Clamoroso
Domande pervenute dall’Italia all’Ufficio europeo dei brevetti di Monaco nel 2020: 4.600. Un record [Arena, Giornale].
In prima pagina
• Durante un’intervista in tivù Biden ha detto che Putin è un assassino. I russi sono su tutte le furie, Mosca richiama l’ambasciatore
• Ursula vor der Leyen minaccia la guerra dei vaccini contro il Regno Unito
• Ieri ci sono stati altri 431 morti. +480 ricoverati, +61 in terapia intensiva. Il tasso di positività risale al 6,2%. Persone vaccinate (due dosi): 2.180.085 (il 3,66% della popolazione)
• In Puglia hanno sospeso i ricoveri ordinari, in Emilia Romagna da due giorni ci sono più malati in terapia intensiva ora che nella prima ondata, la Sardegna vieta a chi ha la seconda casa lì di arrivare sull’isola. Da ieri in Italia sono arrivate 150 mila dosi di anticorpi monoclonali
• La Commissione europea vuole introdurre un passaporto vaccinale per riaprire le frontiere interne dell’Unione. La prossima settimana si vaccineranno tutti gli eurodeputati
• Il presidente della Tanzania, che fino all’ultimo ha sostenuto che il Covid non esiste, è morto all’improvviso, ufficialmente per problemi cardiaci. Aveva 61 anni
• Dopo cinque anni di indagini e tre di dibattimento, tutti gli imputati nel processo sulla presunta maxi tangente dell’Eni in Nigeria sono stati assolti: il fatto non sussiste
• Enrico Letta ha scelto come vicesegretari del Pd Irene Tinagli e Peppe Provenzano, entrambi economisti
• La storia del bimbo di sette anni che ha vissuto 525 giorni senza cuore
• Ad Atlanta, in Georgia, un 21enne bianco è entrato in tre diversi centri massaggi gestiti da asiatici e ha aperto il fuoco un uomo e sette donne. È stato arrestato dalla polizia dopo che i suoi parenti lo hanno denunciato. È la strage con più morti negli Stati Uniti da tre anni
• Il regista teatrale Alain Françon, 76 anni, è stato accoltellato per strada a Montpellier. È gravissimo
• La Ue ha imposto delle sanzioni contro alcuni dirigenti cinesi. È la prima volta dal 1989
• Rutte ha vinto di nuovo le elezioni in Olanda
• Un ricco indiano si vuole comprare il superattico in piazza San Babila a Milano dove abitavano Maurizio Gucci e Patrizia Reggiani
• Cancellate le ultime gare in Svizzera, Sofia Goggia ha vinto la Coppa del mondo di discesa libera
• La Lazio ha perso 1-2 con il Bayern. Ora in Championsi non c’è più neanche una squadra italiana
• Dopo D’Ambrosio anche Handanovic è positivo al coronavirus. L’Inter teme un focolaio
• Il Torino rimonta il Sassuolo e vince 3-2 al 92’. Protagonista Zaza, autore di una doppietta
• È morto James Levine, storico direttore della Metropolitan Opera Orchestra. Era stato licenziato nel 2018 perché accusato di molestie
Titoli
Corriere della Sera: Sfida di Biden a Putin
la Repubblica: Vaccinazioni, si riparte / «Ma ora più controlli»
La Stampa: Draghi schiera i farmacisti: «Potranno fare i vaccini»
Il Sole 24 Ore: Powell (Fed): tassi fermi fino al 2024 / L’economia americana mette il turbo
Avvenire: Un pass per tornare a viaggiare
Il Messaggero: «Cambiamo il patto di stabilità»
Il Giornale: Parla Draghi: vaccinatevi tutti
Qn: Senza passaporto Covid niente viaggi
