“È assolutamente estraneo alla prassi e agli orientamenti di tutto l’ufficio ogni e qualsiasi sottovalutazione del seppur minimo approccio costrittivo nei rapporti interpersonali tra uomo e donna e in generale in quelli che involgano la libertà in generale e quella sessuale in particolare”. Lo sostiene in una nota la Procura di Benevento dopo un articolo pubblicato ieri dal Fatto Quotidiano. È stato il nostro giornale infatti a rivelare le motivazioni con le quali una pm di Benevento ha argomentato la richiesta di archiviazione di una denuncia per maltrattamenti. Risale ad aprile scorso l’esposto di una donna la quale parla, tra le altre cose, anche “di pressione esercitata dal marito che la faceva sentire obbligata ad avere rapporti sessuali”. “Considerato la sussistenza di un rapporto di coniugio – ha scritto la pm nella richiesta di archiviazione – appare arduo sostenere che sia provata la consapevolezza in capo” al marito “della non consensualità al rapporto sessuale, considerato anche comune negli uomini dover vincere quel minimo di resistenza che ogni donna, nel corso di una relazione stabile e duratura, nella stanchezza delle incombenze quotidiane, tende a esercitare quando un marito” – che nel caso specifico “appare particolarmente amante della materia” – “tenta un approccio sessuale”. La donna ha denunciato anche a un altro episodio che risalirebbe ad ottobre 2019, quando il marito le avrebbe puntato un coltello alla gola. Il tutto davanti a due testimoni, la suocera e la cognata, che confermano. Per la pm però quel gesto “per quanto di cattivo gusto” è stato “compiuto per scherzo”.
“In riferimento alla richiesta di archiviazione adottata da un magistrato di questo ufficio – è spiegato nella nota a firma del procuratore capo Aldo Policastro – (…) mi corre l’obbligo, atteso l’interesse pubblico connesso, di precisare che la opposizione presentata dalla persona offesa è all’esame dell’ufficio, come sempre accade dopo la sua presentazione, che dovrà determinarsi all’esito in ordine al prosieguo del procedimento. La richiesta assunta ha ritenuto che non ricorresse il quantum probatorio necessario a ritenere sussistenti gli elementi costitutivi dei reati contestati. L’ufficio, anche tenendo conto dell’autonomia del magistrato assegnatario del procedimento, si determinerà, senza alcun pregiudizio determinato dalla decisione assunta e di cui si discute, all’esito dell’esame degli atti e dell’opposizione”. Nella nota il procuratore ha ribadito “l’impegno di tutto l’ufficio in tema di violenza di genere”.