Avv. Vignola, in questa esperienza ha al suo fianco professionisti che hanno maturato una lunga esperienza negli enti locali. Qual è l’analisi sulle prospettive del Comune di Caserta.
- Si, colgo l’occasione per ringraziare il gruppo di lavoro che mi sta sostenendo in questo sforzo programmatico. Con gli amici professionisti, tra cui il dottor Carmine Lasco esperto del settore, abbiamo sempre condiviso una visione della politica al servizio della comunità. Il professionismo della politica oggi si è tradotto essenzialmente in comitati d’affari, nella gestione di serbatoi di voti, facendo leva su una comunità sempre più distaccata dalla gestione della cosa pubblica. L’obiettivo oggi è essenzialmente l’arrivismo politico e poca importa se il tutto avviene senza avere alcuna competenza nella gestione degli Enti Locali. Risultato? Dissesti finanziari ripetuti, servizi al cittadino azzerati, depauperamento economico e sociale della nostra comunità. Per rispondere alla sua domanda sul futuro della Città credo che la politica debba risvegliare il senso di appartenenza, dare risposte in termini di programmazione strategica e operativa. Ma è anche vero che i cittadini devono svegliarsi da questo torpore “civico”. Devono riscoprire l’amore per la propria città, devono essere in grado di discernere tra le varie proposte politiche e diffidare di coloro che a vario titolo hanno solo ricevuto e al territorio hanno invece restituito degrado dal punto di vista urbanistico, economico e sociale. La nostra proposta politica è semplice e complessa allo stesso tempo. Recuperare la macchina amministrativa in termini di efficacia ed efficienza, stipulare con la cittadinanza un contratto, un accordo, la cui causa è essenzialmente il “risorgimento Casertano”.
Recuperare la macchina amministrativa, in concreto cosa intende?
- Vede, l’Ente Locale in questi anni ha subito una profonda innovazione dal punto di vista normativo – contabile e questa rivoluzione non è stata accompagnata da alcuna competenza della classe politica. Prendiamo ad esempio la programmazione triennale. L’assetto normativo è di per sé sufficiente perché un’amministrazione possa decidere quali strategie intenda adottare per conseguire i propri obiettivi. Il problema sta nella loro mancata attivazione. Faccio un esempio. L’elenco triennale dei lavori pubblici è un documento indispensabile per l’approvazione del Bilancio di Previsione. All’interno di questo occorre stabilire le priorità delle azioni da intraprendere, modalità di attuazione, reperibilità fondi ect. . Ora tale documento di programmazione resta lettera morta spingendo la città verso un degrado infrastrutturale. Si pensi alla situazione delle scuole. Da quanti anni non se ne costruisce una? Oggi occorre competenza per gestire la macchina amministrativa. Competenza e spirito di servizio. Ecco cosa è mancato negli ultimi venti anni.
Come si esce da questa situazione.
- Con competenza e spirito di servizio. Tenga presente che l’assessore alla programmazione finanziaria ha la delega al Recovery Fund e Recovery Plan; corriamo il rischio che anche questa opportunità resti lettera morta senza le opportune competenze. Questa è un’occasione unica per riprogrammare la Città e sfruttare le sei missioni del Recovery: 1) digitalizzazione, innovazione, competitività e cultura. 2) Rivoluzione verde e transizione ecologica. 3) Infrastrutture per una mobilità sostenibile. 4) Istruzione e ricerca. 5) Inclusione e coesione. 6) Salute. Caserta è da anni agli ultimi posti nelle classifiche annuali del sole 24 ore; ecco se riflettiamo su questa opportunità è chiaro che potremmo assistere ad una vera rivoluzione per la nostra comunità. Ovviamente occorre come ho detto competenza e spirito di servizio e parte della comunità dovrebbe comprendere che bisogna dare fiducia a coloro che hanno queste competenze ed evitare di premiare la solita politica inappropriata ed inefficiente.
Basterebbe il Recovery per una rivoluzione ma il Comune vive stagioni di dissesto economico, spesso ci viene ripetuto che le risorse non bastano.
- Questo è il punto dolente delle ultime amministrazioni. Bisogna spiegare ai casertani che un Comune è in dissesto (fallimento) quando non è più in grado di assolvere le sue normali funzioni. Ma come si arriva a questa situazione? Semplice, debiti!!! Debiti senza copertura finanziaria. Il meccanismo è il seguente: l’Ente affida lavori, riceve servizi si impegna con i fornitori etc. contrae debiti senza che le stesse prestazioni siano previste dal Bilancio Comunale. I creditori che devono riscuotere il proprio credito avviano azioni esecutive e pignorano le somme disponibili dell’Ente ed ecco che si innesta il circolo vizioso. Per rispondere alla sua domanda un’Amministrazione avveduta deve tenere presente questi fattori. Le risorse per la programmazione vanno assolutamente trovate anche in un nuovo concetto di “compliance”.
Si spieghi meglio.
- La riscossione delle imposte rappresenta la base di partenza per una buona amministrazione. Se si prevede di riscuotere 100 e invece si riscuote 50 siamo già di fronte ad un bel problema. Se poi ci si aggiunge l’inefficienza della società di riscossione allora il problema diventa ancora più importante. La svolta sta nella “compliance”. L’Ente deve riattivare l’Ufficio Tributi al quale deve essere affidato il controllo della riscossione tramite un dialogo aperto e costruttivo con la cittadinanza. La riscossione sarebbe più efficace con una notevole riduzione delle sanzioni per coloro che a vario titolo sono in ritardo con i pagamenti. Tutto ciò potrebbe essere fatto con lo strumento della “contrattazione decentrata” che affida ai dipendenti comunali premi in base ai risultati raggiunti.
Caserta città di grande pregio storico ma distante dai circuiti del turismo.
- La ringrazio per questa domanda. Ci siamo mai chiesti perché Caserta non vive di turismo? Lo sport è praticamente morto? La vocazione terziaria (commercio e servizi in genere) della città è praticamente scomparsa? Ebbene le Amministrazioni Comunali degli ultimi 20 anni non hanno creato alcuna condizione perché un imprenditore fosse stimolato ad investire sul territorio. Pensiamo ai grandi centri commerciali! Situati sui comuni limitrofi sono stati utilizzati da Napoli e dalla Regione Campania. Gli investimenti hanno visto l’assenza della politica cittadina con il risultato che il tasso di occupazione è rimasto depresso ed il commercio cittadino ne è stato distrutto. Occorre ripensare la Città, metterla in concorrenza con questi “mostri commerciali” tramite un’offerta di una città digitale e green, accogliente, sicura con trasporti efficienti. Ripensare a manifestazioni culturali serie ed innovative. Tutto ciò porterebbe nuove risorse da destinare al territorio.
Ottima l’idea degli alleati Io Firmo per Caserta che hanno ipotizzato l’introduzione dell’assessorato alla Valorizzazione del Territorio. Il progetto è dettagliato e professionale facilmente consultabile sul sito della Lista.
C’è molto da fare.
- Bisogna ridurre il gap ma se i casertani ci vorranno premiare riceveranno competenza e spirito di servizio. Porremo le basi per la città del futuro con una amministrazione consapevole, rivolta al futuro dei nostri figli perché Caserta siamo noi.