da domenica 10 aprile a cura di Angiola Codacci-Pisanelli
Un palazzo bombardato, un Putin dal sorriso enigmatico, una piramide di schermi di tv e computer. E una parola in russo: “Disinformatja”. La copertina del nuovo numero de L’Espresso gioca con il bianco e nero per raccontare il ritorno a un clima da guerra fredda. Perché rimanda a quegli anni la strategia di disinformazione usata dal Cremlino per tenere i cittadini all’oscuro sui massacri che continuano a insanguinare l’Ucraina.
Paolo Biondani e Leo Sisti ricostruiscono il giallo del mega yacht della Gazprom sparito da Pesaro pochi giorni prima dell’invasione. Lirio Abbate nel suo editoriale spiega i pericoli che l’ostruzionismo di Salvini fa correre al Paese. E mentre Michele Serra ride delle ricchezze degli oligarchi, Gigi Riva invita a meditare sulla parola della settimana: informare.
Sul fronte interno, Susanna Turco firma un ritratto di Giorgia Meloni, amata dagli elettori ma delusa dagli alleati. Giovanna Casadio spiega perché la pandemia ha riportato i sindaci al centro della scena politica mentre Mauro Palma, garante dei detenuti, propone di accorciare le pene per calcolare la “doppia detenzione” causata dal Covid. E Stefania Pisu fa il punto su come a Palermo anche i bambini finiscono stritolati dal traffico di droga.
L’Italia dei misteri torna sotto i riflettori per l’inchiesta su uno degli uomini chiave dell’attentato a Falcone (ne scrive Enrico Bellavia). Alessandro De Pascale svela i retroscena del traffico di rifiuti tra Campania e Tunisia. E per la serie sull’identità de L’Espresso, Guido Crainz spiega perché il nostro giornale è ancora oggi una fonte fondamentale per chi studia la storia d’Italia.
Infine il geniale scrittore olandese Frank Westerman spiega a Giuliano Battiston perché studiare i fossili di ominidi ci aiuta a capire gli uomini del Duemila, Matteo Nucci parte da Tucidide per recensire il nuovo romanzo di Gianfrancesco Turano “Pòlemos”, Leo Gassmann confida a Sabina Minardi che ai social lui preferisce la filosofia. Manuela Cavalieri e Donatella Mulvoni raccontano la protesta dei docenti che da mesi tiene sotto scacco le scuole pubbliche degli Usa. E Angiola Codacci-Pisanelli fa il punto sul museo che racconterà il rapporto dell’Italia con le sue ex colonie: ma lo farà con un linguaggio critico, inclusivo e soprattutto “decolonizzato”.