• Ferdinando Terlizzi

 

L’INTERVISTA

“Riforma Cartabia dannosa. Realizzato il disegno di B.”

NINO DI MATTEO – Il consigliere del Csm

15 APRILE 2022

Una riforma divisa in due: una parte è “inutile”, l’altra è “dannosa e pericolosa”. Nino Di Matteo è netto. Secondo il consigliere del Csm, l’impianto della riforma di Marta Cartabia non è “diretto a incidere sui grandi mali della giustizia, ma a ridimensionare il ruolo del magistrato e renderlo servente nei confronti degli altri poteri dello Stato”. Norme che rispondono a “una voglia di vendetta nei confronti di quella parte della magistratura che è stata capace di portare a processo la politica, la grande finanza, le grandi deviazioni dello Stato”.

Dottor Di Matteo, la riforma sul Csm appena approvata dalla Commissione Giustizia della Camera sembra peggiore di quelle dei governi Berlusconi: è d’accordo?
Al di là delle graduatorie, quello che mi sento di dire è che ai tempi dei governi Berlusconi la magistratura si compattò per denunciare il pericolo di alcune norme. Oggi, dopo molti anni, mi sembra che l’effetto delle riforme Cartabia sia stato quello di compattare di nuovo la magistratura.

La riforma prevede che sia possibile un solo passaggio di funzione tra requirenti e giudicanti: praticamente siamo quasi alla separazione delle carriere, storica bandiera di Forza Italia.
Esattamente. È incredibile che quel disegno si stia realizzando in un momento in cui al governo non c’è solo il centrodestra, ma una coalizione che arriva fino al Pd e ai 5Stelle, partiti e movimenti che avevano fatto del contrasto a questo tipo di riforme un loro cavallo di battaglia politica.

Lei ha detto che considera questa riforma divisa in due: una parte inutile e una dannosa. Quale è la parte inutile?
Quella sul sistema elettorale del Csm. Quella parte della riforma è gattopardesca. Si dice di voler combattere la patologia dello strapotere delle correnti e invece non si combatte nulla. Anzi da un certo punto di vista si potenzia il sistema delle correnti, che evidentemente fa comodo a tutti, anche alla politica.

Eppure la politica sostiene che questa riforma va fatta proprio per limitare il potere delle correnti.
Non è così, perché si prevede un sistema elettivo in cui continueranno a essere i capi delle correnti a designare chi si candiderà al consiglio. Continueranno a sapere quattro anni prima chi sarà candidato alle elezioni.

Questa è la parte inutile. E quella dannosa?
Ad esempio la norma sul fascicolo del rendimento del magistrato. O quella sulla partecipazione degli avvocati ai pareri sulla professionalità dei giudici. Sono norme dannose perché provocheranno una ulteriore burocratizzazione della magistratura e una fortissima gerarchizzazione all’interno degli uffici. Renderanno i magistrati attenti a una sorta di giurisdizione che definirei difensiva.

Sarebbe?
I magistrati saranno più attenti ai numeri, alle statistiche, al gradimento degli avvocati piuttosto che a rendere giustizia. E dunque non affronteranno inchieste complesse, diventeranno sempre più impauriti e più soggetti a interferenze esterne.

Ma in che modo?
Il pm sarà disincentivato a condurre indagini che portano alla celebrazione di processi il cui esito non è scontato. Il pm perfetto sarà quello che si limiterà a esercitare l’azione penale nei casi di assoluta evidenza della prova, magari solo nei casi di flagranza del reato o confessione del reo.

Però non si può negare che con i dati e le statistiche s’incentiverà il pm a lavorare di più.
Il pubblico ministero ideale non è quello che smaltisce il più alto numero di procedimenti. Perché allora il metodo migliore sarà quello di non indagare, non approfondire mai. Se ho la fotografia dell’indagato che ha fatto la rapina in banca vado a processo. Se ho solo indizi, anche se sono gravi e precisi, il processo non lo faccio perché so che c’è il rischio di un’assoluzione.

Contro questa riforma le toghe minacciano lo sciopero: era dai tempi di Berlusconi che non accadeva.
Io personalmente sono contrario.

Perché?
Perché i cittadini non capirebbero. Oggi anche per nostro demerito, e mi riferisco gli scandali che riguardano il Csm, la magistratura ha perso credibilità. Lo sciopero sarebbe scambiato per un tentativo di tutelare interessi di casta. Per questo ci tengo a dire una cosa: quello che io denuncio su questa riforma non lo denuncio nell’interesse della cosiddetta casta dei magistrati ma nell’interesse dei cittadini che hanno il diritto a una magistratura uguale per tutti. Non una magistratura di chi vuole agire con la vecchia logica delle carte apposto, severa e rigorosa nei confronti dei criminali da strada e ossequiosa quando si tratta di crimini dei colletti bianchi.

FONTE: