QUARTA PAGINA
«Viviamo l’11 settembre
da tre settimane»
Voldymyr Zelensky,
al Congresso americano
Il Foglio
Il Foglio ha visionato una bozza di lavoro proveniente da Kyiv sull’accordo tra Ucraina e Russia per il cessate il fuoco.
Si tratta di un documento di tre pagine articolato in 17 punti tradotti in inglese e in ucraino.
Tra i passaggi più importanti c’è la rinuncia per 15 anni dell’Ucraina a entrare nella Nato. Il documento fa anche riferimento al riconoscimento delle due repubbliche separatiste di Donetsk (DNR) e Luhanks (LNR), a cui viene richiesto di mantenere uno status neutrale. Sulla Crimea, Kyiv si impegna a riconoscerne l’annessione alla Russia entro la fine del 2022 abbandonando ogni azione legale contro Mosca.
Basi per un accordo di cessate il fuoco tra Russia e Ucraina
Preambolo
La Russia e l’Ucraina (“Parti”) concordano un cessate il fuoco che avrà effetto dal [gg.mm.aa] e che dovrebbe durare fino alla prima delle seguenti date: (i) 30 giorni e (ii) la firma di un accordo di pace globale (“Accordi”) tra le Parti e basato sui seguenti accordi:
1. Le Parti riconoscono la loro rispettiva e indiscutibile sovranità e indipendenza, con le specificazioni del punto x qui sotto
2. I termini del cessate il fuoco…
3. La Russia e l’Ucraina libereranno tutti i rispettivi prigionieri militari e politici entro 24 ore dalla firma dell’accordo
4. L’Ucraina si impegna a mantenere la neutralità militare e a non aderire alla Nato per un periodo di almeno 15 anni dalla firma dell’accordo. Tale impegno rimane valido fino a quando la Russia non attuerà alcuna azione militare o destabilizzante diretta o indiretta comprovata contro l’Ucraina. Dopo il periodo iniziale di 15 anni, e a meno che non si verifichi una violazione di cui alla frase precedente, l’Ucraina potrà decidere di aderire alla Nato solo nel caso in cui l’elettorato ucraino votasse attraverso un referendum a favore dell’adesione alla Nato con una maggioranza di 2/3 dei votanti.
5. L’Ucraina riconoscerà uno status speciale a Donetsk (DNR) e Luhanks (LNR) i cui dettagli saranno definiti nell’accordo, ma che rispetterà i desideri democraticamente espressi dalla sua popolazione legittima. In ogni caso DNR e LNR si impegneranno anche a mantenere uno status neutrale e la Russia si impegna a non annettere DNR e LNR alla Russia per almeno 15 anni
6. L’Ucraina riconoscerà l’annessione della Crimea alla Russia entro la fine del 2022, a condizione che nel frattempo la Russia abbia rispettato tutti i suoi obblighi previsti dall’accordo e a condizione che.
7. Nel quadro del riconoscimento della Crimea, l’Ucraina assicurerà il flusso regolare di acqua alla penisola attraverso il Canale della Crimea del Nord
8. In relazione ai punti 5 e 6 di cui sopra, l’Ucraina terminerà tutte le azioni legali contro la Russia relative all’annessione della Crimea
9. L’Ucraina manterrà la sua adesione alla zona di libero scambio dell’Ue. Inoltre, le parti discuteranno la possibilità per l’Ucraina di aderire anche all’Unione doganale eurasiatica (Ecu) appena possibile e previo accordo dell’Ue. Data la difficile situazione economica dell’Ucraina, la Russia e l’Ucraina coopereranno per trovare una soluzione tecnica che permetta all’Ucraina di essere membro di entrambe le unioni commerciali, a condizione che vengano messi in atto regolamenti per evitare interruzioni nelle due zone di libero scambio a causa dello status speciale dell’Ucraina, che è coerente con lo spirito di neutralità
10. L’Ucraina intende diventare un membro a pieno titolo dell’Ue. La Russia si impegna a non interferire con tale processo nel rispetto della sovranità dell’Ucraina, anche se ciò comporterà la necessità per l’Ucraina di abbandonare l’Ecu
11. Tutte le sanzioni, le quote o qualsiasi tipo di limitazione commerciale imposta dalla Russia contro le aziende ucraine e viceversa saranno anche revocate.
