Giovani e sport, Francesco Pietro Motta: “Dobbiamo puntare sui giovani. È il momento di agire concretamente”

 

LUSCIANO. “Nel nostro paese per i giovani non è mai stato fatto abbastanza. Aiutarli è un nostro dovere”. Sono queste le parole che Francesco Pietro Motta ha pronunciato a proposito del tema sport-giovani per Lusciano. Il giovane, in vista delle prossime elezioni comunali, ha già individuato alcuni punti per la sua campagna elettorale, ma che ora si fanno contenuto di una riflessione più ampia: “La mia attenzione e spero quella di tanti altri è rivolta a quello che sarà il paese del futuro e alla qualità della vita di tutti, ma in particolare ai giovani, poiché sono quest’ultimi che sempre più spesso non riescono a realizzare ciò che desiderano, ed ecco che in maggioranza ci lasciano per andare altrove”.

 

A fronte di questa situazione, Motta propone una serie di interventi che lui definisce come “La missione sport e giovani”. Infatti, afferma: “Bisogna includere tutte le spese per sovvenzioni o contributi a società o enti sportivi del territorio, per la costruzione, la manutenzione e la gestione delle strutture sportive – piscine, stadio (che a Lusciano ad oggi è l’unico in zona con l’agibilità per disputare una partita a porte aperte), impianti sportivi, palazzetti, etc. – e per le attività ricreative, come la creazione di aree nuove e la modifica di quelle già esistenti con maggiore qualità. Inoltre, bisogna migliorare e organizzare più iniziative e manifestazioni sportive amatoriali o dilettantistiche, oltre che per la promozione della cultura dello sport in vari ambiti, tra cui le scuole. È importante la buona gestione a 360° dei centri polivalenti. Gli investimenti sul territorio, siano essi impiegati in infrastrutture o attività di sensibilizzazione, possono contribuire alla crescita della pratica sportiva e a un generale benessere della popolazione”.

 

Lo sport, dunque, come principale punto di valorizzazione personale e sociale. Inoltre include moltissime persone e riveste un ruolo fondamentale nel campo sociale. Rappresenta un momento di crescita, di confronto e di compagnia soprattutto per i più giovani. È indubbio che non possono essere “trattati” allo stesso modo sport diversi tra loro. Pertanto, anche se ogni singolo sport necessita di una legislazione ad hoc, possono comunque essere intraprese iniziative valide per tutto il sistema. “Bisogna fare un lavoro serio e di progressione in primis a livello comunale, affinché innanzitutto e soprattutto le piccole realtà sportive non scompaiano – dichiara Motta -. Occorrono, pertanto, delle manovre che facciano il possibile per riportare lo sport al centro della spesa pubblica. Servono nuove idee, nuovi strumenti e modelli organizzativi e gestionali. Servono proposte serie e mirate, e sarà indispensabile ragionare da comunità, perché dalla cooperazione fra le varie componenti può nascere un progetto di ripartenza e rilancio costruito su basi solide. Necessiteranno anche misure che creino opportunità di investimenti nel settore. La valorizzazione e la modernizzazione delle strutture (come quella di tutte le palestre e dell’unico campo sportivo) deve essere la priorità, ma oltre a questo occorre utilizzarle nel vero senso della parola, per ottenere ciò che manca da tempo. Molto spesso i cittadini si trovano costretti ad andare nei comuni limitrofi dato che non dispongono di un posto vicino dove allenarsi, nonostante abbiamo il nostro campo, e lo definisco nostro perché quel luogo per noi paesani è una miniera in tutti i sensi. È inconcepibile che le persone debbano rinunciare a praticare un determinato sport, perché mancano strutture nel paese”.

 

L’attenzione di Francesco Pietro si posa anche sulle fasce deboli: “Infine, ma certamente non meno importante, è la tutela e la valorizzazione di tutti gli sport praticati dalle persone disabili. La tutela di queste persone, passa anche attraverso la possibilità di praticare uno sport. L’attività sportiva deve rappresentare infatti uno strumento di inclusione e di integrazione per tutti coloro che vengono lasciati ai margini della società, comprese le persone con disabilità. Ribadisco che un ruolo importante nell’insegnamento allo sport deve essere intrapreso nelle scuole, dove si deve tornare ad insegnare i valori e la lealtà sportiva, nonché devono essere da motore per invogliare i bambini e i ragazzi a praticare una qualunque attività sportiva. In conclusione ricordiamo l’aforisma latino: mens sana in corpore sano”.