Effetto Conte. 5S oltre il 20% sorpassa Meloni e il Pd
di Lorenzo Giarelli | 2 MARZO 2021
L’effetto Conte, almeno sul Movimento, ci sarà. Tre, quattro, cinque o anche sei punti percentuali in più nei sondaggi, che dovrebbero consentire ai 5 Stelle di tornare sopra alla soglia del 20 per cento, superando sia Fratelli d’Italia che il Partito democratico.
Queste almeno sono le previsioni di chi già nelle settimane scorse aveva sondato gli umori degli elettori riguardo a un M5S guidato da Giuseppe Conte, trovandosi di fronte numeri che non a caso Rocco Casalino aveva sbandierato entusiasta in diretta televisiva. Quasi tutti i sondaggisti, però, avvisano: Conte porterà voti al M5S, ma il suo arrivo sposterà molto poco nella percentuale della coalizione giallorosa.
I numeri. Come ovvio, si parla di valutazioni di partenza, il valore aggiunto che Conte sarà in grado di portare già nelle prime rilevazioni da quando sarà formalizzato il suo ruolo all’interno del Movimento. I numeri poi cambieranno in base all’azione di governo e a come lo stesso Conte interpreterà il suo incarico, ma una spinta iniziale così rilevante non può essere ignorata. E i primi dati Swg, forniti ieri dal Tg La7, sono clamorosi: il M5S guadagna il 6,2 per cento, portandosi al 22 e tallonando la Lega (22,3 per cento). A farne le spese è soprattutto il Pd, che crolla poco sopra il 14 (-4 per cento). Alessandra Ghisleri, con la sua Euromedia Research, aveva anticipato tutto tre settimane fa: “Noi il 10 febbraio stimammo oltre il 20 per cento il Movimento con Conte leader”. Una percentuale che potrebbe crescere se l’ex premier sfruttasse un importante vantaggio rispetto agli ultimi leader dei 5 Stelle: “Almeno per un periodo, Conte sarebbe libero da ogni incarico di governo – ci spiega la Ghisleri – e dunque avrebbe più tempo per dedicarsi al Movimento e a girare i territori, riallacciando un rapporto che è stato perso. In fondo Salvini anni fa costruì così gran parte del suo consenso”. Starà a Conte, poi, scegliere come porsi: “Di certo gli elettori di centrosinistra lo guarderanno con interesse. Se non avrà fretta, potrà attrarre ancor più persone da quell’area”.
Intanto, però, c’è un enorme bacino di 5stelle delusi da recuperare. Secondo Antonio Noto (Noto Sondaggi), l’operazione vale parecchi punti: “Oggi il Movimento lo stimiamo intorno al 14 per cento, ma con Conte leader potrebbe arrivare tra il 20 e il 22, superando il Pd. Questo balzo sarebbe dovuto in buona parte al voto degli astenuti, soprattutto ex elettori dei 5 Stelle nel famoso 33 per cento del 2018, persone che poi si erano allontanate”. A differenza di altri casi, oltretutto, il balzo nei sondaggi è immediato e non ha bisogno di periodi di assestamento: “Conte è ben conosciuto e ha un livello di gradimento molto alto – è la versione di Noto – dunque l’effetto sulla percentuale dei 5 Stelle si vedrà subito”.
Coalizione. È d’accordo anche Michela Morizzo, amministratore delegato dell’Istituto Tecné: “La discesa in campo di Conte avrà sicuramente un effetto benefico per i 5 Stelle, che noi stimiamo possano crescere di 4 o 5 punti. Si tratta di persone che votavano Pd o non esprimevano preferenze”. E qui però c’è l’avvertimento alla coalizione, perché la pesca tra gli indecisi o i delusi difficilmente sarà in grado di far recuperare all’asse M5S-Pd-LeU il distacco accumulato rispetto al centrodestra: “Secondo noi il saldo sarebbe molto vicino allo 0 per il centrosinistra allargato al Movimento. A quel punto dipenderà anche da cosa accadrà nel Pd, che finora ha visto in Conte un potenziale leader unitario e adesso comunque lo tratterà da competitor, seppur alleato”.
Proprio quest’aspetto potrebbe incidere, più in generale, sul consenso personale di Conte. A lungo l’ex premier è stato apprezzato anche al di fuori dal M5S, complice l’emergenza Covid. L’analista Giovanni Diamanti, fondatore di Youtrend, sottolinea però come cambierà la percezione nei suoi confronti: “Gli veniva riconosciuto un ruolo di terzietà, in grado di star sopra alle beghe della politica. Questo cambierà per forza, Conte dovrà essere un po’ più polarizzante, anche se non mi aspetto certo diventi Grillo”. Nel gioco dei vasi comunicanti dei partiti, però, si torna sempre lì: “Ai 5 Stelle, Conte porterà una crescita immediata di qualche punto, ma in effetti non credo ci saranno sviluppi clamorosi nella somma della coalizione”. A quantificare il tutto ci penserà presto anche Fabrizio Masia (Emg Acqua), che all’Adnkornos annuncia “rilevazioni in corso” il cui esito è però immaginabile: “La sensazione è che per i 5 Stelle dovrebbe esserci un vantaggio, perché definendo una leadership e assegnandola a Conte si rimette ordine dopo settimane di confusione e schizofrenia”.
