NESSUN RISARCIMENTO POTRA’ RIDARE LA DIGNITA’ AL DOTTOR CARMINE ANTROPOLI

Secondo le intenzioni di molti pubblici ministeri i campani sono tutti camorristi e dovrebbero finire tutti in galera per 416 bis o quantomeno con l’aggravante dell’art. 7 cioè il concorso esterno.

Per “loro”, per i Torquemade di turno,  ogni azione della giornata di un politico o di un professionista sarebbe improntata alla collusione con un camorrista.

Io mi domando:  come può dormire la notte e come può guardare in faccia i propri figli il piemme – che su di una accusa di aria fritta – chiede una condanna a 10 anni di reclusione?

Si tratta, secondo me, di menti  PERVERSE. 

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Il coordinamento provinciale di Forza Italia Caserta si compiace per l’intervenuta decisione dei Magistrati che hanno accertato l’infondatezza delle gravi accuse mosse al Dott. Carmine Antropoli nel processo che lo ha visto coinvolto insieme ad altri imputati, e del quale mai si è dubitato circa la sua innocenza e la totale estraneità ai fatti criminosi addebitatigli.

Si attendeva tale decisione avendo sempre confidato nella Magistratura che svolge con obiettività la funzione di accertamento della verità dei fatti per la individuazione dei colpevoli.

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Tre anni di indagini, altri tre di processo e sette mesi di detenzione, fra carcere e domiciliari ma di «camorra», solo l’ombra. Anzi, il fatto non sussiste secondo i giudici della Corte di Assise di Santa Maria Capua Vetere (presidente Roberto Donatiello) che ieri hanno assolto l’ex sindaco di Capua e chirurgo generale, Carmine Antropoli, dall’infamante accusa di concorso esterno al clan dei Casalesi.

Assolti, con lui, per l’ipotizzato scambio politico mafioso risalente al 2016, anche gli altri due amministratori locali Marco Ricci e Guido Taglialatela, quest’ultimo assolto anche da un concorso in violenza privata. Pesante, nonostante lo sconto riservato ai collaboratori di giustizia, la condanna al pentito Francesco Zagaria, ritenuto inattendibile e condannato a 17 anni e sei mesi (era accusato anche di un duplice omicidio). Antropoli, Ricci e Armando Porciello sono stati destinatari però di una pena che è un po’ una cucitura con l’inziale accusa della Direzione distrettuale antimafia (pubblico ministero Maurizio Giordano).

La Corte, infatti, ha condannato Antropoli e Ricci a 20 mesi per violenza privata aggravata (per la presenza del camorrista Zagaria) e a un anno e un mese Armando Porciello (pena sospesa) in relazione all’episodio dello schiaffo dato da Francesco Zagaria a Giuseppe Di Lillo per fargli ritirare la candidatura. In quell’occasione, l’iniziativa autonoma di Zagaria, fu decisa nello studio medico dell’ex sindaco il quale si è sempre difeso prendendo le distanze da quel gesto e meravigliandosi della cosa anche mentre conversava con la sua compagna a telefono. Un episodio che avrebbe dovuto favorire la candidatura di Marco Ricci, secondo l’accusa. I giudici non hanno ritenuto credibile il racconto del pentito detto «Ciccio e Brezza», imprenditore vicino a Michele Zagaria ed accusato anche del duplice omicidio Caterino-De Falco. Zagaria.

IL DUPLICE DELIITTO

Per i due omicidi, oltre alla reclusione, il pentito è stato condannato al pagamento di una provvisionale immediatamente esecutiva, da imputarsi alla liquidazione definitiva del danno, di quasi mezzo milione di euro complessivi a favore degli eredi delle vittime. Deciso, in solido, per tutti gli imputati, anche un risarcimento dei danni sofferti dalla costituita parte civile Associazione nazionale per la lotta contro illegalità e le mafie «Antonino Caponnetto» da liquidarsi in separata sede. Nel processo sono stati impegnati gli avvocati Vincenzo Maiello e Mauro Iodice (per Antropoli) Gerardo Marrocco (difensore di Taglialatela, unico completamente assolto dalle accuse), Guglielmo Ventrone (per Porciello) Lorenzo Caruso (per Ricci insieme al collega Ventrone).

Per la parte civile, l’avvocato Gerardo Tommasone. Pesanti le richieste di condanna invocate dalla Dda per Antropoli e Ricci (10 anni) e per gli altri dai 4 fino agli 8 anni e sei mesi (per Zagaria) a conclusione della requisitoria dello scorso aprile.Nel corso del processo, dove c’è stato anche qualche colpo di scena, il pubblico ministero fu costretto anche a richiamare il pentito per alcune dichiarazioni fuori luogo esternate nel corso di una delle passate udienze: il processo si è celebrato sotto una particolare attenzione anche di tutti i giudici popolari, che si sono sicuramente confrontati con tutti gli aspetti di un processo non facile da decidere. La motivazione della sentenza sarà deposita tra novanta giorni e si presume che la difesa ricorrerà in appello per le condanne comminate dalla Corte di Assise per quanto riguarda il reato di concorso in violenza privata.IL PARTITOIl coordinamento provinciale di Forza Italia Caserta ha diffuso una nota in cui «si compiace per l’intervenuta decisione dei magistrati che hanno accertato l’infondatezza delle gravi accuse mosse a Carmine Antropoli nel processo che lo ha visto coinvolto insieme ad altri imputati, e del quale mai si è dubitato circa la sua innocenza e la totale estraneità ai fatti criminosi addebitatigli».

 

FONTE: il testo del pezzo è  di Biagio Salvati  da  Il Mattino – Il titolo e il commento iniziale sono del nostro direttore.