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NELLE INTERCETTAZIONI SIAMO CAPACI DI RIDERE SU TUTTO: NELLA TRUFFE, NELLE CORNA, NEI TERREMOTI, NEI TRADIMENTI. UN POPOLO DI MATTACCHIONI
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NELLE INTERCETTAZIONI SIAMO CAPACI DI RIDERE SU TUTTO: NELLA TRUFFE, NELLE CORNA, NEI TERREMOTI, NEI TRADIMENTI.
SIAMO UN POPOLO DI MATTACCHIONI. LE RUBRICHE POLITICHE TV DANNO SEMPRE IL VIA CON I COMICI – UN’ALTRA INDEGNA PRESA PER IL CULO SONO I COLLEGAMENTI TV IN DIRETTA DA MONTECITORIO ( INVECE IL GIORNALISTA E’ NELLA PIAZZA COL PORTONE DELLA CAMERA CHIUSO), LO STESSO PER IL SENATO O IL QUIRINALE.
PROPORREI DI CAMBIARE LA SCRITTA CHE GIGANTEGGIA SUL MONUMENTO DELLA CIVILTA’ ALL’EUR: DA…UN POPOLO DI POETI DI NAVIGATORI… IN SIAMO UN POPOLO DI PECORONO E DI MATTACCHIONI!!!
Panzeri, i soldi al sindacalista nelle buste di Babbo Natale
L’INCHIESTA – L’ex eurodeputato consegna a Visentini 50mila euro. Lui (che ora è libero): “Sembrava di essere nel film Ocean Eleven”
Credeva di “essere in Ocean eleven”, il film di Steven Soderbergh sulla rapina ai casinò di Las Vegas. “Pensavo fosse uno scherzo”, dice Luca Visentini per giustificare la battuta pronunciata quando riceve da Pier Antonio Panzeri denaro contante che l’ex europarlamentare del Pd (poi Articolo 1) ha inserito in due buste con stampato Babbo Natale. È per questo che il sindacalista e Panzeri ridono, in un’intercettazione agli atti dell’inchiesta della procura federale di Bruxelles. Una registrazione ambientale, captata da una microspia piazzata in casa del politico italiano, che utilizzava soprattutto un vecchio Nokia, sul quale era impossibile installare un trojan. Registrazione contestata a Visentini dagli inquirenti. Il 9 dicembre il sindacalista italiano è stato tra le prime persone fermate nell’inchiesta sulle mazzette pagate dal Marocco e dal Qatar per influenzare le scelte dei più alti organismi dell’Ue.Poi, però, è stato rilasciato dopo 48 ore. Ha risposto alle domande del giudice istruttore Michael Claise e ha riconquistato la libertà a patto di non allontanarsi dall’Ue e di non entrare in contatto con gli altri personaggi coinvolti nell’inchiesta. Le accuse ai danni del segretario della Confederazione Internazionale dei Sindacati, comunque, non sono ancora cadute. Gli inquirenti contestano a Visentini di aver ricevuto da Panzeri circa 50mila euro provenienti dal Qatar per ammorbidire le sue posizioni sui diritti dei lavoratori a Doha alla vigilia dei Mondiali di calcio. Il sindacalista ha ammesso di aver ricevuto quel denaro, spiegando però che si trattava di “donazioni da parte della fondazione Fight Impunity per sostenere la mia campagna sindacale”. Pagamenti giunti nel 2019 in tre tranche: “La più grande di 30mila euro, la più piccola di 4mila, la terza tra i 12mila e i 18mila euro, sicuramente sotto i 20mila”, ha detto Visentini agli inquirenti. Che ha fatto con questi soldi? Li ha girati ai sindacati. “Un versamento” all’Etuc “di 10mila euro e un secondo di 3mila euro, man mano che la confederazione mi inviava le liste dei viaggi da rimborsare. L’altro pagamento di 23mila euro è a favore della Ituc”. Contanti che Visentini consegna “a mano” ai dirigenti dei sindacati che gli dannno “una ricevuta di 13mila euro all’Etuc e 23mila a Ituc”. Il resto dei soldi, invece, dice di averli usati “per pagare viaggi e attività legate alla mia campagna. L’insieme delle somme ricevuto è stato utilizzato esclusivamente per questi due obiettivi: sostegno alla campagna e fondi di solidarietà”.Insomma, a sentire il sindacalista, i soldi ricevuti da Panzeri erano solo donazioni per la sua campagna elettorale al vertice del sindacato. Denaro arrivato “a nome della fondazione che, io pensavo, si occupasse di diritti umani”. È sempre Fight Impunity a proporre a Visentini una visita in Qatar “per verificare la situazione delle riforme legislative”. Una trasferta che, secondo Visentini, è stata pagata dalla ong di Panzeri ma che non comprendeva una visita ai campi dei lavoratori: “Non è stato possibile visitarli, me l’avevano proposto ma era una proposta che veniva dal governo, quindi l’incontro sarebbe stato manipolato”. Il sindacalista nega che le donazioni ricevute dall’ong di Panzeri siano collegate al Qatar – “Nessuno mi ha mai chiesto niente” conferma al Fatto – e ha prodotto ai magistrati copia delle sue dichiarazioni dure nei confronti di Doha. Ma è normale per un sindacalista di alto livello ricevere fondi cash per la sua campagna? “Non è normale, ma all’interno del sindacato capita spesso che alcuni pagamenti siano fatti in cash perché le ong raccolgono questi fondi”, ha risposto il sindacalista agli inquirenti. “In determinati contesti geopolitici” precisa al Fattoper le ong il cash è l’unica modalità sicura. Oggi non li accetterei comunque più”. Agli inquirenti aggiunge che è stato Panzeri a proporre “che Fight impunity facesse una donazione, ne abbiamo discusso a più riprese durante le conferenze e lui ha fatto dei pagamenti”. Gli inquirenti, però, contestano le modalità seguite dal politico per consegnare il denaro al sindacalista. “Ci siamo telefonati e mi ha chiesto di andare a casa sua, ma non sapevo che avrei ricevuto i contanti”. È lì che Visentini crede di essere finito in una scena di Ocean Eleven. Almeno fino a quando non spuntano le buste con stampata la faccia di Babbo Natale: a quel punto lui e Panzeri scoppiano a ridere.