“Ora serve un fronte progressista: il Pd dia più spazio ai sindaci”
Matteo Lepore
La prima idea per Bologna è farne “la città più progressista d’Italia”, come recita lo slogan che darà il senso del suo programma. Ma Matteo Lepore, candidato sindaco dem con una coalizione che va dalla sinistra al M5S fino a Iv, vuole la stessa rotta anche per il Pd: “Dobbiamo essere un partito laburista e innovativo”.
Come farà a governare tenendo assieme grillini, renziani e Sardine?
Il punto centrale è il livello alto delle proposte politiche. Tutte le forze che mi sostengono hanno sottoscritto il programma che presenterò entro i primi di settembre, e che afferma chiaramente cosa saremo: progressisti, con grande attenzione per il lavoro, l’ambiente, i diritti.
Iv è il partito di Matteo Renzi, ormai il gemello di Matteo Salvini…
Sarà Renzi a decidere il futuro politico di Iv. Ma Isabella Conti (la sua sfidante alle primarie, sostenuta dai renziani ndr) è una figura civica e ha allargato la coalizione alla società civile. Mi auguro che rientri nel Pd.
Conte vuole il M5S nel centrosinistra. Ma per il Pd quella con i 5Stelle è una strada obbligata?
C’è la necessità di costruire un fronte democratico e progressista. E bisogna iniziare, come sta facendo Enrico Letta, provando a costruire alleanze sui territori, per poi costruire un campo con i 5Stelle, la sinistra, sindacati, imprese e Terzo Settore.
Lei vorrebbe lo ius soli nello Statuto comunale, ma per diversi grillini “non è una priorità”.
Bologna è la città dell’accoglienza, e il nostro modello è stato adottato anche dal Viminale. L’idea di inserire lo ius soli nello Statuto è chiaramente simbolica, perché le leggi non possono farle i sindaci, e comunque ricordo che il M5S ha sottoscritto il programma. Però serve una vera legge sulla cittadinanza, e va realizzata in Parlamento, con una maggioranza ampia.
Il reddito di cittadinanza va difeso?
Soprattutto durante la crisi pandemica, ha rappresentato un supporto fondamentale per molti. Perfino a Bologna avremmo avuto problemi maggiori senza il reddito. Ciò non vuol dire che vada bene così. Va migliorato, specialmente nella parte di inserimento nel mondo del lavoro.
La Sardina Mattia Santori ha detto di essersi candidato col Pd per controllare il partito da dentro.
Conosco Mattia da tempo, e sono tra quelli che gli hanno chiesto di candidarsi con il Pd, per rilanciare l’azione politica dei partiti.
La sua idea dello stadio per il frisbee?
Dobbiamo discutere della lunghezza delle tribune (sorride, ndr).
Per il presidente di Confidustria Bonomi le norme contro chi delocalizza penalizzano le imprese.
Io ragiono su due piani. Su quello di Bologna, voglio un Comune da combattimento, vicino ai lavoratori delle multinazionali che non hanno sede in Italia. Ho proposto un patto con le aziende della logistica per garantire certi diritti, e sono convinto che i sindaci debbano lavorare per rimpiazzare le imprese “cattive” con quelle buone. Poi c’è il Pd, che per me deve essere un partito del lavoro. Dobbiamo coprire quel grande spazio politico, e per farlo serve anche più spazio per i sindaci e meno per i capi-corrente.
Bonomi è andato dritto contro il ministro del Lavoro, Orlando.
Finalmente un ministro che alza la mano su questi temi. Non serve una subalternità culturale nei confronti delle imprese, ma uno sviluppo vero. Le aziende devono capire che rispettando i diritti sono più forti. Il miglior esempio sono le imprese della manifattura dell’Emilia Romagna.
Il governo Draghi pende a destra?
Draghi sta lavorando con equilibrio e va sostenuto fino al 2023. Ma il governo deve ascoltare di più i territori e i sindaci, perché saranno loro a dover investire i soldi del Recovery Plan.
Secondo Letta l’agenda del governo Draghi è la stessa del Pd.
Noi dem dobbiamo avere la nostra agenda. Draghi è stato una salvaguardia, ma i partiti devono tornare al centro della politica.
Si è nel pieno del caso Durigon e ora c’è quello di Bignami, esponente di FdI invitato alla festa dell’Unità a Bologna, che nel 2016 si vestì da nazista.
Mi candido a essere il sindaco di una città medaglia d’oro della resistenza. Non ho certo paura di confrontarmi con Bignami.