Il Fatto: Infiltrati di Salvini nel Cts dei Migliori
Libero: La Ue pensa al clima, non a battere il virus
La Verità: La Germania si fa i vaccini / A noi lascia solo Speranza
Il Mattino: Ue, la guerra di AstraZeneca
il Quotidiano del Sud: Attenti a segare il ramo su cui si è seduti
il manifesto: Guerra a freddo
Domani: Le trombosi rare tra i vaccinati / Ecco cosa sappiamo davvero

Giornali
di Marco Travaglio
Il Fatto Quotidiano
Un giorno Indro Montanelli domandò a Leo Longanesi perché scrivesse pochi libri. “Perché – gli rispose Longanesi – se vuoi raccontare qualcosa di organico, devi piegarti ogni tanto al banale. Perfino Tolstoj deve dire che ‘Anna Karenina si alzò e andò ad appoggiare la fronte ai vetri della finestra’. Ecco: io non sarò mai capace di seguire un’Anna Karenina in un movimento così ovvio e usuale. Che me ne frega, a me, che quella brava signora vada alla finestra? Anche la mia serva ogni tanto ci va… Eppure, se vuoi scrivere un romanzo, devi rassegnarti a seguirne i personaggi anche in queste faccenduole private”. Invece il bello della cronaca è che ti impone di concentrarti sulle novità. La notizia è l’uomo che morde il cane, non viceversa. Eppure i giornaloni ci ammorbano di non-notizie, per giunta spacciate per eventi sensazionali, epocali, rivoluzionari. Draghi chiama Macron per parlare degli effetti del loro stop ad AstraZeneca (inglese) contro il parere di Ema e Aifa per correr dietro alla Germania (che con gli Usa produce il Pfizer-Biontech). E che si dicono, di straordinario? Se domani l’Ema dà l’ok, venerdì si riprende. E, per usare un francesismo, grazie al cazzo: sarebbe una notizia se, malgrado il via libera dell’Ema che peraltro non aveva mai dato lo stop, si continuasse a non vaccinare. Ma il Corriere ci apre la prima pagina: “Pronti a ripartire con i vaccini”, “Se l’Em a dà l’ok, si riparte subito”(non fra un mese), . Stampa: “Telefonata Draghi-Macron, stupiti dall’annuncio unilaterale tedesco”(e allora perché si sono accodati, rendendolo trilaterale?). Repubblica: “Patto Draghi-Macron”. Messaggero e Corriere: “Asse DraghiMa cr on”. Ora, noi non escludiamo affatto che i due statisti si siano detti: “Ehi Manu/ Mario, allora ripartiamo subito”. Sarebbe strano il contrario. Ma che bisogno c’è di “patti” o “assi” per cose tanto scontate? A proposito: la sapete “la tesi di Cottarelli”? La svela un paginone del Corriere: “Ricominciare dal merito”. Capito? Non dal demerito. Da leccarsi i baffi. E la “ricetta di Cingolani”? “Taglio alla burocrazia”, rivela Repubblica a chi temeva che volesse più burocrazia. Perbacco. Dei “due pilastri ” del gen. Figliuolo abbiamo detto: prima “ricevere i vaccini”, poi “somministrarli ”, e non viceversa. E i licenziamenti? “Da luglio ripartono, ma solo per le grandi aziende in crisi”(Rep), anche perché quelle in piena salute non han bisogno di licenziare. E i processi? La Cartabia li vuole “giusti e brevi”: una bella svolta rispetto ai predecessori, che li volevano ingiusti e lenti. Ma, quando arrivano i Migliori, non ce n’è più per nessuno. Presto avremo un “patto/asse Draghi-Biden” perché respirano entrambi.