I PARERI
Impresa dovrà recuperare la democrazia interna e collocarsi nel centrosinistra
Assumere la guida di un movimento politico, per giunta allo sbando, è ancor più complicato che ritrovarsi d’emblée primo ministro. Giuseppe Conte, è vero, ha rivelato notevoli doti da autodidatta e buon senso delle istituzioni. Credo che il suo rapporto con il Quirinale non sia interrotto e lo stesso Draghi commetterebbe un errore a sottovalutarne le potenzialità di riserva della Repubblica. Goffo e infelice, viceversa, è stato il suo tentativo di ricostituirsi una maggioranza parlamentare con l’“operazione Responsabili”. Trarne insegnamento comporterà un nuovo apprendistato fuori dal Palazzo, perché la politica trova le sue energie in una conoscenza della società che precede l’arte del governo.
Dovrà promuovere una partecipazione dal basso, un attivismo civico, del quale i clic sulla piattaforma Rousseau altro non erano che una grottesca caricatura. Ce n’è bisogno e Conte ha i requisiti necessari per provarci; purché non si limiti a chiedere pieni poteri ma indichi un percorso di effettiva democrazia interna e un progetto culturale che non sacrifichi in nome del moderatismo l’ineludibile netta collocazione di centrosinistra.
Gad Lerner
Svolta radicale si faccia dare dai 5stelle il potere di cambiare tutto, anche il nome
I 5 Stelle hanno tutto da guadagnare dall’arrivo di Conte, mentre l’ex premier rischia assai: il M5S è un campo minato, ma il partito personalistico sarebbe ancora più complicato.
Affinché il giochino funzioni, Conte deve avere potere pressoché assoluto e rivoltare quel che resta del Movimento 5 Stelle come un calzino. Si arrabbieranno i talebani? Verrà leso quanto deciso dagli Stati Generali? Sticazzi.
I 5 Stelle così com’erano non esistono più e la respirazione bocca a bocca, ai morti, non serve. La segreteria deve essere scelta da Conte e costituita da nomi forti (tipo Di Maio). Va poi cambiato radicalmente non solo lo Statuto, ma proprio il nome: serve un nuovo soggetto politico, che tenga il meglio dei 5 Stelle, ma che sappia pure attrarre chi odia i grillini.
Basta con Casaleggio, Rousseau e tutte ’ste menate. Conte deve creare una realtà un po’ Verdi, un po’ Dc cattocomunista, un po’ radicalismo civico. E rilanciare l’alleanza progressista contro Renzi & destraccia nostrana. Auguri.
Andrea Scanzi
Nuovi orizzonti vorrei che i suoi fari fossero l’antifascismo e la costituzione
Come ha sottolineato qualche giorno fa Gustavo Zagrebelsky, viviamo una fase in cui c’è un allentamento di pressione nei confronti dei partiti. Conte ne può approfittare, mettendo ordine nei 5 Stelle, i quali hanno senz’altro bisogno di un leader se vogliono continuare a esistere.
I due fari dell’azione dell’ex presidente del Consiglio dovrebbero essere l’antifascismo e il rispetto della Costituzione, due questioni che mi stanno molto a cuore e intorno a cui credo si combatta la battaglia dei prossimi anni, soprattutto se penso a Salvini. Su questo credo che Conte sia in grado di indicare la strada ai 5 Stelle, che spesso sono andati un po’ in confusione (ma mai a tal punto da andare in Arabia Saudita a parlare di Rinascimento, questo va detto). Dopotutto, Conte in questi anni, pur avendo vissuto un’epoca difficile, è riuscito a mantenere un buon consenso dai cittadini e questo sentimento non va affatto disprezzato ma, anzi, è una ricchezza da cui è giusto ripartire.
Non so se poi Conte potrà essere la persona giusta anche per il centrosinistra, che mi auguro invece faccia finalmente il percorso che deve: da troppo tempo ignora del tutto le donne e i molti giovani capaci che ci sono, soprattutto tra i sindaci, ma a cui poi vengono sempre preferiti i soliti nomi. Spero che questa sia l’occasione anche per il Partito democratico per darsi una mossa e recuperare un collegamento con la realtà.
FONTE: DI Sandra Bonsanti
Figliuolo, all’emergenza Covid l’alpino che ha pianificato l’impiego della Difesa per la vaccinazione di massa
di Gianluca Di Feo