lunedì, 23 Dicembre 2024
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Foto Roberto Monaldo / LaPresse 15-04-2021 Roma Politica Camera dei Deputati - Informativa del ministro della Salute Roberto Speranza sulla campagna vaccinale Nella foto Roberto Speranza Photo Roberto Monaldo / LaPresse 15-04-2021 Rome (Italy) Chamber of Deputies -Report by the Minister of Health Roberto Speranza on the vaccination campaign In the pic Roberto Speranza

La spinta dei governatori: “Far ripartire tutto anche nelle zone rosse”

Il “Covid party” delle Regioni: “Aperture anche in zona rossa”

Il “Covid party” delle Regioni: “Aperture anche in zona rossa”

L’unica certezza è che nella cabina di regia presieduta oggi dal premier Mario Draghi, a cui seguirà conferenza stampa del premier, si parlerà del cronoprogramma per le riaperture. Insieme al Cts saranno analizzati i dati dei contagi, delle terapie intensive, dei decessi e della campagna vaccinale: in base a questi si deciderà quando e cosa riaprire. Draghi vorrebbe dare un segnale di ritorno alla vita già da fine mese ma qui sta il problema: il governo è diviso sui modi e sui tempi. Il centrodestra, Lega e FI, vorrebbe riaprire tutto già dalla prossima settimana nonostante i 380 morti di ieri, ma il fronte rigorista Pd-M5S-LeU chiede “prudenza” e di partire da maggio. Un punto di mediazione potrebbe essere il 26 aprile. Ipotesi però che costringerebbe il governo a modificare il decreto del 31 marzo che aveva chiuso l’Italia fino a fine mese. Il ministro della Salute, Roberto Speranza, ieri lo ha ripetuto alla Camera. Dopo aver chiarito sulla “sicurezza” del vaccino AstraZeneca per gli over 60 e di poter “usare presto Johnson&Johnson”, Speranza ha spiegato che “serve una road-map di allentamento graduale delle restrizioni”, con “prudenza e senza fare “scelte azzardate” in vista dell’estate perché “le terapie intensive sono piene al 41%” nonostante l’Rt sia in calo da tre settimane. E negli ultimi giorni la frenata dei contagi sembra essersi esaurita con una nuova fluttuazione verso l’alto.“Le misure di chiusura sono sempre state approvate all’unanimità in Cdm – ha detto Speranza riferendosi a Salvini –, non possiamo continuare a chiamare eroi i nostri medici e poi fare il contrario di quello che ci chiedono”. Un attimo dopo è arrivata la risposta di Salvini che, dopo aver chiesto la riapertura già dalla prossima settimana, ha attaccato: “Speranza ignora i sacrifici degli italiani, ma governare con lui è necessario per incidere sui fondi Ue – ha detto il leader della Lega – Dimissioni? Il tempo sarà galantuomo”. Il governo intanto è diviso con il ministro Giancarlo Giorgetti (Lega) che chiede di “riaprire già dalla prossima settimana” e Andrea Orlando (Pd) che invece non vuole “date sparate a caso”. Nel frattempo FdI ha annunciato che sta raccogliendo le firme per la mozione di sfiducia nei confronti di Speranza definito “non all’altezza”, “impreparato sul piano pandemico” e, si legge nel testo, responsabile di una gestione della pandemia fatta di “confusione, ritardi ed errori”. Mozione che spacca il centrodestra: Lega e FI difficilmente potranno sostenerla senza mettere in crisi il governo. Il capogruppo della Lega alla Camera Riccardo Molinari “vuole leggere la mozione” prima di appoggiarla ma comunque “non vuole la testa di Speranza” ma che “cambino le sue politiche”. La Lega però dice sì con FdI a una commissione d’inchiesta sulla gestione della pandemia. L’ex premier e leader del M5S Giuseppe Conte ha difeso Speranza: “Metterlo in discussione significa indebolire il governo”. Ieri è stato anche il giorno della Conferenza delle Regioni, guidata dal leghista Fedriga (e appoggiato da Attilio Fontana e Giovanni Toti), che ha approvato le nuove linee guida per le riaperture.La principale novità prevede la possibilità di riaprire bar, ristoranti, palestre, piscine, cinema e spettacoli “anche in scenari epidemiologici definiti ad alto rischio”, ovvero in zone rosse, purché “integrate con strategie di screening/testing”. Ergo: tamponi pagati dai cittadini stessi. Poi i governatori individuano altre regole: due metri di distanza dei tavoli al chiuso e uno all’aperto, vietata la consumazione al bancone dopo le 14 e sì ai buffet ma con mascherina e senza toccare i cibi. Per le Regioni anche piscine e palestre possono riaprire con distanziamento (2 metri per le palestre, 7 per le piscine). Stesso discorso per cinema e spettacoli (solo posti a sedere a un metro l’uno dall’altro), concerti e teatri dove i musicisti dovranno rispettare la distanza mentre gli attori dovranno usare la mascherina quando troppo vicini. Non mancano regole bizzarre: al bar si potrà giocare a carte ma i mazzi devono essere “sostituiti con frequenza”, in piscina “è vietato sputare, soffiarsi il naso, urinare in acqua” mentre, ai concerti, per gli ottoni ci sarà “una vaschetta per la raccolta della condensa, con liquido disinfettante”.

