Editoria, Martella: rilanciare il settore con una legge 5.0. All’informazione quota da web tax e sostegno pubblico stabile
“E’ necessario mettere in campo una nuova legge sull’editoria, che chiameremo Editoria 5.0, che possa modernizzare l’intero settore e che possa portare una nuova stagione di rinnovamento per il giornalismo e per l’editoria”. Lo ha affermato il sottosegretario alla presidenza del Consiglio con delega all’editoria Andrea Martella. Incontrando a Venezia il sindacato dei giornalisti, Martella ha anticipato che la legge verrà proposta “subito dopo la legge di Bilancio“.
La legge “vuole avere l’obiettivo dell’ingresso di nuove norme e di un nuovo sistema con incentivi che possano dare sostegno a tutto il settore, in tutta la sua filiera, anche con l’ampliamento del sostegno indiretto. Dare parte della web tax all’editoria, ha aggiunto Martella, credo possa essere un segno importante, anche perché può essere destinata a favorire abbonamenti cartacei e digitali, e per una campagna di diffusione del giornali nelle scuole”.
Andrea Martella (Foto ANSA/GIUSEPPE LAMI)
“Da almeno un decennio – ha indicato Martella – il sistema della stampa periodica e quotidiana attraversa una crisi durissima, che ancora non mostra segni di flessione. La sfida per uscire dalla crisi si può vincere ed è giunto il momento di fare delle scelte politiche capaci di avviare e consolidare un’inversione dei trend negativi che caratterizzano i principali fattori industriali e finanziari delle imprese editoriali, facendo fino in fondo i conti con la rivoluzione digitale, con interventi che sono necessari, anche con l’adozione della direttiva sul copyright, per fare in modo di regolare questo settore”.
“E’ il momento di delineare nuove politiche per il settore, che non sono frutto di un’iniziativa estemporanea ma dell’ascolto che ho prestato in queste settimane delle ragioni di tutti, stabilendo il principio che in un paese civile esiste il dialogo, il confronto, il rispetto tra le persone, per i giornalisti, il giornalismo e tutto il settore”.
Tra gli interventi indicati da Martella ci sono la “lotta alle fake news, un serio problema non solo per la qualità dell’informazione, ma per la qualità della nostra democrazia”. Altra sottolineatura è stata quella relativa al “processo di progressiva precarizzazione del lavoro giornalistico, che per ampiezza e qualità ha trasformato negli ultimi anni lo storico fenomeno del precariato nelle redazioni in un connotato strutturale, e che va contrastato. Occorre poi riconoscere a tutti i giornalisti un equo compenso, da individuarsi secondo criteri certi e condivisi”.
“Siamo impegnati per dare stabilità e solidità al sostegno pubblico sia nelle forme dirette che nelle forme indirette e perché non ci sia nessun taglio dei contributi e della loro concessione”, ha spiegato Martella, che sul fronte digitale ha detto anche “stiamo lavorando anche per fare in modo che una quota grandissima della web tax possa essere indirizzata al mondo dell’editoria e dell’informazione”.
Martella ha parlato anche della legge sulle querele temerarie. “Io penso che debba essere approvata per garantire la libertà d’informazione, ai giornalisti di informare e raccontare i fatti, e alle persone di essere informate”. “Dobbiamo fare in modo che il Parlamento, e il Governo può fare un’azione di stimolo, possa approvare finalmente la legge che ha già avuto quattro letture tra Camera e Senato”.
Martella ha guardato con un certo ottimismo anche alla situazione delle agenzie di stampa. “Credo ci siano le condizioni per mettere un po’ di stabilità e per vedere il futuro con fiducia, per il futuro del settore”.
Il sottosegretario ha accennato che il 29 ottobre presenterà “le dichiarazioni programmatiche sul mio dipartimento, per un’interazione tra governo e Parlamento”.
“l’informazione non solo è un settore rilevantissimo ma un bene primario, un valore fondamentale per il funzionamento delle istituzioni della democrazia occidentale”, ha rimarcato Martella. “In essa si saldano due principi, quello della libertà di espressione e del pluralismo, quello di formarsi un’opinione e di poterla esprimere nell’ambito di una pluralità di fonti. Questo è l’indirizzo del mio programma, che cioè l’autorità pubblica da un lato deve garantire libertà e dall’altro vigilare sul pluralismo”, ha concluso.