IN EDICOLA/POLITICA
Durigon silurato e promosso. Sarà il vice di Salvini al Sud
Così il segretario vuol “fermare” Zaia&C.
di Giacomo Salvini | 29 AGOSTO 2021
Non è stato gratis il sacrificio di Claudio Durigon. Il leghista pontino, costretto alle dimissioni da sottosegretario dopo la proposta di intitolare il parco di Latina ad Arnaldo Mussolini invece che a Falcone e Borsellino, nelle ultime ore ha deciso di cancellare i suoi impegni pubblici e dedicare del tempo alla sua famiglia. Ma appena sarà nominato il suo successore – nelle ultime ore Edoardo Rixi ha superato Massimo Bitonci nelle quotazioni (qui sotto i loro ritratti) – Salvini lo ricompenserà: nelle prossime settimane, passata la tempesta, Durigon sarà nominato vicesegretario della Lega con delega al Centro-Sud. L’ex sindacalista dell’Ugl, ironia della sorte, andrà ad affiancare quel Giancarlo Giorgetti che ha contribuito alle sue dimissioni, il veneto Lorenzo Fontana e il lombardo Andrea Crippa. Durigon sarà il primo esponente del Centro-Sud nominato vicesegretario. Non solo: l’ex sottosegretario manterrà anche il suo ruolo di coordinatore regionale del Lazio e di responsabile Lavoro.
Un fatto non scontato visto che proprio lui, considerato l’ideatore di “Quota 100”, con ogni probabilità tornerà a trattare con il governo quando in autunno sarà affrontata la riforma delle pensioni, del reddito di cittadinanza e quella del fisco. Questo ha chiesto Durigon nella lunga telefonata di giovedì con Salvini e così gli ha promesso il segretario della Lega. Tant’è che ieri proprio Salvini, da Pinzolo, ha alzato i toni dello scontro proprio sui temi economici: “Durigon è stato attaccato perché è il papà di Quota 100, qualcuno vuole tornare alla legge Fornero”. E ancora: “Presenterò un emendamento per cancellare il reddito di cittadinanza: usiamo quei soldi per tagliare le tasse e per finanziare Quota 100”.
Ma la promozione di Durigon a vicesegretario con delega al Centro-Sud non avrà un valore solo simbolico. Con questa mossa Salvini vuole iniziare a porre un argine contro quell’ala del nord rappresentata da Giorgetti e Luca Zaia che, da subito, si è mossa per far dimettere il sottosegretario. Durigon è sempre stato visto dalla fazione nordista come un “alieno” per la sua rapidissima ascesa nel partito e non è un caso che proprio dal Veneto del “doge” Zaia siano piovuti gli attacchi più duri nei confronti del sottosegretario e contro quei parlamentari del nuovo corso salviniano – leggi Claudio Borghi, Alberto Bagnai, Armando Siri – scesi in piazza contro vaccini e green pass. “Con questi qua non andiamo da nessuna parte”, sibila un senatore leghista. Salvini ha capito che, seppur dalle retrovie, l’assalto di Zaia e Giorgetti alla sua segreteria è partito. Per questo vuole puntellarsi con il “soldato” Durigon e circondarsi di altri fedelissimi. Magari, provando a indebolire Giorgetti e Zaia a casa loro: nelle prossime settimane Salvini riabbraccerà Flavio Tosi, storico nemico del governatore veneto.
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