Fedez e caso Renzi-Report: la Vigilanza processa la Rai
“Lei sta usando parole molto gravi. Se pensa sia stata operata una manipolazione, vada in procura e denunci”, fa notare, subito dopo, la dem Valeria Fedeli. Cosa che gli viene ripetuta anche da altri. “Se è convinto delle sue affermazioni, allora denunci”, ribadisce Loredana De Petris. “Tutta la storia è stata gestita malissimo. Lei se ne dovrebbe andare a casa a calci nel sedere”, s’infiamma Daniela Santanché. A metà, poi, quando prende la parola Davide Faraone di Italia Viva, piomba in commissione pure il caso Report-Renzi. “Lei imputa a Fedez quello che invece ha fatto tranquillamente Sigfrido Ranucci: ovvero procedere a un’operazione di taglio e cucito a un’intervista di un giornalista del programma a Renzi che mistifica l’accaduto. Per fortuna che poi Renzi ha pubblicato la versione integrale dell’intervista…”, attacca Faraone. Che, puntando il dito contro Di Mare per non aver accennato al caso Report nella sua lunga introduzione, chiede: “Vogliamo sapere chi è la donna che ha ripreso l’incontro all’autogrill, perché l’ha fatto e se lei reputa normale che un senatore della Repubblica venga spiato e un programma Rai mandi in onda in video che lo riprende abusivamente…”.
Poi tocca a Michele Anzaldi rincarare la dose. “Nell’incontro di Renzi all’autogrill non c’è assolutamente nulla di illegale, mentre con l’operazione di cucina che Report ha fatto si vuole indurre lo spettatore che chissà quali malefatte si stavano facendo, oltretutto sovrapponendo piani e storie diverse. Si è trattato di un’operazione di killeraggio contro un partito politico”, afferma l’esponente di Iv. Non c’è quasi nessuno, forse solo Primo Di Nicola su Fedez, che prende le difese di Di Mare. E l’audizione diventa una sorta di agonia fin oltre le dieci di sera.
Davigo dai pm: “Sui verbali di Amara nessuna violazione”
Davigo ha spiegato ieri ai magistrati romani che ha ricevuto quegli atti nell’ambito delle sue funzioni di consigliere. Su quei verbali arrivati al Csm dunque, ha spiegato, non si possono apporre segreti come dimostra una circolare che ieri l’ex pm di Mani Pulite avrebbe anche consegnato ai magistrati.
Secondo quanto ricostruito dal Fatto, Davigo dopo aver ricevuto i verbali sostiene di aver spiegato la situazione al vicepresidente del Csm David Ermini, con quest’ultimo che a sua volta informò il Quirinale e poi incontrò nuovamente l’ex pm di Mani Pulite, porgendogli i ringraziamenti del Colle e il messaggio che a quel punto non era necessario intraprendere ulteriori iniziative. Ermini al Fatto ha confermato solo la prima parte della versione di Davigo: “Confermo solo che me ne parlò”. Poi il consigliere ora in pensione ne avrebbe parlato, in modo informale, anche con altri consiglieri del Csm. I nomi li avrebbe fatti ieri nel corso dell’interrogatorio.
Davanti ai pm quindi Davigo ha spiegato che la consegna di quei verbali da parte di Storari nasceva dalla necessità del pm milanese di autotutelarsi rispetto a un’indagine che a sua detta andava a rilento.
La testimonianza di Davigo riguarderebbe anche il ruolo di Marcella Contrafatto, la sua ex segretaria, ora indagata e perquisita nelle scorse settimane. Secondo la Procura di Roma, la Contrafatto sarebbe la “postina” che fece arrivare quei verbali ad alcune testate giornalistiche. Circostanza sulla quale Davigo avrebbe spiegato di non sapere nulla. Dopo la sua testimonianza si capirà meglio anche la questione della competenza territoriale. Secondo l’Ansa, la consegna dei verbali sarebbe avvenuta a Milano. Se confermato, una parte del fascicolo potrebbe essere trasferito a Brescia, ma solo ciò che riguarda l’uscita dei verbali dalla Procura di Milano e che vede già indagato Paolo Storari per rivelazione di segreto d’ufficio. Il pm milanese sarà interrogato sabato.