Pulci di notte

di Stefano Lorenzetto

Buone notizie. «Domenica 31 novembre. Ora solare: lancette indietro di un’ora», annuncia la pagina Facebook di Avvenire. Tenuto conto che novembre finirà martedì 30, ci pare un grande avvenire.

«Hanno iniettato ormoni femminili al re Juan Carlos per frenare il suo desiderio sessuale. La sua libido è un problema di Stato, era sempre eccitato», informa il sito del Fatto Quotidiano. Il servizio di Davide Turrini si apre con questo periodo: «Re Juan Carlos e la sua “sfregola” diventano un caso di Stato». Del neologismo, sia pure racchiuso fra virgolette, non si trova traccia su nessun vocabolario, a cominciare dal Grande dizionario della lingua italiana di Salvatore Battaglia. Pensiamo che basti e avanzi la fregola, senza s iniziale («stato di eccitazione che si verifica negli animali nel periodo della riproduzione», in senso estensivo e popolare «bramosia sessuale negli esseri umani» (Lo Zingarelli 2022).

Gianluigi Nuzzi su Specchio, settimanale della Stampa: «Ernesto Picchioni, infatti, aveva da tempo occupato un casolare abbandonato su due piani». E quali erano i piani abbandonati? Il pianterreno e il primo? Il primo e il secondo? Il pianterreno e il secondo? «Un casolare abbandonato di due piani» avrebbe evitato i molesti interrogativi.

Titolo dalla Verità: «Mediobanca incassa un  da Delfin». , avverbio, ha bisogno dell’accento, dovendosi distinguere dal pronome personale si. Ma ni non può essere confuso con nulla, quindi si scrive senza l’accento.

Lorenzo Cremonesi sul Corriere della Sera: «Racconta Nader Khan, un trent’enne neolaureato in medicina». Lo perdoniamo solo perché non è facile scrivere da Kabul.

«A Oslo, una delle capitali più “verdi” d’Europa, la battaglia contro il congestionamento è una priorità», spiega Il Sole 24 Ore. Infatti «è in via di realizzazione un maxi progetto infrastrutturale che prevede la costruzione di una linea ferroviaria sotterranea lunga 23 chilometri e in grado di tagliare in due la città correndo nel sottosuolo». A parte che nella grigia Milano il passante ferroviario esiste già da oltre 20 anni, si presume che il tunnel norvegese casomai attraverserà Oslo evitando di tagliarla in due, visto che correrà sottoterra. Al massimo, quindi, taglierà in due il sottosuolo, non la città.

Roberto Pavanello sulla Stampa pone la seguente domanda allo scrittore Moni Ovadia: «In questa distinzione tra fascisti e antifascisti, forze politiche oggi di grande consenso come Fratelli d’Italia e Lega come si collocano?». Risposta: «Penso che Giorgia Meloni sia una politica molto in gambe e brillante e credo che il suo antifascismo derivi anche da questioni personali, perché abbandonata in tenerissima età da un padre di sinistra». Tralasciando l’apprezzamento fisico («Omsa, che gambe!»), bisognerà sottoporre Meloni a sedute di psicoanalisi onde accertare per quali arcani meccanismi sia diventata antifascista a causa di un padre di sinistra che l’ha abbandonata.

«Per due anni ha murato il corpo della madre nell’armadio della camera da letto avvolgendolo in sacchi di plastica che aveva ricoperto di argilla e legno perché voleva continuare a incassare la sua pensione da 1.700 euro al mese», si legge sul sito del Fatto Quotidiano. A prescindere che il corpo privo di vita chiamasi cadavere o salma, messa così la notizia lascia intendere che il figlio degenere per due anni abbia murato, smurato e rimurato (tutti i giorni? tutte le settimane? tutti i mesi?) la salma della madre. Bastava scrivere: «Per due anni ha tenuto murato il cadavere della madre nell’armadio della camera da letto».

Il Corriere della Sera titola in prima pagina «Intervista a Berlusconi». E l’indomani: «Intervista a Conte». La forma con la preposizione a è ammessa e addirittura prevalente nell’uso. Ma dall’etimologia di intervista che appare sul vocabolario Treccani («calco dell’inglese interview, che a sua volta ricalca il francese entrevue, derivazione di s’entrevoir “vedersi o incontrarsi brevemente”), risulta oggettivamente difficile vedersi o incontrarsi a qualcuno anziché con qualcuno. Inoltre, poiché la definizione di intervista è «colloquio di un giornalista, radiocronista, telecronista e simili con una persona per ottenerne dichiarazioni, informazioni, opinioni» (Lo Zingarelli 2022), parrebbe più corretta la preposizione con. Anche per evitare confusioni nelle locuzioni del tipo «Intervista di Berlusconi al Corriere», nel senso di rilasciata al Corriere.

Inizio e conclusione di un servizio di Serenella Bettin su Libero: «Le mascherine di Arcuri date ai poliziotti. Che le nostre forze di polizia fossero poco considerate, a giudicare dalla mancanza di strutture e strumenti per lavorare, e da alcuni commissariati presi come le capanne, lo si sapeva, ma che anche le si mandasse al fronte con i fucili di cartone, questo no». «Dal sequestro da parte della Gdf di oltre un milione e mezzo di mascherine pericolose per la salute effettuato a Gorizia si era chiesto il ritiro dei dispositivi anche al reparto Prevenzione Crimine del Lazio». Capo e coda di una scrittura senza capo né coda. (Nello stesso numero, in un altro articolo, Bettin elargisce questi altri due brani scelti: «L’isolamento dovuto alla pandemia, poi, ha del tutto sdoganato il sesso già diffuso mercato del sesso online». «Fantasiose cuoche con scollature vertiginose che impastano farina a suon di mattarello». Lo spianatoio armonico di mancava).

SL