RISCHIA IL FALLIMENTO LA COOP. LAVORO & GIUSTIZIA SE IL TRIBUNALE NON ACCOGLIE IL CONCORDATO PREVENTIVO.

Una faida interna con accuse al presidente condannato per furto di cani – – La gestione in mano al commissario giudiziale. Le proteste del sindacato di categoria

 

di Ferdinando Terlizzi

 

Rischiano il posto di lavoro 150 ‘guardie particolari giurate’, tutti soci della Coop “Lavoro & Giustizia”, se non dovesse essere omologato il concordato preventivo ora al vaglio della III Sezione Fallimentare del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere (Presidente, Enrico Quaranta; giudici Valeria Castaldo e Marta Sodano), presentato il 16 settembre del 2020 dopo una gestione allegra e disinvolta del consiglio di amministrazione. I debiti sono notevoli e tuttavia sia l’ufficio delle Entrate che gli istituti previdenziali hanno espresso il loro parere favorevole – su richiesta del commissario giudiziale Mauro Ferro. Nell’ultima udienza tenutasi presso la sezione fallimentare il 19 u.s. il collegio si è riservato di decidere sulla richiesta di omologazione del concordato preventivo. Intanto proprio nel corso della predetta udienza si è verificato un fatto che potremmo anche definire ‘un incidente’ di esecuzione. Un creditore della Cooperativa si è fatto avanti – nonostante l’udienza fosse in camera di camera di consiglio e quindi senza la presenza di terzi – e ha chiesto di esporre un fatto che riguardava la persona del presidente in carica della Cooperativa. L’uomo ha raccontato che la gestione non corretta ed oculata gli aveva procurato un grave danno e che era un creditore già ammesso alla massa e che però ci teneva a sottolineare il fatto che il presidente fosse stato condannato dal Tribunale di Arezzo per un reato odioso.

A distanza di qualche giorno giungeva alla nostra redazione un comunicato della Segreteria Regionale del Sindacato “SI.N.A.LV. e Servizi” di Caserta, con il quale si evidenziava che l’organo di tutela sindacale in data 24 gennaio aveva inoltrato al Ministro degli Interni, al Capo della Polizia, al Procuratore della Repubblica, al Prefetto e al Questore una missiva con la quale segnalava tra l’altro che: “Francesco Villano,  presidente del Consiglio di Amministrazione della Coop Lavoro e Giustizia dì Caserta era stato condannato a otto mesi con pena sospesa. Il comunicato chiariva che “la segnalazione era per nome e conto degli aderenti e soci della coop. “Lavoro e Giustizia”, con sede a Caserta in viale Carlo III, che per motivi di paura di ritorsioni da parte dell’ Amministrazione, preferivano rimanere in anonimato”.

Poi il responsabile del sindacato Giuseppe Cucurullo, dopo aver chiarito che “Non è ammissibile che gli Organi presenti sul territorio lascino che un Presidente di un Consiglio di Amministrazione continua indisturbato a suo posto di comando mentre la Società rischia, con la sua condanna, di poter perdere quelle poche commesse che attualmente fanno restare ancora la Cooperativa in stato di non fallimento.  Si ricorda che il presidente Villano  è stato condannato in primo grado ad una condanna di 8 mesi di pena sospesa dal tribunale di Arezzo ed in queste azioni criminali che il Villano commetteva, le faceva con la complicità di un  noto pregiudicato condannato ad un anno e due mesi. Ci meraviglia solo il fatto che una Prefettura così attenta, ancora fino oggi non è intervenuta per far si che il Villano venga rimosso dall’incarico”.

“Tutte fandonie – fa sapere con un messaggio sui telefonini ai soci  il presidente della Cooperativa – in riferimento all’ultimo documento nei miei confronti volevo tranquillizzare tutti voi; per quanto riguarda il concordato preventivo non ci sono problemi di nessun tipo a giorni arriva il decreto di omologazione. Per la perdita di commesse nemmeno ci sono problemi, anzi in questi giorni il sottoscritto con le sue conoscenze ha stipulato contratti di piantonamento con i comuni di Caserta e  Mondragone  e con il Consorzio Idrico H.24 e a Francolise con Idro Ambiente. A giorno stipuleremo contratto con Castel Volturno”.

Assieme al Villano sono stati  condannati dal Giudice Andrea Ruggiero del Tribunale di Arezzo, un ortopedico ed un pregiudicato già noto alla giustizia.  “La banda” bassotti  era accusata di aver rubato da un allevamento dell’aretino, nel 2016, tre femmine di setter inglese del valore di oltre 20 mila euro 1’una, da riproduzione destinati a concorsi internazionali. Le  cagnoline non sono mai state rintracciate.

 

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