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Il buon ferragosto del criminologo Carmelo Lavorino tra nuovi e vecchi crimini
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Il buon ferragosto del criminologo Carmelo Lavorino tra nuovi e vecchi crimini
Ci aggiorniamo alla settimana prossima in occasione dell’uscita del mio libro “IL GIALLO DI ARCE – Omicidio Serena Mollicone” e del nostro Gruppo sul delitto per arrivare alla verità e rendere giustizia a Serena. Il libro riporta (1) l’excursus storico della vicenda; (2) la consulenza criminalistica-criminologica-investigativa-forense che abbiamo prodotto dopo il nostro esame (firmata da Enrico Delli Compagni, Cosmo Di Mille, Alessandra Carnevale e Giusy Marotta); (3) la sintesi della memoria difensiva e delle argomentazioni degli avvocati difensori Francesco Germani, Piergiorgio Di Giuseppe, Mauro Marsella ed Enrico Meta; (5) alcuni passi delle memorie difensive dei difensori di Francesco Suprano (avv. Cinzia Mancini ed Emiliano Germani) e di Vincenzo Quatrale (Francesco Candido e Paolo D’Arpino); (6) l’analisi delle scene dei fatti e il profilo criminale del soggetto ignoto.
Alcuni aspetti essenziali “gridati” in copertina:
= La SUPERCONSULENZA e la SUPERDIFESA che hanno fatto
assolvere la famiglia Mottola e impedito un terribile errore giudiziario.
= La vittoria della Scienza, della Logica, dell’Intelligenza,
della Freddezza, della Civiltà Giuridica e del Diritto.
= IL CAPOLAVORO BIS DEL SEGUGIO: dopo l’assoluzione di Carmine Belli… l’assoluzione della famiglia Mottola: demolizione totale di due impianti investigativi-accusatori apodittici, illogici e fallaci.
= GIUSTIZIA E VERITÀ PER SERENA: ora cerchiamo il vero assassino, il produttore/appositore della famosa impronta digitale 15D sul nastro Ghost, non l’assassino di comodo, per fare carriera o scoop, per andare in TV. Lasciamo stare la Caserma CC di Arce, la porta, il figlio del maresciallo, indaghiamo SERIAMENTE, senza fissazioni investigative …
Un ringraziamento anche a Massimo Amadei, Giorgio Bolino, Gianluca Ciaraldi, Silvana Cristoforo, Claudio Lavorino, Fulvio Marsella, Raquel Scappaticci.
MORTE DI LILIANA RESINOVICH: BEN POCO FA RITENERE CHE TRATTASI DI SUICIDIO, MOLTI ASPETTI NON QUADRANO, E QUESTO E’ MOLTO GRAVE.
Sinora mi sono interessato di molte “morti equivoche” e – tanto per cambiare – mi sono quasi sempre scontrato con le conclusioni delle Procure interessate per competenza, dei loro investigatori e dei loro consulenti.
LA DOZZINA ERRORIFICA: HO COSI’ INDIVIDUATO I SEGUENTI ERRORI CHE IN CASO DI MORTE EQUIVOCA CREANO LA C.D. “CATASTROFE INVESTIGATIVA”, ERRORI CHE VEDO ANCHE NEL CASO DI LILIANA RESINOVICH.
Per coerenza ricordo che sinora ho sempre dichiarato che escludevo il suicido e che non guardavo verso il marito…
ECCO I DODICI ERRORI CLASSICI:
Il tranello delle false apparenze che avviluppa il team investigativo
L’inganno strutturale nascosto all’interno del nucleo dei fatti che produce l’errore invisibile
La superficialità, le carenze, la pigrizia e l’incapacità di autocorrezione da parte degli inquirenti
Il pregiudizio e l’errore di contestualizzazione da parte degli inquirenti
L’errore a triangolo e di rimbalzo (PM, Investigatori, Consulenti tecnici) che non permette di valutare gli aspetti logici, investigativi, forensi, tecnici, criminalistici e scientifici
L’errore d’équipe e l’autoconvincimento riverberante da parte degli inquirenti che viene trasmesso all’intero team
L’innamoramento del sospetto e della tesi da parte degli inquirenti che viene trasmesso all’intero team
La personalizzazione dell’indagine da parte degli inquirenti che viene trasmessa all’intero team
La passione e l’emotività nello scontro fra gli inquirenti e la difesa delle persone offese e i familiari delle vittime.
La fortuna (eventuale) dell’assassino e le circostanze
La malafede annidata segretamente all’interno del gruppo degli inquirenti in uno o più soggetti
Un metodo investigativo inadeguato sommato a dati fallaci ed a decisioni non congrue
DETTO QUANTO, MI RISERVO DI ENUNCIARE FRA QUALCHE GIORNO, DOPO FERRAGOSTO, I DETTAGLI E LE CONTRADDIZONI DEL CASO