Sintesi dell’intervento di Innocenzo Orlando

al Seminario di Studi “Per una Visione di lungo periodo nelle Zone rurali” BEL – Borghi Eccellenti Lucani –  30 aprile 2022

La Commissione Europea intende costruire una visione a lungo termine per le aree rurali con la finalità di aiutare i territori ad affrontare le loro peculiari problematiche, quali il cambiamento demografico, la connettività, il rischio di povertà e il limitato accesso ai servizi.


A tal fine, la CE ha messo a disposizione un kit di rilevazione (link) per incoraggiare gli attori e i cittadini delle zone rurali a riflettere sugli scenari futuri, sulle evoluzioni auspicabili e sulle condizioni necessarie per promuovere uno sviluppo sostenibile. Si tratta di una occasione importante per esprimere il proprio punto di vista e per raccogliere idee/prassi che possano contribuire a migliorare l’impostazione degli strumenti per lo sviluppo locale.


La Commissione Europea (CE) intende costruire una visione a lungo termine per le aree rurali con la finalità di aiutare i territori ad affrontare le loro peculiari problematiche, quali il cambiamento demografico, la connettività, il rischio di povertà e il limitato accesso ai servizi.
A tal fine, la CE ha messo a disposizione un kit di rilevazione (link) per incoraggiare gli attori e i cittadini delle zone rurali a riflettere sugli scenari futuri, sulle evoluzioni auspicabili e sulle condizioni necessarie per promuovere uno sviluppo sostenibile.

Si tratta di una occasione importante per esprimere il proprio punto di vista e per raccogliere idee/prassi che possano contribuire a migliorare l’impostazione degli strumenti per lo sviluppo locale.

Fermo restando la necessità di un’azione integrata nei territori rurali, le azioni necessarie a consolidare le dinamiche di sviluppo rurale
sono fortemente legate alla valorizzazione delle risorse ambientali, culturali, economiche e sociali. In questa direzione è indispensabile rafforzare le azioni per:
1. aumentare e diversificare le occasioni di occupazione in chiave sostenibile (es. turismo sostenibile, bioeconomia, green jobs) e rafforzare la multifunzionalità agricola, favorendo la creazione di nuove opportunità imprenditoriali in ambito sia agricolo che forestale, nelle attività connesse e in tutte quelle attività in grado di mantenere vitali i territori rurali;

2. superare il gap infrastrutturale (il digital divide) e garantire disponibilità/accessibilità ai servizi per la popolazione e le imprese, attraverso la riorganizzazione e la creazione di servizi, rafforzando anche la capacità di servizio ambientale, socio-educativo delle imprese agricole e forestali;
3. incrementare l’attrattiva delle zone rurale sia per la residenzialità, sia per altre attività produttive e gli investimenti, attraverso la valorizzazione culturale, la messa in sicurezza e ristrutturazione delle strutture abitative, dei centri abitati e dei borghi rurali; il recupero e riuso delle strutture rurali e beni collettivi; l’efficientamento energetico e l’adeguamento antisismico dell’edilizia abitativa rurale; la dotazione di servizi, compresi quelli di prossimità e dell’economia digitale.


4. contenere fenomeni di dissesto e degrado, inclusi quelli derivati dagli eventi estremi, attraverso azioni di prevenzione, adattamento e tutela del territorio e del paesaggio e la gestione sostenibile del patrimonio forestale, delle risorse naturali e degli ecosistemi;
5. potenziare la relazione tra urbano e rurale, favorendo: il riconoscimento dei servizi ecosistemici (di supporto alla vita, approvvigionamento, regolazione) e culturali-ricreativi del sistema agricolo-forestale e del territorio rurale; la facilitazione della movimentazione di servizi, merci e persone fra questi territori; il rafforzamento delle infrastrutture e piattaforme materiali e immateriali che ne favoriscono gli scambi; la partecipazione a politiche del cibo attivate nelle città limitrofe.


Rispetto a questo ampia gamma di azioni per lo sviluppo delle zone rurali, gli strumenti per lo sviluppo locale come il LEADER,
possono contribuire in maniera significativa, sperimentando percorsi di sviluppo delle zone rurali, facendo leva e promuovendo: le
politiche locali del cibo, la creazione di beni e servizi collettivi e di spazi inclusivi, la valorizzazione dei servizi ecosistemici e lo sviluppo
di sistemi di offerta socioculturali e turistico-ricreativi locali;

il nuovo paradigma tecnologico (smart specialization), start-up e
imprese «culturali-sociali» attraenti per le fasce giovani e dotate di più cultura, competenze e creatività; reti di sinergia e
complementarità fra i centri locali (istituzionali, produttivi, sociali) con quelli extra-locali che aiutano a sviluppare funzioni di alta
qualità, attrarre nuovi investitori, migliorare il rapporto fra costi di transazione e popolazione Locale; la co-progettazione e gestione
pubblica-privata, la creazione di comunità di progetto capaci di coinvolgere anche i cittadini, all’avvio di reti di impresa e imprese di comunità a livello locale.