LA CAMPAGNA PER IL COLLE
Quirinale: dai domiciliari i 10 consigli di Verdini a Berlusconi, tramite Dell’Utri
STRATEGIE – Torna l’ex sherpa di Forza Italia. Il genero di Matteo Salvini scrive una mail all’ex uomo di Publitalia (e Confalonieri). Denis (bancarotta) suggerisce a Marcello (mafia) i trucchi per eleggere Silvio (frode fiscale) presidente della Repubblica: schede “segnate” e il leader leghista come kingmaker. Ma il Tribunale di Sorveglianza di Roma lo sa?
17 GENNAIO 2022
È stato il suo stratega occulto per anni, da quando per lui faceva e disfaceva maggioranze mostrando i gemelli d’oro nel salone Garibaldi del Senato. Oggi anche Denis Verdini vuole dare il suo contributo per la sfida della vita di Silvio Berlusconi, quella del Quirinale. E allo stesso tempo far sì che il kingmaker sia il genero Matteo Salvini, fidanzato della figlia Francesca. Gioca per entrambi, Verdini, anche se nell’ombra. Se fallisce il primo, deve essere il leghista a giocare la partita del Colle.
Così, negli ultimi giorni, l’ex macellaio di Fivizzano si è confrontato con altri due vecchi amici tornati alla corte di Arcore per aiutare l’ex premier nella scalata verso il Colle: Marcello Dell’Utri e Fedele Confalonieri. Come se il tempo non passasse mai. Come se i problemi giudiziari non esistessero. Dagli arresti domiciliari della sua villa fiorentina di pian de’ Giullari (sta scontando una pena a 6 anni e 6 mesi per bancarotta), Verdini ha parlato a lungo con Dell’Utri e Confalonieri e mercoledì ha mandato loro una lettera indicando un piano per eleggere Berlusconi al Colle. “Caro Marcello, caro Fedele, è stata davvero una bella mattinata nella quale alcuni ‘vecchietti arzilli’, come quelli di Cocoon, hanno ritrovato il gusto del sogno” è l’incipit della lettera, anticipata ieri dal Tirreno. Verdini fa riferimento a una chiacchierata che i tre hanno avuto nelle ore precedenti alla e-mail e poi scende nel dettaglio, sperando che i due amici la facciano arrivare a Berlusconi e ai suoi collaboratori. Eleggere Silvio al Colle, è l’introduzione di Verdini, “sarebbe bello per la rivalutazione di tutta la nostra storia” ed “è stato ancor più bello pensare agli innumerevoli ‘suicidi’ (sic!) dei vari Travaglio, Gruber, Zagrebelsky ecc… che sarebbero provocati da questo evento”. Dopo l’introduzione, poi, Verdini passa ad elencare la strategia perché “finora si è giocato sul piano esclusivo della comunicazione ma fra 12 giorni a ciò che si comunica dovrà seguire ciò che si fa. Altrimenti sarà un disastro”. Da una parte, continua Verdini, Berlusconi (chiamato il “Nostro”) ha una “legittima ambizione” di andare al Colle e “nessuno del centrodestra può negargli questa opportunità”, ma dall’altra non può “pretendere da Salvini di rinunciare al tentativo di fare il kingmaker”. Perché al leader della Lega, continua il suocero, “si può chieder lealtà ma non fedeltà assoluta perché un’eventuale sconfitta sul Quirinale pregiudicherebbe la sua carriera politica”. Insomma, è la tesi di Verdini, “il Nostro non potrà fare il candidato e il kingmaker”.
Verdini poi presenta la strategia per far eleggere Berlusconi al Colle. La precondizione è che il leader di FI garantisca che il partito resti nel centrodestra: “Niente patti con Letta e Renzi” e “basta chiacchiericcio” sulla possibilità di appoggiare altri candidati “come Draghi e Amato”. Perché, continua Verdini, “se Salvini o Meloni capissero che il ‘Nostro’ ha seconde carte o piani B, sarebbe l’intero centrodestra a saltare per aria e chi smania per votare Draghi (Meloni) o far pesare i suoi 215 grandi elettori (Salvini) si sentirebbe libero di fare come gli pare”. A quel punto, l’ex sherpa stila dieci punti per far eleggere Berlusconi dal quarto scrutinio: niente “giudizi negativi su altri candidati di centrodestra”, “riconoscere l’agibilità politica del risultato a Salvini”, “espandere i voti della coalizione e non comunicare i nomi dei peones conquistati per evitare sputtanamenti” ma anche “rendere riconoscibile i voti del centrodestra”. Come? “A FdI – continua Verdini – sarà detto di votare Silvio Berlusconi, alla Lega on. Silvio Berlusconi e così via. È tutto nelle mani di Silvio, auguri a tutti noi”. La conclusione di Verdini però riguarda il genero: se non riuscisse ad essere eletto, Berlusconi “dovrebbe ritirarsi con dignità” e “permettere a Salvini di portare a termine l’obiettivo di eleggere un presidente di centrodestra, fornendogli tutto il suo appoggio”. Questo potrebbe avvenire però solo se Berlusconi avrà tutti i voti della destra perché se venisse impallinato dai franchi tiratori, conclude Verdini, “sarebbe un disastro. E ancora peggio per chi lo ha portato a questo punto”. Ma un detenuto che sconta la pena ai domiciliari, può avere contatti epistolari con un pregiudicato esterno in Cosa nostra? Il tribunale di Sorveglianza lo sa?
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