Enrico, il processo a Socrate e il celebre esperimento di Asch
Vorrei tanto conoscere quello 0,8% di elettori che il giorno prima (dimissioni di Nicola Zingaretti) avevano tolto il voto al Pd e il giorno dopo (elezione di Enrico Letta) glielo hanno restituito. Nutro grande rispetto per sondaggi e sondaggisti e non mi permetterei di mettere in discussione i fondamenti di una scienza (quasi) esatta. Trovo lo stesso affascinanti delle variazioni così subitanee da una settimana all’altra. (A. Padellaro, Fq, 17 marzo)
Come raccontano le antiche scritture, nel processo a Socrate furono posti due quesiti. Al primo (“È colpevole?”), 236 giudici risposero sì, 233 no. Al secondo quesito (“Dev’essere condannato a morte?”), si ebbero 276 sì e 193 no: 40 di quelli che lo avevano giudicato innocente avevano cambiato idea nel giro di pochi minuti. Il fenomeno, detto “pressione del gruppo”, fu dimostrato scientificamente nel 1951 dal celebre esperimento di Asch. A otto soggetti seduti in un laboratorio vennero mostrate due schede: su una c’era disegnato un segmento A, sull’altra tre segmenti di lunghezze varie, fra cui uno visibilmente identico a quello A. Alla domanda “Quale segmento è identico al segmento A?”, in sette indicarono il segmento sbagliato. L’ottavo soggetto non sapeva che i sette erano complici dello sperimentatore: indicò anche lui il segmento sbagliato, conformandosi alla maggioranza. Negli anni, molti esperimenti di psicologia sociale hanno dimostrato che i giudizi vengono cambiati se in tanti, prima di te, danno in modo concorde la risposta sbagliata. Su questa debolezza psicologica puntano sia le pubblicità del tipo “nove mamme su dieci preferiscono X”, sia i tentativi dei media di guidare in questo o in quel senso l’opinione pubblica. Arrivato Letta, che è omogeneo a Draghi, i peana rassicuranti su Draghi sono stati estesi a Letta dai media del Blocco, per creare la pressione che poi i sondaggi hanno registrato. Non è difficile indirizzare le opinioni, specie in tempi di crisi. Un tizio, seduto su una panchina ai giardinetti, si era conquistato la confidenza dei piccioni. Aveva cominciato col buttare delle briciole di pane davanti a sé. Un piccione d’avanguardia s’avvicinò per studiarlo: quella faccia forse gli ispirò fiducia, e così beccò le molliche. Arrivò un suo compagno. Ne sopraggiunsero altri. Il tizio buttò nuove briciole, stavolta vicino alle sue scarpe minacciose. Dopo lunghe considerazioni, un piccione osò. Gli altri lo seguirono. Il tizio tese la mano aperta all’intraprendente, e quello, che ormai aveva su di lui un’opinione formata, beccò una mollica nella sua mano. Un altro, per imitarlo, gli si posò sul polso. I piccioni con la polenta sono squisiti.
Da chi è formato, del resto, un gruppo? Adultere in giro per le alcove, papà che si scopano le figlie, seduttori di cameriere, iniziatori di seminaristi, salariate dell’amore abbonate agli aborti, ipocrite che servono la virtù frodando la fisiologia, direttori di giornali che banalizzano spudorati le nefandezze di Gelli, buttandola in caciara: tutti costoro formano un gruppo. Per convincerlo basta poco. Anni fa, tre ristoranti, in concorrenza nella medesima strada di Trastevere, per superarsi a vicenda avevano scritto dei cartelli: “Qui si mangia meglio che in tutta Roma”. “Qui si mangia meglio che in tutta Italia”. “Qui si mangia meglio che in tutto il mondo”. Quando nella stessa strada aprì un quarto ristorante, nel suo cartello scrisse: “Qui si mangia meglio che in tutta la strada”. Trucchetti che ogni cameriere esperto conosce. Quando un piatto è trascurato dalla clientela, prende rispettosamente dalle mani del cliente il menu e lo cancella a lapis. “Perché?” domanda invariabilmente il cliente. E lui: “Ne rimane solo una porzione per lei”. E il cliente ci casca.
