PER CAPIRE  IL BANDOLO DELLA MATASSA

POLITICO/AMMINISTRATIVA/GIUDIZIARIA

IL CASO

Biagio Salvati

Proseguono senza sosta le ricerche dell’imprenditore di Caiazzo Antonio Barbiero, 66 anni, scomparso venerdì dopo avere appreso dell’ennesima decisione avversa alla sua famiglia da parte dei giudici amministrativi, questa volta il Consiglio di Stato, su un immobile comprato all’asta (l’ex Autovolturno di Caiazzo) dalla società di famiglia, la «Ipervolturno» che ci ha allocato un supermercato Decò. Il CdS ha rigettato l’istanza dei Barbiero per tenere l’immobile acquistato negli anni scorsi all’asta giudiziaria e ne ha disposto l’acquisizione al patrimonio del Comune. Paradossale la situazione che si è venuta a creare: i Barbiero pagano per irregolarità che preesistevano al loro subentro nella proprietà visto che, come detto, hanno acquistato in seguito a una procedura fallimentare il bene. La sentenza del CdS ha innescato nel capofamiglia una reazione inattesa: dopo aver inviato un sms al figlio, l’uomo è scomparso. I familiari si trovano in uno stato psicologico delicato, preoccupati per le sorti di Antonio, ma si sforzano di rimanere lucidi per reggere il tempo dell’attesa e aiutare le ricerche. Ieri sono state scandagliate le sponde del Volturno anche con un elicottero. Barbiero è scomparso intorno alle 23 di venerdì a bordo del suo fuoristrada Mitsubishi, di colore blu scuro con targa Ce579288. Indossava un pantalone beige, camicia grigio chiaro e un maglione blu, giubbotto scuro. Da ieri sul caso c’è anche Chi l’ha visto?.L’ULTIMO MESSAGGIOL’imprenditore sembra sparito nel nulla, ma il suo gesto ha una motivazione ben precisa racchiusa nell’ultimo ed unico messaggio inviato al figlio Elio, avvocato, in cui Barbiero lancia anche precise accuse al regista della vicenda. Nel testo del messaggio, infatti, lo scomparso fa riferimento a presunti illeciti commessi sul territorio del piccolo centro che nessuno sembra vedere: «e poi c’è chi lavora senza una licenza lecita e si permette pure di mandarti messaggi intimidatori». Come acquirente a un’asta pubblica, privilegiata ai fini del condono, pur avendo pagato al Comune di Caiazzo oltre 110 milioni di euro, la società dei Barbiero (ex centro commerciale Decò), si è ritrovata dalla ragione al torto dopo una lunga battaglia giudiziaria fomentata da un concorrente peraltro con un attività ubicata in tutta altra zona. I Barbiero, infatti, terzi in buona fede, hanno scoperto soltanto dopo l’acquisto alcune irregolarità che si sono precipitati a sanare.LE CONTRADDIZIONIUna vicenda kafkiana anche perché nel lontano 2009, il gup del tribunale di Santa Maria Capua Vetere archiviò anche un processo penale a carico di un funzionario comunale (in uno con la moglie dello scomparso, amministratrice) confermando la correttezza del permesso a costruire dell’immobile che oggi dovrebbe tornare al Comune a seguito della decisione del Consiglio di Stato. L’imprenditore, infatti, ha sempre sostenuto che l’immobile come detto acquistato all’asta – non è illegittimo e la delusione con la relativa scomparsa è arrivata proprio perché si è battuto fino all’ultimo per poterlo dimostrare, invocando una più approfondita lettura della corposa documentazione. La guerra a colpi di carta bollata, con retroscena di beghe da piccolo centro, vede da anni protagonista la Golden Market (Concetta Parisi) che conduce la stessa attività commerciale con altro marchio della grande distribuzione, ma in una diversa zona di quella della Ipervolturno della famiglia dello scomparso.