Si arricchisce la galleria degli epiteti che Joe Biden riserva a Vladimir Putin: dopo averlo definito “assassino” e “criminale di guerra”, lo qualifica come “macellaio” incontrando a Varsavia gli esuli dall’Ucraina.
Il presidente americano aggiunge: la Russia sta “strangolando la democrazia” e vuole farlo “non solo in casa sua”; Putin “è un dittatore che cerca di ricostruire un impero” e “non può rimanere al potere”.
Infine, per il capo della Casa Bianca, il capo del Cremlino ha “l’audacia” di dire che “ha ragione” ma “non ci sono giustificazioni per l’invasione dell’Ucraina” e queste azioni minacciano di portare “decenni di guerra”.
Biden ci tiene a dire al popolo russo “non siete voi i nostri nemici” e conclude riferendosi a Putin: Ieri sera però lo staff di Biden è stato costretto a fare marcia indietro: un funzionario della Casa Bianca ha smentito che il presidente Biden, cerchi un cambio di governo in Russia.
“Il senso del discorso del presidente era che a Putin non può essere permesso di esercitare il potere sui suoi vicini o sulla regione. Non stava parlando del potere di Putin in Russia o di un cambio di governo”.
Gli appellativi del presidente Usa per il presidente russo non soddisfano, però, il presidente ucraino Volodymyr Zelensky e i suoi ministri. E irritano, invece, il Cremlino: “I nuovi insulti restringono ancora di più le possibilità di ricucire i rapporti tra Usa e Russia”, dice il portavoce Dmitry Peskov. E aggiunge: “È strano che uno che approvò i bombardamenti sulla Serbia (nel 1999, ndr), accusi ora Putin”.
Peskov poi ricorda che “chi governa la Russia non è qualcosa che decide Biden. È solo una scelta dei cittadini della Federazione Russa”.
A Varsavia, Biden vede a sorpresa i ministri ucraini degli Esteri Dmytro Kuleba e della Difesa Oleksi Reznikov e assicura loro che gli Stati Uniti “saranno con l’Ucraina sempre, fino alla vittoria”, senza però che loro soldati mettano piede sul territorio ucraino.
“Ciò che accade in Ucraina cambia tutto il XXI secolo”, dice Biden, secondo i media polacchi. I ministri di Kiev gli presentano una lista di equipaggiamenti militari necessari all’esercito ucraino. Il presidente Usa garantisce “ulteriori sforzi per aiutare l’Ucraina a difendere il suo territorio” e far sì che Putin “risponda per la brutale aggressione, comprese nuove sanzioni” – la citazione viene dalla Casa Bianca –.
Ma Kiev non cela il suo disappunto per l’esito della trilogia dei Vertici, Nato, G7 e Ue, tra giovedì e venerdì, a Bruxelles, e per la sostanza della visita di Biden in Polonia: “Siamo molto delusi”, afferma Andriy Yermak, capo di gabinetto di Zelensky, intervenendo a un think tank conservatore di Washington.
Yermak – riferisce il Washington Post – critica la linea di Stati Uniti e Paesi Ue definendola di “acquiescenza”. “Ci aspettavamo più coraggio, decisioni più forti. Invece la Nato sembra più preoccupata di evitare una escalation del conflitto e di non provocare la Russia” che delle sorti dell’Ucraina. Ed è proprio così, anche se gli emissari di Kiev insistono: “Abbiamo bisogno di cose molto concrete e siamo costretti a ricordarvele continuamente”. Le voci di un cambio di strategia della Russia nel conflitto, con l’obiettivo d’assumere il controllo delle aree russofone del Donbass, non convincono gli Usa: “Non sono sicuro” che sia così, dice Biden.
La sua Amministrazione non lesina, invece, le sanzioni contro Mosca e ne prepara di nuove: la prossima tornata mette nel mirino le società russe di prodotti e servizi ai militari e all’intelligence, compresi i componenti a doppio uso (civile e militare). Lo anticipa il Wall Street Journal. Guardando, invece, alla Polonia, Biden, nel colloquio con il presidente Andrzej Duda, conferma che “l’articolo 5 è un obbligo sacro” riferendosi all’articolo del Trattato dell’Atlantico del Nord per cui un attacco contro uno o più membri dell’Alleanza è considerato un attacco contro tutti i Paesi Nato.