C’era una volta
Dieci anni fa
Sabato 19 marzo 2011. Libia. Parigi dà il via all’operazione Odissey Dawn. La coalizione, guidata dalla Francia e dal Regno Unito, coinvolge anche Usa, Spagna e Canada. La guerra è cominciata alle 17.45: «Aerei Rafale francesi hanno bombardato l’artiglieria di Gheddafi intorno a Bengasi distruggendo almeno quattro carri armati (fonte Al Jazeera). Più tardi, unità della marina americana hanno sparato missili Cruise contro batterie antiaeree libiche. Tre sottomarini Usa (tra cui i mezzi d’assalto Providence e NewportNews), equipaggiati con missili Tomahawk si preparano ad attaccare. Sarkozy, a Parigi, ha spiegato: “La porta della diplomazia si riaprirà quando l’aggressione di Gheddafi finirà. La nostra determinazione è totale. Ognuno è messo davanti alle sue responsabilità. Il leader libico e tutti coloro che sono ai suoi ordini devono immediatamente porre fine agli atti di violenza contro i civili, ritirarsi da tutte le aree in cui sono entrati con la forza, rientrare nelle loro caserme, e consentire un pieno accesso umanitario”. Gheddafi sostiene che le sue truppe si sono fermate e che non sparano. Varie agenzie di stampa riferiscono invece che in mattinata si è combattuto alla periferia di Bengasi con un bilancio di 26 morti, una quarantina di feriti e migliaia di civili in fuga. Un aereo militare dei ribelli è stato abbattuto, e di questo episodio ci sono le fotografie. Gheddafi ha scritto a Cameron e a Sarkozy: “Le potenze occidentali non hanno diritto di intervenire in Libia… si pentiranno della loro ingerenza… è un’ingiustizia, una chiara aggressione… ve ne pentirete… La Libia non è vostra. Questo è il nostro paese, non è il vostro paese”. Un’altra lettera è stata indirizzata a Obama: “Tutto il popolo libico è dalla mia parte, tutti sono pronti a morire per me, io qui sto combattendo contro al Qaeda, cosa pensa di fare?”. Intorno ai possibili bersagli dell’aviazione occidentale, Gheddafi starebbe schierando muri umani. Al largo incrociano adesso, oltre alle navi e ai sottomarini americani, anche le due fregate francesi Jean Bart e Forbin» [Dell’Arti, Gazzetta].
«Che interesse può esserci a fare la guerra? In Libia c’è molto petrolio. Guerra e inflazione sono due modi – potenzialmente addirittura coincidenti, alla fine – per banalizzare la crisi economica e gli enormi debiti dell’Occidente» [ibid.].
Venti anni fa
Lunedì 19 marzo 2001. «È tregua in Rai sul caso Satyricon. Alberto Contri e Gianpiero Gamaleri, i due consiglieri del Polo, sospendono le dimissioni e rientrano nel consiglio di amministrazione Rai, sollecitati dai presidenti della Camera Luciano Violante e del Senato Nicola Mancino, i quali hanno anche chiesto al presidente della Rai Roberto Zaccaria di adottare subito misure di garanzia. E il vertice della tv di Stato ha bloccato per 4 giorni la presenza di politici in 10 trasmissioni giornalistiche tv e in tre radiofoniche. Lo scontro si sposta in commissione di Vigilanza Rai, che deve approvare entro 96 ore il nuovo regolamento sulla par condicio. il Polo però adotta la linea dura e chiede che per tutta la campagna elettorale i candidati appaiano solo nei tg o nelle tribune politiche, e non in altre trasmissioni» [CdS].
Venticinque anni fa
Martedì 19 marzo 1996. Dopo un assedio durato quattro anni, Grbavica, l’ultimo quartiere di Sarajevo a presenza serba, passa sotto la giurisdizione della Federazione croato-musulmana: Sarajevo è finalmente riunificata.
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«Renato Squillante, capo dell’ufficio gip di Roma, ha deciso di iniziare lo sciopero della fame. Una forma di protesta estrema decisa, spiega l’avvocato difensore Gaetano Pecorella, “contro il protrarsi della carcerazione preventiva. Squillante contesta il fatto che la custodia venga applicata ad un uomo anziano e per fatti lontani nel tempo”. Ma per i giudici milanesi ciò che appare sempre più centrale nell’inchiesta è un’altra questione che riguarda Squillante: i suoi conti. Questione che sembra aver messo nei guai anche chi li gestiva: Giorgio Aloisio De Gasperi è stato infatti interrogato ieri, nella veste di indagato. Si tratta di uno dei soci della Aloisio-Foglia-Ventura, la Sim visitata domenica dalla Guardia di Finanza. Sui conti di Squillante vi sarebbe più di un miliardo e mezzo, sussurrano le solite voci. Il magistrato in carcere sostiene invece che si tratta solo di 3-400 milioni» [Marzolla, Sta].
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Calcio. La Roma di Mazzone viene eliminata in Coppa Uefa dalla seconda squadra di Praga. All’andata in trasferta finì 2-0 per loro, al ritorno 3-1 per la Roma. Ma non basta per la qualificazione alle semifinali.
