italiano entro 60 giorni. Questo è l’obiettivo temporale, scrive Alberto D’Argenio, che circola tra Roma e Bruxelles.
Il virus morde ancora e l’Italia si mette in fila per il vaccino. A singhiozzo, in ordine sparso, con proteste. Milleottocento fiale di Astrazeneca che rimangono in frigo in Emilia Romagna, i medici che rifiutano le dosi nel Lazio, le prenotazioni cancellate all’ultimo momento in Sicilia. Così è partita ieri la Fase 2 della grande vaccinazione di massa. Solo quattro Regioni – Lazio, Piemonte, Lombardia e Toscana – risultano aver cominciato a somministrare le 249.000 dosi AstraZeneca finora consegnate all’Italia. La Fase 2 prevede, al momento, che vengano immunizzati subito gli over 80 con le dosi Pfizer-Moderna e gli under 55 senza patologie con il prodotto di Astrazeneca. Su Facebook un gruppo di medici liberi professionisti, iscritti all’Ordine di Roma, rilanciano la polemica sull’ultimo farmaco arrivato definendo “scorretto” fare ai dottori che hanno meno di 55 anni il vaccino AstraZeneca “perché hanno gli stessi rischi del personale sanitario ad oggi vaccinato in fascia prioritaria” con le fiale Pfizer e Moderna.
Negli Usa è alle battute finali il “processo” per l’impeachment. Donald Trump va condannato perché, se diventasse ancora presidente, potrebbe istigare nuovamente alla violenza: lo sostiene l’accusa. Il deputato dem Jamie Raski, capo degli accusatori, ha sfidato i senatori chiedendo se onestamente credono che Trump potrebbe non incitare alla violenza se conquistasse di nuovo la Casa Bianca: “Scommettereste la vita di altri poliziotti su questo? La sicurezza della vostra famiglia? Il futuro della nostra democrazia”?.
“Non ho paura che Donald Trump corra di nuovo tra quattro anni, ho paura che corra di nuovo e perda, perchè può ripetere quello che ha fatto”, ha aggiunto Ted Lieu, un altro dei ‘pubblici ministeri’. La corrispondenza è di Federico Rampini.
Bernard Guetta affronta invece la reazione scomposta di Putin di fronte alla sfida di Navalnyj. Per Guetta “si sta aprendo una fase da fine del regno in Russia. Potrà essere lunga e dolorosa, ma ormai è iniziata, e l’Unione europea deve cominciare a interloquire direttamente con i russi, per comunicare la sua volontà di cooperazione economica e stabilizzazione continentale. Bisogna cominciare a fissare i paletti del dopo-Putin”.
Il vicedirettore Gianluca Di Feo ci racconta la misteriosa storia dei giganti di pietra riemersi in Sardegna. La popolazione di Cabras protesta da una settimana, sotto la guida del sindaco Andrea Abis, e vieta alla sovrintendenza l’accesso al museo cittadino: chiede garanzie che i frammenti dell’ultimo manipolo di statue colossali dopo il restauro tornino lì dove è avvenuto il ritrovamento. Teme che, come è accaduto con la maggioranza dei primi colossi, finiscano a Cagliari. Non è solo una questione di richiamo turistico, anche se i Giganti sono diventati il nuovo simbolo della Sardegna, e neppure di campanilismo: bisogna rendersi conto quanto sia forte e allo stesso tempo divisivo il senso dell’identità che caratterizza le anime dell’isola, tutte ugualmente orgogliose della loro storia. Ma chi erano i guerrieri di Cabras?
Indagatore di misteri storici, narratore da milioni di libri, Valerio Massimo Manfredi, 77 anni, lotta da ieri per la vita in un letto dell’ospedale di Grosseto, dopo essere rimasto vittima delle esalazioni di monossido nella sua casa romana di Trastevere. E ricoverata in grazi condizioni all’Umberto I è anche la storica e scrittrice di Formia Antonella Prenner, 47 anni, che insegna letteratura latina all’Università Federico II di Napoli, che era con lui. Domani in edicola troverete Robinson e il nuovo libro in regalo della collana dedicata a Umberto Eco: Il complotto.