Pulci di notte

di Stefano Lorenzetto

Nella sua rubrica del lunedì sul Fatto Quotidiano, Veronica Gentili parla dell’«ultimo fine settimana di Ottobre» e di «un acquazzone di fine Marzo». Probabilmente crede che siano divinità greche. (Come già insegnava Aldo Gabrielli nel suo Dizionario linguistico moderno, edito nel 1956, i nomi dei mesi vanno «scritti sempre con lettera minuscola considerandoli nomi comuni e non propri». Fanno eccezione i soli nomi dei mesi in eventi particolari, quali il Maggio fiorentino o il Giugno pisano).

In un editoriale di prima pagina, il direttore di Libero, Alessandro Sallusti, scrive: «Questa è la prima di una serie di domande che oggi poniamo sullo scandalo che sta emergendo riguardo la trasmissione Report e il suo conduttore Sigfrido Ranucci». La forma corretta della locuzione prepositiva è riguardo a, la quale, quando si fonde con gli articoli determinativi, diventa riguardo alalloaiagliallaalle, e dunque, nel caso specifico «riguardo alla trasmissione». Più avanti, Sallusti s’interroga su Ranucci che «prova a comperare con triangolazioni illecite dossier su la vita privata di un politico». Con tanti saluti alla preposizione articolata sulla.

Sulla medesima vicenda, Sigfrido Ranucci viene intervistato da Antonella Baccaro del Corriere della Sera. Domanda: «La Lega ha chiesto che la vicenda venga portata a conoscenza dei presidenti delle Camere perché facciano chiarezza». Risposta: «Allora si facesse chiarezza anche sull’uso dei dossier anonimi da parte dei politici contro i giornalisti». A Ranù, ma perché parli come magni?

Da un’intervista del Manifesto con Francesco Sinopoli, segretario Fic Cgil, scopriamo che «dopo lo sciopero generale del 10 dicembre è accaduto un fatto senza precedenti nella storia sindacale della scuola: è stato firmato un accordo separato sulla mobilità di 1200 milioni di lavoratori con un sindacato (la Cisl, ndr) che rappresenta una minoranza mentre la maggioranza non è stata messa in grado di trattare». A noi sembra più che altro un fatto senza precedenti nella storia dell’umanità, considerato che l’accordo riguarda quasi un settimo della popolazione mondiale.

Gianluigi Nuzzi intervista, su Specchio della Stampa, l’ingegner Elvo Zornitta, accusato di essere l’Unabomber che tra il 1994 e il 2006 «terrorizzò il triveneto e l’Italia intera facendo brillare ordigni mimetizzati ovunque». Tralasciando che lo Zingarelli prescrive che Triveneto sia scritto «con iniziale maiuscola», come del resto tutti i nomi geografici, ecco la conclusione di Nuzzi: «Zornitta scoppia a piangere ma trattiene le lacrime, compie una fatica enorme per non farmi sentire il suo dolore, proteggere la sua dignità e tornare a una qualche forma di vita». Possiamo paragonarla alla tredicesima fatica di Ercole, considerato che piangere significa, per il succitato dizionario, «versare lacrime».

Simonluca Pini sul Sole 24 Ore: «Tra i primi ad aver creduto nell’importanza del software, da anni al lavoro su C.A.S.E (acronimo di Connected, Autonomous, Shared & Services, Electric) come sottolineato dagli investimenti miliardari». Se vuole dirci qual è il soggetto del periodo, magari ne capiamo di più. E subito dopo: «Per la trasformazione in un futuro guidato dal software e a zero emissioni, il marchio sdi (sic) Stoccarda ha firmato un piano di investimenti di oltre 60 miliardi di euro». A Stoccarda hanno sede sia Mercedes che Porsche. A quale casa automobilistica si riferirà Pini, tenuto conto che il periodo precedente cominciava così: «Passando a Renault»?

Il Corriere della Sera pubblica un’intervista con Silvio Berlusconi, firmata da Paola Di Caro. «Presidente: si è detto che il suo ultimo ricovero sia stato per lei una prova “durissima”: adesso come sta?». Risponde l’ex premier: «Ora sto bene, La ringrazio». Solo Berlusconi sarebbe in grado di usare i pronomi femminili con la maiuscola mentre parla. Ma, date le circostanze, siamo più propensi a ritenere che siano state pubblicate intonse le risposte date dal Cavaliere per iscritto.

Dalla Gazzetta di Mantova: «Al 31 gennaio i mantovani attualmente positivi al Covid sono risultati 26.707, un numero mai registrato prima nei due anni di pandemia». Dato che la notizia è stata pubblicata il 7 febbraio, va’ a capire il significato di attualmente nel lessico mantovano.

Dal sito della Repubblica: «Iñaki Urdangarin fotografato mano nella mano con una collega d’ufficio dello studio legale di Vitoria, dove il genero di re Felipe VI sconta in regime di semilibertà la condanna a 5 anni per corruzione». Urdangarin, marito dell’infanta Cristina di Borbone, è nato nel 1968, lo stesso anno in cui venne alla luce Filippo VI di Spagna, per cui, se non altro per ragioni anagrafiche, tenderemmo a escludere che possa esserne il genero. Cognato andrebbe bene? Dopotutto, è il marito della sorella.

SL
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