«Quella sera piansi negli spogliatoi. Giocammo forse una delle partite più belle della Roma in Europa. Cuore, grinta, carattere, qualità: mettemmo tutto. Meritavamo di passare il turno. Meritavamo noi davanti a un pubblico mai visto» [Francesco Moriero a Laroma24].
Trenta anni fa
Martedì 19 marzo 1991. «Saddam è nella morsa dei ribelli. Avanzano ancora le truppe curde: ieri le forze dell’insurrezione sono entrate a Kirkuk, la capitale del petrolio iracheno. Le armi chimiche che per quaranta giorni di guerra avevano rappresentato l’incubo dell’Occidente sono ancora lì, nascoste negli arsenali superstiti, e potrebbero essere usate contro la popolazione. Ma gli insorti avvertono: “Se Saddam decidesse di usare i gas, sappia che noi faremo saltare le due grandi dighe a Nord, e allagheremo la pianura fino a Baghdad”. Per l’Iraq sarebbe un dramma. Causerebbe non solo una strage, ma anche la trasformazione in un immenso acquitrino delle pianure fino alla capitale. Gli iracheni perderebbero l’unica fonte di approvvigionamento idrico che sia loro rimasta. Da ieri un terzo del petrolio di Saddam è in mano ai ribelli curdi» [Sta].
Quaranta anni fa
Giovedì 19 marzo 1981. «Dopo tre anni di esperimenti, l’Urss è riuscita a mettere a punto la prima arma spaziale della storia. Si tratta di un satellite killer, programmato per distruggere i satelliti artificiali orbitanti intorno alla Terra. Un radar a raggi infrarossi lo guida al bersaglio: quando lo raggiunge, il killer esplode, rendendolo inservibile o distruggendolo. Finora, l’Urss non ha dotato la nuova arma di testate nucleari, ma sembra in grado di farlo. L’entrata in funzione del satellite killer è stata annunciata dal Pentagono» [Sta].
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Giovanni Paolo II, il papa operaio, è in visita alle acciaierie di Terni. «Lo scopo di questa visita (…) è di portare una parola di incoraggiamento a tutti i lavoratori. Fra poco visiterò nei rispettivi posti di lavoro gli operai delle acciaierie ed esprimerò loro la mia solidarietà, la mia amicizia e il mio affetto, avendo personalmente condiviso per alcuni anni la loro dura condizione di vita. Desidero anche ascoltare la loro voce, che mi è particolarmente cara, e il mio pensiero andrà a tutti gli operai del mondo, in particolare a coloro che lavorano in condizioni non sicure o non sono adeguatamente retribuiti, nella comune convinzione che la soluzione di tanti loro problemi dipende dalla comprensione e dalla solidarietà di tutti gli uomini di tutti i Paesi. Desidero oggi rendere ai lavoratori, che trovano nell’artigiano di Nazaret un modello esemplare di impegno generoso, di lealtà a tutta prova e di responsabilità professionale, e dare espressione alla difesa delle loro legittime aspirazioni, tra cui la giusta partecipazione al progresso economico e civile in un’equa distribuzione dei benefici derivanti dal comune lavoro e nell’armonica intesa, che deve regnare tra i figli di una stessa comunità». Il Papa poi ha panzato con gli operai nella mensa aziendale.
Cinquanta anni fa
Venerdì 19 marzo 1971. Dopo un lungo interrogatorio Giovanni Pinci, 64 anni, guardiano del casolare in territorio di Palestrina dove erano stati sequestrati gli undici chili di esplosivo e dove continuano a convergere i sospetti di riunioni clandestine, protagonisti giovani aderenti all’organizzazione di Valerio Borghese, è stato rilasciato. Di Borghese non v’è ancora alcuna traccia.
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Eddy Merckx vince per la quarta volta la Classicissima ed eguaglia Bartali per numero di vittorie. Il fuoriclasse spagnolo s’è liberato degli avversari a tre chilometri dall’arrivo giungendo solo e sorridente al traguardo. Al secondo porto Gimondi.
