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La rivoluzione del green pass (di Stelio W. Venceslai)
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La rivoluzione del green pass (di Stelio W. Venceslai)
Il popolo si ribella: non vuole il green pass. Finalmente una rivoluzione in corso!
Immagino lo sconcerto dell’establishment. Ma come, vogliamo difendere la salute dei cittadini, la sorte dei gestori di attività sociali in genere, dei lavoratori, e la gente si rivolta? È incredibile questo cambio di passo. Per andare dove?
L’alternativa non c’è, né politica né sanitaria. Esiste solo un Paese imbelle che quando si muove, si muove solo per cause stupide.
Vaccinarsi non è un obbligo, ma una necessità. Chi non avverte questa necessità è libero di comportarsi come crede. Ma anche il governo è libero di suggerire le azioni più utili per la salvaguardia del sistema.
Si invocano le libertà costituzionali violate. Quali? Dell’uguaglianza dei cittadini di fronte alla legge abbiamo fatto strame da tempo. Siamo tutti uguali, ma fino a un certo punto. Se voglio guidare un motoscafo, ho bisogno di una patente nautica. È una discriminazione? Se voglio votare una nuova lista di candidati, o faccio una serie di procedure oppure la lista non passa e io non voto nessuno. Sono discriminato? Per accedere in banca devo prenotarmi. Chi non lo fa non entra. E discriminato? Se voglio andare all’estero devo esibire dei documenti. Se non lo faccio, non espatrio. È una discriminazione?
Le regole esistenti sono regole di procedura, di sicurezza, di buon senso. Certo, discriminano, ma sono violazioni delle libertà costituzionali?
Il green pass è un documento che attesta che sono stato vaccinato e, quindi, non sono contagioso. Con il green pass posso accedere in luoghi dove c’è affollamento. Se sono tutti con il green pass, non ci sono pericoli apprezzabili di contagio. Di conseguenza, se vuoi andare al cinema o al ristorante, su un mezzo di trasporto pubblico o in uno stadio, con il green pass ci vai. Senza, ne sei escluso. Misura di sicurezza o dittatura sanitaria?
La questione fa ridere e stupisce che ci sia tanta gente convinta degli slogan che urla. Certo, rischiano di essere esclusi dai luoghi designati. Un danno gravissimo. Minore, però, molto minore di quello che potrebbe crearsi con la diffusione a tappeto del contagio.
Questa insensibilità sociale travestita da estremo liberismo costituzionale mi sembra deviante. La questione è molto semplice. È in corso un’epidemia su scala mondiale, che ha già fatto circa cinque milioni di morti. La sua variante più recente sta dilagando in Europa e anche in Italia. Facciamo finta di niente?
Non bastano i morti che abbiamo avuto, i disastri economici e psicologici che abbiamo sofferto, il cambio drammatico di vita che abbiamo dovuto subire? Evidentemente no. Questa quarta ondata di epidemia sembra che sia meno pericolosa ma fortemente più contagiosa delle precedenti. Sono gli affollamenti a propagare il contagio. I vaccinati possono subirne effetti solo superficiali, gli altri no. È irragionevole limitare i contagi?
Tutta questa vicenda della pandemia è stata mal condotta, alimentando dissidi, sospetti, contestazioni, ricostruzioni fantapolitiche. Neppure la verità degli ospedali affollati, dei malati in corsia o nelle autoambulanze, neppure il corteo dei furgoni militari che portavano via i morti hanno condotto alla ragione gli pseudo-informati, quelli che sanno tutto e sono convinti che è in corso un complotto politico-sanitario internazionale a beneficio delle grandi compagnie farmaceutiche mondiali.
I contestatori hanno ragione su un punto. Se nell’emergenza l’unica possibilità è quella di vaccinarsi, il governo dovrebbero rendere obbligatoria la vaccinazione. Chi non si vaccina lo fa a suo rischio e pericolo (anche per gli altri). Il governo non si assume questa responsabilità, ed è grave. Ondeggia nella speranza che la maggioranza dei cittadini opti per la vaccinazione e per il green pass.
Può sembrare un’astuzia, ma è una dimostrazione d’incertezza. Così, il green pass, nella mente degli ottenebrati, diventa uno strumento del potere asservito alle grandi multinazionali, perché costringerebbe a vaccinarsi e, quindi, aumenterebbero le vendite dei vaccini!
C’è un’altra fola che gira, attorno a questa storia. Bill Gates, quattro o cinque anni fa, avrebbe scritto che il mondo era troppo affollato e che andava sfoltito. C’è gente che crede alle parole del guru e teme un nuovo ordine mondiale alla Orwell, dove l’idea di una dittatura sanitaria ci starebbe a pennello. Ma se dopo due anni, su 7 miliardi di persone che vivono su questo pianeta, i loro presunti maneggi hanno portato alla morte appena quattro milioni di persone, nessuno pensa che questi narratori sprovveduti hanno fallito in pieno il loro obiettivo.
I sostenitori della terra piatta e i convinti della falsità dell’allunaggio o dei voli spaziali sono sempre esistiti, specie in tempo di pandemie. La rivoluzione del green pass mi richiama alla mente i cortei salmodianti che un tempo scalavano i santuari, convinti che le loro offerte al dio di turno avrebbero allontanato la peste o il colera. L’Anno Mille, o giù di lì, ne ha visti a migliaia di questi esaltati. Ce ne sono ancora oggi, manifestanti per le strade, convinti della lesione del loro diritto di contagiarsi e di contagiare.
Ci saranno manifestazioni violente e inutili, come quelle della Val di Susa, contro i collegamenti ad alta velocità. E’ il medioevo che ritorna, con le sue paure ancestrali e le sue presunzioni infondate. Anche le Sardine risusciteranno, in questo caos mediatico che sarà nobilitato da interviste, commenti, polemiche ad alto livello.
Alcune parti politiche ed alcuni politici, in cerca di future consensi elettorali, si ergeranno a tutela di questo movimento, tanto per dare l’idea di esistere ancora e di essere in grado di pilotare i movimenti di popolo. Poi, tutto finirà nel brodo dell’assopimento generale.