Le richieste delle Regioni a Palazzo Chigi per la ripresa delle attività più penalizzate Tra i parametri decisiva anche la quota di over 80 e over 70 vaccinati con una dose

DI MICHELE BOCCI

Aperture, tante, anche in zona rossa. Le linee guida per la ripresa delle attività che le Regioni hanno approvato ieri e proporranno al governo e al Cts non possono che definirsi di manica molto larga. I presidenti hanno fatto scrivere ai tecnici riguardo a ristorazione, palestre, piscine, strutture termali, cinema e spettacoli dal vivo. I protocolli riguardano “le attività maggiormente penalizzate dal meccanismo delle chiusure in base allo scenario”. Le amministrazioni locali si occupano anche dei parametri da usare per determinare le zone. Si ipotizza di usare come indicatore anche la copertura vaccinale. Porterebbe a un giudizio positivo per una regione se il 70-80% degli over 80 ha avuto almeno una dose, parametro che scende al 50% per i settantenni.

I ristoranti, i bar, le pasticcerie, le gelaterie e così via potranno riaprire a pranzo e a cena. E le misure suggerite “possono consentire il mantenimento del servizio anche in scenari epidemiologici ad alto rischio”, basta che vengano svolte contemporaneamente attività screening e testing, da fare anche da soli. Se per i soli lavoratori o anche per i clienti non è specificato. Sulla ristorazione le Regioni sono molto chiare: bisogna ripartire. A parte le misure ormai classiche, come la presenza di prodotti per l’igienizzazione, l’obbligo di mascherine, il divieto di assembramenti fuori dai locali, e la preferenza per la prenotazione, si chiede di assicurare un metro di distanza tra i clienti sia al chiuso che all’aperto. La misura raddoppia, solo all’interno, in zona rossa ma può pure essere ridotta se si mettono separatori. Il buffet, come adesso, si può fare ma il servizio tocca al personale del locale. Si chiede poi di tenere aperte porte e finestre e comunque di predisporre sistemi di ricambio d’aria efficaci.

Le Regioni disciplinano anche il gioco delle carte, che sarà possibile con mascherine e igienizzando di frequente mani e superficie di gioco. Anche in questo caso la distanza è di un metro, che diventa di due in zona rossa. Poi si specifica: “Nel caso di utilizzo di carte da gioco è consigliata inoltre una frequente sostituzione dei mazzi di carte usati con nuovi mazzi”.

In palestra possono riaprire spogliatoi e docce ma bisogna assicurare 2 metri di distanza tra gli avventori. Tra le persone che non svolgono attività fisica deve esserci un metro di distanza e tra quelle che si allenano invece 2. Anche in questo caso si chiede di porre attenzione all’areazione. Nelle piscine bisogna sempre assicurare, fuori dall’acqua, due metri di distanza. Invece “la densità di affollamento in vasca è calcolata con un indice di 7 mq di superficie di acqua a persona. Nei solarium gli ombrelloni devono avere uno spazio di 10 metri quadrati ciascuno. Tra i lettini deve esserci invece un metro. Le misure di distanziamento per gli spazi comuni nelle strutture termali sono simili, anche nelle piscine.

Riguardo a cinema e teatri dal vivo, gli spazi vanno organizzati per garantire un metro di spazio tra gli utenti, anche a sedere. “O, in alternativa, di almeno 2 metri, con la facoltà di non indossare la mascherina a protezione delle vie respiratorie finché si rimane seduti al proprio posto”. Nelle prime bozze del provvedimento si richiedeva di effettuare il tampone agli spettatori, che comunque dovevano aver fatto il test nelle 48 ore precedenti. Questa ipotesi è poi caduta. Piuttosto si pensa a fare esami al personale di questi esercizi, come dei ristoranti e degli impianti sportivi, in caso di zona rossa.

“Si tratta – ha detto il presidente della Conferenza delle Regioni Massimiliano Fedriga – di proposte elaborate dai dipartimenti di prevenzione delle Regioni su cui chiederemo il parere del Cts che ci auguriamo arrivi il prima possibile per permettere, in modo progressivo e ferma restando l’applicazione del principio di massima caut ela in termini di contenimento della diffusione del Covid-19, al Paese di imboccare la strada del ritorno alla normalità “.