Fatto Quotidiano
Ma mi faccia il piacere
Punt e Mes. “La Meloni venga in aula a spiegare perché una persona deve aspettare 23 mesi per sapere se ha un tumore solo per folli di questioni di principio sul Mes. L’ora delle cavolate è finita” (Carlo Calenda, leader Azione, 16.12). Tipo quella che il Mes cancella le liste di attesa e, a ben vedere, è pure una cura anticancro.
Casa Mes. “Strategia incomprensibile (sul Mes, ndr): l’Italia si isola in Europa” (Lorenzo Bini Smaghi, marito di Veronica De Romanis, Stampa, 17.12). “Dal Recovery al Mes, Meloni ascolti la Ue” (Veronica De Romanis, moglie di Lorenzo Bini Smaghi, Stampa, 17.12). Ma non si parlano, in famiglia?
Telefono Giallo/1. “Napoli, la commissione Antimafia: ‘Caso Pantani, la pista della camorra, occorre investigare’” (Repubblica, 13.12). “Delitto Pasolini, la commissione Antimafia: ‘Coinvolta la banda della Magliana’” (Corriere della sera, 16.12). E se la banda della Magliana avesse ucciso Pantani e la camorra Pasolini? E se invece Pantani e la camorra avessero ucciso Pasolini e la banda della Magliana? (Continua).
Telefono Giallo/2. “Mattei visto dalla Cia: ‘Era fascista: pagò la Dc per fingersi partigiano’” (Repubblica, 17.12). “‘Mattei nella Resistenza per volere della Dc’”. Così diventò partigiano” (Repubblica, 18.12). Mattei visto dalla Dc: “Era della Cia: pagò i fascisti per fingersi partigiano”. Mattei visto dai fascisti: “Era della Dc: “Pagò i partigiani per diventare della Cia”. Mattei visto dai partigiani: “Era fascista: pagò la Cia per diventare della Dc” (Continua).
Dove c’è Moratti c’è casa. “Moratti: ‘Con Renzi e Calenda mi sento a casa’” (Stampa, 17.12). Da B. a Renzi&Calenda, è un attimo.
Compagni miei/1. “Abbiamo una visione intersezionale che combatte qualsiasi forma di discriminazione, quelle razziste, quelle sessiste, quelle omobilesbotransfobiche, si possono tenere insieme queste cose” (Elly Schlein illustra il suo programma per le primarie del Pd, Libero, 13.12). Ma con scappellamento a sinistra, si spera.
Compagni miei/2. “C’è poi da evitare il fenomeno delle porte scorrevoli” (Schlein sullo scandalo delle euro-mazzette, Stampa, 13.12). Girevoli, si dice girevoli.
L’equazione. “Le borse di lusso e il corpo esibito: perchè difendo Lady Soumahoro… In cosa divergono le aspirazioni di Liliane Murekatete e quelle di Chiara Ferragni? Non vedo perchè una donna del Ruanda non possa imitare l’influencer” (Concita de Gregorio, Repubblica, 12.12). A parte il dettaglio che una si paga il lusso coi soldi suoi e l’altra è accusata di farlo coi soldi nostri, sono due gocce d’acqua.
Sinceri democratici/1. “Conte si chiama fuori e vuole ‘difendere’ la minoranza russofona” (Maria Teresa Meli, Corriere della sera, 14.12). “Conte, nella foga della recitazione pacifista, è arrivato a sostenere che l’Italia deve farsi carico della ‘sicurezza’ e della ‘tutela delle minoranze russofone’ (in Donbass, ndr)… Neppure si rende conto di parlare come Putin” (Francesco Merlo, Repubblica, 15.12). Un vero pacifista le minoranze russofone vuole continuare a sterminarle.
Sinceri democratici/2. “Lo scivolone di Conte… Nè Moro, né Craxi né Spadolini avrebbero disertato la prima della Scala per farsi riprendere dalle tv seduti fra i poveri o i disoccupati” (Luca Ricolfi, Repubblica, 14.12). Un vero leader ai poveri gli souta in faccia e i disoccupati li prende a calci in culo.
Gli ospiti. “Non può non condividersi il passaggio in cui Nordio spiega come certezza della pena non voglia dire necessariamente certezza del carcere” (Luigi Manconi, Repubblica, 14.12). “Ridurre le condanne al carcere per evitare le sue storture. Scongiurare le pene detentive e ripensare la gestione egli ospiti” (Licia Castellano, provveditrice alle carceri campane, Stampa, 14.12). Giusto: se proprio non riusciamo ad assolverli, condanniamoli a restare a piede libero.
Il titolo della settimana/1. “Sì, l’abuso d’ufficio è un guaio” (Ermes Antonucci, Foglio, 13-12). Soprattutto per chi lo subisce.
Il titolo della settimana/2. “Serie tv di Amazon: ira di Salvini per il finto crollo del Ponte” (Libero, 13.12). Lui lavora a quello vero.