Sessanta anni fa
Domenica 19 marzo 1961. Il XXXIV congresso del Psi conferma Pietro Nenni segretario nazionale ed elegge Francesco De Martino vice segretario. Nenni vince con il 55%, ma perde il 3% rispetto al precedente congresso, le sinistre unite raggiungono circa il 42%, avanzando del 3,61%. Degli 81 componenti del comitato centrale, 45 vanno ad “Autonomia”, 29 alla sinistra, 6 alla corrente di Basso, 1 a Pertini.
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Rita Levi Montalcini da St. Louis scrive alla madre e alla sorella Paola, detta «Pa»: «Mamma e Pa mie, tra due giorni sarà primavera, ma a St. Louis oggi c’è l’impressione di essere in pieno inverno. Una giornata fredda e grigia. A dir la verità questo tempo mi piace. È l’atmosfera più adatta per concentrarsi. Ed io ho molto bisogno di concentrarmi. Domani dovrò fare una conferenza agli psicologi della Washington University. Inoltre ho da ultimare il manoscritto del lavoro in preparazione con Piero e pensare a quello più impegnativo per Ann Harbor. Come vi ho detto, ho appena scritto l’introduzione e entro un mese dovrò presentarlo per la pubblicazione. C’è da domandarsi se sia giusto adattare la produzione alla richiesta o, in altre parole, produrre sotto il pungolo degli organizzatori di simposi che impongono di scodellare lavori a tempo fisso. Non è giusto ma è difficile esimersi e rifiutare. Nel mio caso c’è il vantaggio che mi impone di fermarmi e scrivere. Cosa che non farei se dovessi seguire la mia inclinazione. È molto più divertente pensare e fare esperimenti che tirarne le somme e leggere gli esperimenti fatti da altri. E tuttavia mi accorgo che questo è utilissimo […]. È un’esperienza molto simile alla tua, mia Pa, quando lasci le tue tele e mediti sulla pittura e altre forme estetiche. Tuttavia sei più dotata di me per questo e ti diverti a scrivere. Per me è per il 90 per cento una fatica e una sudata. Per il 10 per cento è un divertimento. Non c’è dubbio che a furia di scrivere si impara, ed oggi ho assai più facilità di quanta non ne avessi in passato quando Viktor [Victor Hamburger, il professore che la chiamò nel 1947 negli Stati Uniti, ndr] scriveva in gran parte i miei lavori. Oggi li do a lui da leggere quando sono pronti per inviarli all’editore. Ho passato gran parte della giornata a casa a studiare. Poi sono andata come di consueto in laboratorio per controllare alcuni esperimenti e infine a colazione da Paolo e Silvia […] Vi abbraccio con infinito affetto. Vostra Rita»
Settanta anni fa
Lunedì 19 marzo 1951. Tito vuole iniziare ad aprile le trattative con l’Italia per Trieste.
Ottanta anni fa
Mercoledì 19 marzo 1941. «Abolire il cordoglio. Nel commentare i caduti in guerra, evitare le consuete espressioni di cordoglio. I caduti si onorano con fierezza e non si rimpiangono» [Riccardo Cassero, Le Veline del Duce].
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L’ammiraglio Weichold, rappresentante della marina germanica presso il comando supremo italiano a Roma, invia una lettera al capo di Stato Maggiore della marina italiana ammiraglio Arturo Riccardi, in cui si mostra favorevole ad un attacco in forze italiano nel Mediterraneo orientale; da notizie in suo possesso, infatti, risulta che nella base inglese di Alessandria d’Egitto solo una nave da battaglia (la Valiant) risulta in piena efficienza [Salmaggi e Pallavisini].
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I tedeschi lanciano una specie di ultimatum alla Jugoslavia concedendole solo 5 giorni di tempo per decidere sulle richieste di collaborazione e di adesione al Patto Tripartito avanzate da Hitler al reggente Paolo il 4 marzo [Salmaggi e Pallavisini].
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Il generale Diciotti viene insignito con la medaglia d’argento al valor militare per aver assicurato, da commissario straordinario del porti della Tripolitania, i rifornimenti alle truppe nonostante le azioni belliche degli Alleati.
