Caserta, gare truccate alla Asl: dodici arresti. Indagato Oliviero, n. 1 in Consiglio regionale
“Gennarino sette bellezze”, “San Gennaro dei poveri si è mosso… e speriamo che fa il miracolo…”. Così nelle intercettazioni Luigi Carrizzone e i suoi sodali parlavano di Gennaro Oliviero, presidente del consiglio regionale in quota Pd nella Campania di De Luca. Carrizzone, ex direttore del Dipartimento di Salute Mentale Asl di Caserta, è uno dei 12 arrestati dell’indagine della Procura di Nord sugli appalti truccati dell’azienda sanitaria, nella quale Oliviero è indagato per traffico d’influenze. Secondo la ricostruzione dei Nas e del pm Giovanni Corona, Carrizzone avrebbe chiesto a Oliviero, ottenendola, una raccomandazione per ottenere la proroga dell’incarico e qualche incarico legale per il nipote avvocato, Victor Gatto. In cambio, il politico dem sarebbe stato ospite di un pranzo da 90 euro nel ristorante di una villa a Lusciano. Il giorno dopo la proroga, il 25 ottobre 2018, Carrizzone scrisse questo sms a Oliviero: “Grazie infinitamente. Luigi Carizzone”. È lo stesso giorno in cui il manager spiega a un collaboratore che “a me la mia storia l’ha fatta Gennaro, lui ha fatto da trait d’union”. L’interlocutore conferma: “Altrimenti ti stavano facendo fuori”.
Oliviero dichiara di essere “a disposizione dei magistrati”. Il Gip di fatto lo ha quasi prosciolto: le intercettazioni nel suo caso, scrive, “sono inutilizzabili” (per quel reato non sono ammesse). E che il pranzo sia stato il prezzo dell’interessamento “non è dimostrato ne dimostrabile… del resto, si suppone che Oliviero abbia possibilità economiche tali da non doversi “vendere” per un pranzo, per quanto caro”. Dunque siamo ‘solo’ nell’ambito di quella “logica clientelare che ha distorto il sistema di affidamento degli incarichi”… per ottenere credito presso il proprio elettorato”.
La tecnica di Carizzone era quella di spacchettare gli appalti per ridurli sotto ai 40mila euro oltre i quali la gara è obbligatoria. In modo di affidarli ad imprese disposte a pagare tangenti. Tra gli appalti inquinati figura anche quello dei lavori nella villa confiscata a Walter Schiavone, fratello del boss Francesco “Sandokan” Schiavone, edificata in maniera che somigliasse a quella del film Scarface con Al Pacino. Ora ospita un centro diurno di salute mentale dell’Asl.