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«L’invidia è una buona stoffa

per confezionare una spia»

Victor Hugo

Biot si avvale della facoltà di non rispondere

Walter Biot, l’ufficiale della Marina arrestato martedì per spionaggio, è in isolamento nel carcere di Regina Coeli. Il gip ha accolto la richiesta del pm Gianfederica Dito e convalidato l’arresto per il capitano di fregata accusato di aver passato documenti militari classificati a funzionari delle forze armate russe per cinquemila euro. Per il giudice non si è trattato di un’attività isolata o sporadica. Le sue sono state «modalità esecutive che mostrano in maniera palmare l’estrema pericolosità del soggetto stante la professionalità dimostrata nel compimento delle suddette azioni». Nell’ordinanza del gip vengono evidenziate le «accurate modalità nell’agire, quali ad esempio l’inserimento della scheda Sd all’interno del bugiardino dei medicinali così come il fatto che dai telefoni in suo possesso non emergono appuntamenti o contatti con l’agente russo […] sono elementi sintomatici dello spessore criminale dell’indagato che non si è posto alcuno scrupolo nel tradire la fiducia dell’istituzione». Nella scheda di memoria sono stati ritrovati 181 documenti di cui 47 classificati come «Nato secret» e 9 riservatissimi. Biot, durante l’interrogatorio, si è avvalso della facoltà di non rispondere: «Sono frastornato e disorientato ma pronto a chiarire la mia posizione». Per il momento però al giudice s’è limitato a dire: «Non ho passato segreti e non sono un traditore. Sono un uomo disperato, pieno di debiti e con una figlia malata».

Sul Corriere la moglie Claudia Carbonara conferma: «Mio marito non voleva fottere il Paese, scusate la parola forte. E non l’ha fatto neanche questa volta, ve l’assicuro, ai russi ha dato il minimo che poteva dare. Niente di così compromettente. Perché non è uno stupido, un irresponsabile. Solo che era disperato […]. A causa del Covid ci siamo impoveriti, lo sa?”. Suo marito, però, non fa il ristoratore. Lavora allo Stato maggiore della Difesa. Ha uno stipendio fisso, anche di buon livello. Si parla di 3 mila euro al mese. “Sì tremila euro, ma non bastavano più per mandare avanti una famiglia con 4 figli, 4 cani, la casa di Pomezia ancora tutta da pagare, 268 mila euro di mutuo, 1.200 al mese. E poi la scuola, l’attività fisica, le palestre dei figli a cui lui non voleva assolutamente che dovessero rinunciare”. Si è venduto per 5 mila euro? “Noi viviamo per i figli, abbiamo fatto sempre tanti sacrifici per loro. Niente vizi, niente lussi» [a Fabrizio Caccia, CdS].

I quattro figli: il primogenito, 24 anni, ha fatto qualche lavoretto qua e là (il magazziniere, il giardiniere, ha pulito i bagni), ora è disoccupato; la seconda e la terza figlia studiano; l’ultima, 8 anni, è disabile.

I quattro pastori tedeschi: Junio, Roma, Leon e Nemo.

La casa: Villa «Victrix», in via dei Fiordalisi, a Campo Jemini, a quindici minuti da Pomezia, alle porte della capitale. «Una piscina nell’angolo più riservato della residenza color ocra, davanti il prato verde che curava personalmente con “maniacale puntualità”, dicono i vicini» [Marceca, Rep].

Il figlio maggiore racconta: «Mia madre è andata a Roma per cercare un avvocato di quelli bravi. Non so dove troveremo i soldi per pagarlo. Mio padre è uno che ha servito lo Stato per 35 anni. Ha fatto due guerre, quella del Golfo e in Iraq. Era solo disperato. Se viene congedato, noi poi come campiamo?»

Biot usava un Samsung S9 per fotografare i documenti, una microscheda Sd Hc Kingston per archiviarli e una scatola da 60 compresse di Crestor, un farmaco contro il colesterolo, per le consegne. Andava agli appuntamenti su di un Nissan Patrol verde targato ZA576AE.

Dei 181 documenti passati ai russi, i nove classificati come «riservatissimo» «hanno a che fare con le comunicazioni dei nostri contingenti militari all’estero, con la loro dislocazione sul terreno, con le loro richieste di dotazioni, con la tecnologia e la logistica», i quarantasette classificati come «segreti» invece «hanno a che fare con analisi di scenario, con l’evoluzione del modello di difesa europeo, ma, anche, con la pianificazione delle esercitazioni delle forze alleate» [Rep].

L’avvocato Roberto De Vita, ingaggiato da Biot: «Non appena il mio assistito avrà riordinato le idee e si sarà ripreso dal senso di smarrimento attuale parlerà con i magistrati. Prima di giudicare è bene capire quello che è accaduto: i fatti saranno ridimensionati, mai la sicurezza del Paese è stata messa in gioco».

Biot «parecchi anni fa sarebbe già stato condannato a sei mesi per omicidio colposo a causa di un incidente» [Sta].

Intanto Aleksej Nemudrov, addetto navale e aeronautico dell’ambasciata russa a Roma, e Dmitrij Ostroukhov, impiegato nello stesso ufficio – i due funzionari dell’ambasciata russa a Roma espulsi in seguito alla scoperta del caso di spionaggio – hanno già lasciato l’Italia.

[leggi anche Gramellini in Terza Pagina]