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Pierino Favalli, già secondo nel 1937 e nel 1938, vince la 34ª edizione della Milano-Sanremo. Nonostante l’Italia sia da nove mesi in guerra, la classica d’apertura della stagione ciclistica non manca il consueto appuntamento di San Giuseppe. Partenza alle 7.45, il favorito è Gino Bartali, capitano della Legnano che nel 1940 ha vinto Sanremo, Lombardia e campionato italiano; il suo principale rivale è il giovane compagno di squadra Fausto Coppi, che nel 1940 ha vinto il Giro d’Italia giusto il giorno prima della nostra entrata in guerra (9-10 giugno). Clima soleggiato, sul Turchino passa per primo Domenico Pedevilla, prima di Arenzano lo raggiungono tre uomini della Legnano, Favalli, Mario Ricci e Mario De Benedetti. Coppi e Bartali bloccati dal gioco di squadra, la fuga si rivela decisiva: sul Capo Mele Pedevilla cede di schianto, sul Berta il primo a perdere terreno è De Benedetti, poi Favalli scatena l’attacco che lo porta alla vittoria. A Sanremo, Ricci coglie il secondo posto staccato di 1’39”, Pietro Chiappini è terzo a 5’37”, stesso tempo di Fiorenzo Magni (che salva l’onore della Bianchi), Coppi e Bartali chiudono 10° e 12° a oltre 11’. [Delfino-De Marco-Pietrucci 2009]
Novanta anni fa
Giovedì 19 marzo 1931. Oggi alle ore 12, all’altezza di Marina, di Pisa, è precipitalo in mare l’apparecchio Savoia 64, pilotato dal ten. colonnello Maddalena, dal capitano Cecconi e avente a bordo il sottotenente motorista Da Monte. Nessuno si è salvato.
Cento anni fa
Sabato 19 marzo 1921. Prosegue l’offensiva degli squadristi. Dopo l’inaugurazione di un gagliardetto fascista le camicie nere assaltano il municipio di Vittoria (Rg), obbligano il sindaco Salvatore Molé alle dimissioni e lo bandiscono dalla città [Franzinelli1].
Centodieci anni fa
Domenica 19 marzo 1911. Dopo le dimissioni di Luzzatti, il re dà il via alle consultazioni. La Stampa titola «Giolitti designato pel il ritorno al potere».
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Stamane, in occasione dell’onomastico di Pio X, i corpi armati pontifici vestivano l’uniforme di mezza gala. Nel cortile di San Damaso alle 11.30 hanno suonato alternativamente i concerti della guardia palatina e della gendarmeria pontificia. Il Papa ha celebrato la messa ali ora consueta e vi hanno assistito sua sorella e pochi intimi. Al Pontefice sono giunti molti telegrammi da personaggi, associazioni ed istituti cattolici d’Italia e dell’estero.
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Prima Giornata internazionale della donna in Europa. Austria, Danimarca, Germania e Svizzera, la istituiscono per reclamare, accanto al diritto di voto, migliori condizioni lavorative e la fine delle discriminazioni.
In Italia la Festa della donna verrà celebrata la prima volta nel 1922 per iniziativa del neonato Partito comunista.
Centoventi anni fa
Martedì 19 marzo 1901. Alla Camera si discute animatamente dell’abolizione del dazio del grano.
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L’on. Zanardelli nel suo onomastico ha ricevuto congratulazioni e doni da ogni parte d’Italia. I sottosegretari gli donarono una poltrona girevole.
Centotrenta anni fa
Giovedì 19 marzo 1891. A Roma, nell’Albergo di Russia, si celebra una messa in suffragio del Principe Napoleone, alla quale assistono il Re, la Regina, le Duchesse di Genova e d’Aosta, il Principe Luigi, Duca degli Abruzzi e tutti i Bonaparte. Dei diplomatici mancano solo i francesi. La salma è quindi portata a S. Maria del Popolo per l’assoluzione di rito, e di là alla stazione di Termini per essere trasportata a Torino e poi a Superga, nelle tombe dei Reali di Savoia.