12. La Russia rinuncerà alla sua richiesta di [3] miliardi di dollari all’Ucraina ex “prestito Yanukovic”.
13. Tutte le sanzioni, le quote o qualsiasi tipo di limitazione commerciale imposta dalla Russia contro le aziende ucraine e viceversa saranno revocate
14. La Russia si impegna a spedire almeno [–] mld di gas attraverso l’Ucraina e a stipulare un accordo “ship or pay” a tariffe calcolate secondo le normali pratiche di mercato per una durata di almeno 10 anni.
15. Tutte le controversie pendenti tra Naftogaz Ucraina e Gazprom, comprese le sentenze dell’arbitrato di Stoccolma e tutti i processi in corso, saranno interrotti e i crediti e i pagamenti dovuti non ancora eseguiti decadranno
16. Oltre alle attività militari, le parti concordano di astenersi e assicurarsi che gli operatori sotto il loro controllo diretto o indiretto si astengano da qualsiasi tipo di attività come attacchi informatici, disinformazione, propaganda e ingerenza elettorale
17. Nel quadro della normalizzazione delle relazioni tra la Russia e l’Ucraina, le parti si accordano per ristabilire i voli diretti tra le regioni a partire dal 01.01.2023
Dagospia
Da alcuni giorni vanno avanti trattative informali con Turchia, Israele e Cina per pianificare un incontro Zelensky-Putin. Ma è soprattutto Pechino, come seconda potenza al mondo, che ha fretta di accorciare i tempi per arrivare a un cessate il fuoco, che sarà il punto di partenza per i negoziati Russia-Ucraina.
Mosca è ancora reticente a sedersi seriamente al tavolo delle trattative, perché Putin vuole avanzare ancora sul suolo ucraino, prima di fare qualsiasi passo indietro nel negoziato.
Le sue pretese, come è noto, sono tre: neutralità dell’Ucraina messa nero su bianco in Costituzione, il riconoscimento della Crimea e quello dell’intera regione del Donbass, e non delle sole sedicenti repubbliche separatiste di Donetsk e Lugansk.
Putin, infatti, vuole annettere a tutti i costi anche Mariupol e il suo prezioso sbocco sul Mar d’Azov che le due repubbliche del Donbass non hanno.
Non a caso in questi giorni si sta accanendo con particolare ferocia un’offensiva sulla città, fregandosene allegramente del diritto internazionale e spingendosi ai limiti dei crimini di guerra.
Zelensky, da parte sua, ha fatto un notevole gesto di condiscendenza nei confronti di Mosca nella sua dichiarazione di ieri.
In un passaggio poco sottolineato dai media, durante la sua dichiarazione sul non ingresso di Kiev nella Nato, ha fatto riferimento alla “nostra gente”. Come a dire: non è la concessione di un leader ma è una consapevolezza del popolo ucraino. Al pari di un referendum.
Ps. La guerra in Ucraina sembra a tutti gli effetti un conflitto del Novecento, condotto a suon di armi convenzionali. Carri armati, missili, truppe sul campo, e nessuna traccia (fortunatamente) delle moderni armi ibride.
Come mai? Il motivo è piuttosto semplice: i leader e i generali di tutto il mondo hanno capito che attacchi hacker, sabotaggi e intelligenza artificiale sono troppo pericolosi: sono talmente evoluti e letali che non possono essere usati. Una sorta di nuova deterrenza, che si aggiunge a quella nucleare.
Un attacco hacker per disattivare la rete elettrica di una città, magari per più giorni, avrebbe un effetto a cascata su ospedali, aeroporti, centrali nucleari, condotte idriche, trasporti, approvvigionamenti, eccetera. Ci potrebbe essere un elevato numero di morti “collaterali”.
Con il piombo delle “vecchie” armi un attacco, per quanto letale, è più circoscritto e controllabile. Con le armi ibride, il conflitto rischia di deflagare in modo incontrollabile. Non solo: spingere un bottone e mettere al buio Kiev potrebbe spingere qualcuno a fare altrettanto “spegnendo” Mosca. Insomma, il rischio con le armi ibride è troppo alto per tutti…