Centocinquanta anni fa
Domenica 19 marzo 1871. La Gazzetta Ufficiale annuncia essere fissati in 5 milioni le spese per l’adattamento dei locali in dipendenza del trasporto della Capitale, e in lire 845 800 quelle per le indennità agli impiegati e per trasporto dei mobili e delle carte d’ufficio (Comandini).
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Ha luogo oggi in Milano l’inaugurazione del monumento a Cesare Beccaria, nella piazza omonima, pregevolissima opera artistica dello scultore Grandi. La statua è in marmo. (Oggi essa si trova nel Castello Sforzesco perchè il marmo subiva i danni delle intemperie, e nella piazza predetta figura una riproduzione in bronzo).
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Alla 13, il Re e la Regina di Spagna fanno il loro ingresso in Madrid. La Regina ha un magnifico abito di velluto bleu chiaro, a lungo strascico. Molta è la folla, ma poco l’entusiasmo. La sfilata delle truppe dura due ore (Comandini).
Centosessanta anni fa
Martedì 19 marzo 1861. Il conte Camillo Cavour annuncia che oggi darà le dimissioni da Presidente del Consiglio dei Ministri. Prende la decisione a seguito delle dimissioni del Consiglio di Luogotenenza di Napoli, che ha espresso riserve sull’operato del governo nell’ex capitale borbonica. Cavour è consapevole che il Mezzogiorno deve avere più peso nelle decisioni italiane. Spiega ai suoi ministri che è necessario «coinvolgere nei Consigli della Corona i rappresentanti delle province meridionali». Pertanto chiede e ottiene che il Governo deliberi le sue dimissioni, che subito comunica al principe di Carignano, rappresentante di Vittorio Emanuele II a Napoli. Qui la città è in festa. Celebra San Giuseppe. Con questo pretesto al teatro San Carlo «gli operai partenopei inviano gli auguri di buon onomastico al generale Giuseppe Garibaldi». Napoli vuole esprimergli il suo amore, anche per manifestare a Cavour il proprio disappunto. Ci sono tensioni fra napoletani e piemontesi. In serata, all’«Osteria della bella Savonara», nel quartiere della Pignasecca, scoppiano disordini. Vengono aggrediti e feriti un milite della Guardia Nazionale e un ufficiale della Regia Marina. Anche a Firenze l’onomastico di Garibaldi suscita «gazzarra di fucilate e di castagnole». Ma sono dimostrazioni di gioia. Fuori porta San Gallo si solidarizza anche con Giuseppe Mazzini in esilio. In onore suo e di Garibaldi viene inaugurato il «Tiro a segno nazionale» (Maurizio Lupo, La Stampa 19/3/2011).
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Verdi ha scritto a un suo amico napoletano che si chiama Cesare De Sanctis: «Per Dio, non fate ragazzate, state quieti, tenete a freno i matti, abbiate pazienza. (…) Pensate che se non si dovesse effettuare la grande idea dell’Unità d’Italia, la colpa sarebbe tutta vostra, ché delle altre parti d’Italia non v’è da dubitare. Se per idee miserabili di campanile l’Italia dovesse essere divisa in due (che Dio non lo voglia) sarebbe sempre in balia e sotto protezione delle altre grandi potenze; quindi povera, debole, senza libertà e semibarbara. L’Unità soltanto può renderla grande, potente e rispettata»
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Il conte di Cavour partecipa telegraficamente le dimissioni del Ministero al principe di Carignano a Napoli ed al gen. Garibaldi (Comandini)
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In Firenze per la festa di S. Giuseppe, onomastico di Garibaldi, grande gazzarra di fucilate e di castagnole. Fuori porta San Gallo, in onore di Mazzini e di Garibaldi è inaugurato il Tiro a Segno Nazionale; poi dimostrazioni percorrono la città (Comandini).
Centonovanta anni fa
Sabato 19 marzo 1831. A Recanati il pubblico consiglio recanatese acclama con voti unanimi Giacomo Leopardi deputato all’assemblea nazionale delle Province Unite.
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«Il generale Frimont annuncia in un proclama che, per ordine dell’Imperatore, “entra con un corpo di truppe imperiali nei domini appartenenti al Pontefice, nei quali i rivoluzionari hanno rovesciato il Governo legittimo e usurpato il potere supremo» [Cesvam.org].

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